• ...benvenuti a voi che passate per questa mia casa, entrate in silenzio e con calma, sedetevi e ascoltate ogni respiro perso in ogni stanza,troverete solo serenità e bellezza fatta di cose vere e semplici.Una casa abitata da felini dagli occhi d'oro e dal manto argento-blu, il colore della luna piena d'agosto. Accarezzare un gatto, affondare il viso e aspirare il loro essere ci fa sentire la libertà cos'è.Il certosino è la sentinella dei nostri sogni, nessun incubo potrà introfularsi nel nostro sonno, e il risveglio sarà dolce come i suoi occhi che ci guardano con amore...
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AGNESE

TOKYO DE LA SCIAMANA 

La gioia era tanta e la buttava tutta in una corsa sfrenata verso la casa che vedeva in lontananza.
Anche la salita era comparsa della sua risata e per un attimo non vide che se stesso come pura luce.
Finalmente era a casa, finalmente .. finalmente....
Finalmente avrebbe riabbracciato sua madre e anche Agnese e pure il suo cane.
Erano stati mesi e mesi bui, pieni di una tristezza che mai aveva conosciuto, anche con il pianto aveva fatto amicizia.
Luigi non si era mai allontanato molto dal paese, non aveva grandi aspettative, a lui bastava poco per vivere.
Ma quasi tutti se ne andavano, si parlava di lavoro facile, di mani bianche e non nere che nemmeno con il cloro si sbiancavano.
E nessun callo che tirava i fili del collat di Agnese ... sorrise al paragone e risentì il fremito della coscia di Agnese ancora tra le mani.
Agnese, quanto l'aveva supplicato, quanti pianti e discorsi strambi che le aveva propinato per farlo desistere dall'andare, anche ricatti aumentando ancor di più la sua voglia di provare che era lui l'uomo, che lei doveva solo stare zitta e aspettare.
Il buio scendeva in fretta come la sua voglia di arrivare.
Arrivò alla curva e si fermò di botto, la cascina era grande e divisa a metà da colori diversi, già, anche sul colore del muro ci si litigava le due famiglie.
La loro metà era gialla con le finestre illuminate come un benvenuto, l'altra metà, rossa, ma nessuna finestra era illuminata, solo un gran buio che faceva nascere mille domande.
Scheggia gli si buttò tra le gambe e quasi cadde, per un attimo la gioia di ritrovare il suo amico lo travolse, si buttò carponi e si lasciò baciare dal cane, lingua umida e rasposa che lo riportò al bambino che era stato.
Tutto quel baccano attirò sua madre sull'uscio che se ne stette lì, sorridendo e aspettando come faceva sempre.
Povera donna, suo padre era morto giovane e tutto era ricaduto su di lei, mandare avanti la cascina e tutto il resto non era stato facile e poi con un figlio....
Non si era più sposata, gli bastava Luigi, lei lo vedeva come se fosse un principe e ogni cosa che faceva o diceva era oro colato, anche l'andarsene via nonostante tutto il dolore che era nato lo aveva accettato come se fosse normale.
Certo ora, ritta contro la porta avrebbe voluto che il tempo si fermasse, come dirgli di Agnese?
Sicuramente Luigi non avrebbe capito il suo silenzio, il suo non scrivergli nulla di quello che era accaduto, si strinse più forti le mani nel grembiule e iniziò a pregare .
Alla fine Luigi entrò in casa e prese le cose alla lunga, anche la madre finse una serenità che non aveva e aspettò.
Domenica guardò suo figlio e come se avesse un rosario in mano iniziò a sgranare tutte le risposte alle sue domande.
Agnese non aveva voluto aspettare, era scappata via quando era morto suo padre, aveva colto l'occasione per trovarsi anche lei una vita nuova, non avrebbe passato una vita uguale a quella delle donne sempre ferme su se stesse.
Luigi si morse il labbro e ricordò le minacce e le suppliche di Agnese, chinò il capo sconfitto, l'aveva persa, anche il cercarla non avrebbe avuto senso, tutta la magia era ormai svanita.
Non era rimasto più nulla del delicato intreccio di sogni fatti sotto al chiarore della luna con carezze ruvide che strappavano i fili dei collant, ora ne era certo, più nulla sarebbe tornato indietro, più nulla....

ALIENI...

