SPIKE DE LA SCIAMANA
Ieri è stato un anniversario, uno di quelli che ogni anno ritorna e non sai neppure il perchè lo senti così tuo...
Io di anni ne avevo 7 e la memoria è forte di quei giorni così particolari.
La tragedia del 9 Ottobre del Vajont è stata anche nostra, del piccolo paesino abbarricato alle montagne.
Le notizie arrivavano sempre in ritardo su da noi ma quella notizia arrivò in fretta, si propagò lungo le vie del paese, mi ricordo che il parroco venne a scuola e invitò tutti gli alunni di pregare per la suor Lia.
Suor Lia, la mia dolce suor Lia, quella che io conoscevo bene abitando di fronte alla casa " delle suore".
Quella che mi insegnava a leggere e che mi aiutava a fare i compiti, ricordo noi bimbi seduti come birilli sulla scala che portava al piano notte delle suore.
Ricordo tante cose, anche buffe, le loro cuffiette bianche e i loro capelli tagliati cortissimi, io ero la loro piccola e quando si ammalavano ero quella che andava avanti e indietro a portare tisane e pitali.
Ora i loro nomi mi sfuggono ma c'era la suora che aveva sempre in tasca le " biline" castagne secche che lei regalava come se fossero caramelle, Dio, quanto erano dure, duravano un'eternità!
C'era la madre, ecco, quella era la più antipatica, faceva valere il suo potere su ogni cosa e comandava a bacchetta le altre 3.
Suor Lia era friulana e credo che alla fine l'abbiano accontentata e mandata vicino a casa, a Longarone.
Non ricordo le tematiche ma so che un bel giorno l'ho accompagnata alla corriera piangendo e sapevo che era un distacco per sempre.
Però quel filo di affetto non si è mai interrotto, alla mia prima comunione mi ha fatto recapitare l'abito bianco, fa nulla se era quello di una sposa, la sarta del paese l'ha accorciato e stretto e anch'io quel giorno ero una bimba felice e il grazie è volato a suor Lia..
Sono stati giorni di ansia e di rosari, molti rosari per la nostra suor Lia ma alla fine la notizia è arrivata, suor Lia era morta come l'infinità di vite strappate dalla diga del Vajont.
Dopo poco è arrivato in paese il "santino" con la foto della nostra suor Lia, sorridente con i suoi occhiali neri, ricordo con affetto il suo tic, quello di tirarseli su, in alto sul naso.
Ricordi che mi sono dentro e che mi fanno piangere ogni volta che guardo il bellissimo monologo dell'attore/cantastorie Paolini.
Una frase mi fa sempre piangere, una frase dove tutta la tragedia appare nella sua realtà..
Sul Piave si vendemiavano i morti...