ULISSE  DE  LA  SCIAMANA

La ragazza guardava fuori dal finestrino e si accorse che il paesaggio era cambiato.
La corriera stava arraccando su una strada in salita e guardando dal finestrino vide il lago giù in basso, di colpo capì che era sbagliato.
Lei doveva andare dove iniziava il lago, non su, in montagna.
Si alzò e con una certa apprensione lo fece presente all’autista del pulman.
L’uomo fu gentile e dopo una breve spiegazione fermò la corriera all’inizio di un viottolo che l’avrebbe portata alla frazione dove iniziava il lago.
Tina si avviò imprecando per il disguido e già pensando allo sguardo di disapprovazione della suocera.
Già, sua suocera, sentiva i suoi occhi che come spilli la trapassavano, sentiva il suo rifiuto per tutto ciò che la circondava e la frase “ non starei nemmeno dipinta qui” non lasciava nulla all’immaginazione.
L’aveva vista una volta sola, al suo matrimonio ma era bastato.
Matrimonio fatto in fretta e in furia, matrimonio riparatore si diceva allora.
Già, Tina era in dolce attesa anche se di dolce non c’era proprio nulla.
Ci aveva provato a darsi pugni sulla pancia, aveva saltato e risaltato ma l’alieno dentro di lei non era scappato.
A dire il vero, sembrava che facesse di tutto per non disturbare, niente nausee o voglie o stanchezza, anche la pancia non era aumentata, era come se si facesse piccolo piccolo e non volesse disturbare, chiedeva solo di nascere.
Tina incolpava l’alieno di tutto ciò e non le dava nessun permesso di essere felice dentro di lei, se lei doveva soffrire che lo facesse pure lui e basta.
Andare dalla suocera non era una bella idea e lo sapeva ma suo marito aveva tanto insistito, lui era all’estero a lavorare e lei doveva farsi conoscere dai suoi parenti, magari ne sarebbe scaturito un qualcosa di buono.
Tina rimuginava su queste cose e ancora una volta si dette un colpo sulla pancia quasi a chiamare in causa l’alieno, “ecco cosa mi fai fare, ecco cosa devo subire per causa tua”.
L’alieno non le rispose, cercava di stare fermo il più possibile e già grosse lacrime si mescolavano al liquido amniotico, già sapeva ancora prima di nascere che nulla sarebbe stato facile e quasi quasi si pentì della sua voglia di nascere.
Sarebbe stato facile morire, mollare tutto e tornare a essere solo energia e poi perché aveva scelto quella donna?
Cosa c’entrava lei con questa donna?
Si rannicchiò cercando di non sentire il tum tum del cuore della donna e si immerse in pensieri colorati e si avvolse dell’amore che aveva per se stessa e restò lì a cullarsi da sola……

25/07/1946

 

Ci si usciva di senno con quel caldo, il corpo zuppo, i rivoli di sudore che scendevano lungo il corpo, Zita implorava al vento di arrivare.

Zita, piccola anima in balia dei sogni o se vogliamo della vita.

Zita  che nessuno vedeva o che voleva vedere.

Zita la ragazza che parlava al nulla, agli spiriti.

Tutti pensavano che le mancava qualche venerdì, Zita era la favola del paese ma era anche la ragazza che tutti volevano assaggiare.

Zita sapeva di more e mirtilli, adorava andare nel bosco e truccarsi con quelle bacche così prepotenti, il suo sorriso era esagerato, la sua bocca era un invito continuo ad assaporare il miele che solo lei trovava nei piccoli favi nei prati.

Tutti la disprezzavano ma tutti la cercavano tra gli anfratti di un portone o ai piedi del larice rosso.

Anche il quel 25 luglio Zita si avviò lungo il sentiero che portava alla sua baita, c’erano le capre da mungere e da governare.

Il caldo saliva dall’erba e i grilli facevano un baccano folle, Zita si asciugò in malo modo il sudore che le colava sugli occhi, neppure il fazzolettone messo a banderuola fermava quel rivolo molesto che attirava i moschini.

Con rabbia si sventolò il davanti del viso e una coccinella le si intrappolò fra le dita.

Perse il ritmo del passo, si fermò, Zita amava gli animali, tutti, indistintamente, se trovava un ragno o una mosca in casa sua si sentiva in diritto di ammazzarli ma se erano fuori dalle sue mura sentiva che non ne aveva il diritto.

Fuori dalla sua casa era anche lei come loro una profuga e per questo come loro uguale.

Con delicatezza posò la coccinella su un ranuncolo e salutandola si avviò cercando di recuperare il ritmo del passo.

Arrivò alla baita, le capre le corsero incontro,  Zita le chiamo per nome, una a una e come amiche di lunga data quelle le risposero.

Forse fu per il gran caldo o per la fretta che non colse il movimento lungo il muro che sconfinava nel bosco, forse pensava che gli spiriti la proteggevano sempre, chissà

Ma anche gli spiriti a volte si dimenticano delle anime più pure, forse pensano che sia proprio la purezza a salvarle e sbagliano alla grande….

Alla sera Zita non era ancora tornata a casa e sua madre iniziò a preoccuparsi, certo, sua figlia era strana, strana forte ma mai si era dimenticata del suo terrore nel non vederla arrivare, era bastata una volta, una volta sola.

L’unica volta che lei povera mamma aveva dovuto alzare le mani su Zita, da allora c’era una tacita promessa tra di loro.

Con il primo buio Zita doveva essere a casa, non importa se pioveva o se c’era il sole, se fosse inverno o primavera, al calar del buio Zita DOVEVA ESSERE A CASA.

Per cui il terrore si insinuò nel cuore di quella madre e nonostante le sue gambe malandate andò su verso il bosco sperando di incontrare quella figlia così strana.

Magari si era persa a parlare con gli alberi, pensava la madre, magari aveva trovato un cerchio di fate fatto con i funghi rossi e lei con la sua tenera mente non ne poteva uscire, magari.. e ancora magari e tanti se….

Arrivò ansimante alla baita e la paura prese posto al rado respiro che le usciva dalla bocca.

Le capre belando disperate, con le mammelle gonfie del latte non munto le corsero incontro, egoisticamente pensando solo a loro stesse, di Zita nessuna traccia.

Scansando il gregge la madre si fece coraggio e spinse la porta del fienile, l’oscurità era densa e mille ombre le vennero incontro.

Avanzò piano, sussurrando il nome della figlia, quasi con dolcezza… Zita…. Zita….. dove sei?.... Zita.-….

All’improvviso la vide, buttata come una cosa vecchia, una cosa che non serve più…

Distesa nel fieno in una posa sconcia, tutta aperta… gambe aperte, braccia spalancate e si, anche la bocca era aperta in un ultimo urlo di protesta.

Era chiaro che Zita non voleva, era chiaro che Zita si era difesa, le sue magre gambe erano segnate di percosse e anche le braccia erano macchiate di blu.

Un rivolo di sangue era sceso lungo il collo, sangue ora rappreso in una macchia scura che si perdeva nel fieno profumato.

La madre sapeva che Zita era morta, lo sapeva e basta, si raccolse il ventre in un abbraccio e iniziò una nenia fatta solo di suoni muti.

Le ritrovarono la sera dopo, Zita sempre più sprofondata ne fieno che ormai non odorava più e la madre impazzita dal troppo dolore.

Nessuno  cercò l’assassino, poteva essere stato chiunque nel paese, Zita venne sepolta in fretta e la misera croce porta solo la data della sua morte e basta

25/7/1946 

 

 

 

 

 

 

SENTI CHE ARIETTA

 

CLAUDIA  E  SISSI


Ci sono amicizie che nascono così, senza un perchè e neppure senza conoscersi in questo periodo dove il virtuale diventa così reale da viverlo.
Giovedì mattina ho finalmente abbracciato una persona che non conoscevo ma che da ben 10 anni era nel mio cuore.
Ben 10 anni, tanti se si conta giorno dopo giorno, ci siamo conosciute sulla piasttaforma di Splinder, un mondo magico, tante persone nascoste dietro un avatar e dove buttavamo in rete racconti, dolori e gioia.
Tante persone dove lo scrivere era il diario segreto, un liberarsi, un condivivere un qualcosa che si aveva dentro.
Devo dire che era bellissimo, si conoscevano persone straordinarie attraverso racconti stupendi, poi c'erano i messaggi privati dal quale ci si conosceva meglio ma sempre con quel pudore e rispetto che si ha con i veri amici.
Mi viene in mente Stazione Termini, ogni mattina correvo a leggere il suo racconto, sempre diverso e sempre bello, ti ci trovavi nei suoi caffè bevuti in una stazione caotica, ogni dettaglio era perfetto.
Oppure Col favore delle nebbie, Zita, era Zita che scriveva paesaggi reali e incantati, lei Prof di Italiano sapeva dare tantissimo in emozioni, quanto ho amato il suo blog!
The Camp, il nonno come lo chiamo io, e che ho anche su Facebook, una persona stupenda e allegra, sempre pronto alla battuta e all'ironia, un amico che tutti dovremmo avere.
Esserino e Balena, un blog che raccontava di gatti e del tirare la cinghia ma sempre con una dignità che faceva commuovere.
Insomma, un mondo virtuale che nel mio cuore è reale.
E poi c'era un blog, Senti che Arietta, bello, una pagina che parlava di una Sicilia invasa di sole e di passato, la Valle dei Templi come se fosse cosa naturale viverci dentro e basta.
Così ho conosciuto Arianna, leggevo i suoi scritti colmi di calore del suo sole anche d'inverno, lei leggeva i miei intrisi delle nebbie che mi circondavano, due mondi ma due mondi che si capivano.
Anni fa hanno chiuso la piattaforma di Splinder, un caos, ci siamo sentiti orfani, ci hanno dispersi come in una guerra, altre esigenze, altre mode... facebook  e altri lidi...
Abbiamo cercato di ritrovarci ma con gli avatar non è facile, c'era chi per troppo pudore non diceva neppure il vero nome, e poi con il tempo i ricordi sbiadiscono.
Ma sono rimasta in contatto con diverse persone e ne sono felice, Arianna è una di queste.
Arianna che è venuta nelle mie nebbie per esigenze personali, Arianna che non voleva disturbarmi, ma scherziamo?
Appena ho realizzato che era a 35 km da me mi sono organizzata e basta.
L'abbraccio che c'è stato, anzi, di più di uno, è stato un ritrovarsi e basta.
Io la conoscevo questa donna, era nel mio cuore con tutto il suo sole, fa parte del mio vivere, dei miei ricordi e sarà sempre così.
Grazie bella ragazza, i nostri abbracci hanno illuminato una mattinata autunnale e portato il caldo nei nostri cuori, grazie per aver condiviso il tuo sole con me.

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GATTI CERTOSINO DE LA SCIAMANA

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TUTTE LE MIE GRIGIE e GLI STALLONI SONO STATI TESTATI TRAMITE PRELIEVO EMATICO PER IL RENE POLICISTICO (PKD GENETIC TEST) al laboratorio VETOGENE di MILANO, ECOGRAFICAMENTE PER HCM, ovviamente testati anche per FIV, FELV

Sono anche membro del Club del Certosino

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Perchè la mia veterinaria è meglio! La mia " dottora" è fantastica, sa parlare agli animali e ha un un lagotto, Ciccio, che accoglie tutti con delle coccole sfrenate e non è geloso di nessuno. Fare un giro in clinica è come andare a trovare dei carissimi amici, consigliato a mille a tutti quelli che abitano a Brescia e che hanno i miei Sciamanini/e. Grazie Ilaria e company, siete super!!!!!!


 TI PREGO SIGNORE

KORA   15/12/2008----02/10/2022

Signore lo so che stai aspettando Kora, ma che te fai di una pit bull in paradiso?
Signore, anche sul Ponte dell'Arcobaleno non te la consiglio sai?
Signore, so che tu sai, ma quando sei sicuro che tutto va bene molli un pochino...
Signore, tu sai ma lasciami spiegarti del perchè forse è meglio che rimanga con noi.
Kora è una pit bull che ha sempre vissuto con i gatti e ha volte si crede un gatto (quando vuole coccole esagerate) ma lei odia i gatti (quelli fuori di casa nostra) .
Kora ama giocare con altri cani ma vuole essere sempre lei a decidere il come e il quanto, per questo non me la vedo sul Ponte dell'Arcobaleno, sai che scompiglio?
Kora è una gelosona, difficile per lei condividerci, non me la vedo proprio in Paradiso a sorridere a tutti.
Kora è solo nostra, si, lo so che l'abbiamo viziata, che l'abbiamo umanizzata troppo ma amarla non è costato niente sai?
A nostra difesa e sua ti posso dire che ha sofferto tanto, quanto male ha dovuto subire, non serve raccontarti, vero? Sai già tutto, ecco, noi abbiamo solo trasformato il suo dolore in Amore e credo sia stato il minimo.
Signore, capisci il perchè deve stare con noi?
Ho vissuto giorni, ore minuti e anni con lei, fa parte di me, tu sai quanta fatica mi costa anche buttare un paio di scarpe perchè ci sono tutti i passi che ho fatto, i pensieri che ho avuto, i dolori e le gioie, insomma la mia vita.
Come posso dirti Signore, ora è tua?
Oggi è tornata a casa in un'urna, abbiamo pianto ancora e ancora, so Signore che sei stato paziente, ci hai lasciato il tempo di metabolizzare ma questo tempo non ci basta sai?
Signore, non ci basterà il tempo della nostra vita per lasciarla andare definitivamente lo sappiamo, però possiamo fare un patto se vuoi.
Signore, lasciala con noi, verremo noi a portarla quando il nostro tempo finirà, ognuno di noi avrà un pò di Kora tra le mani e tutta nel cuore, che ne dici Signore?
Lasciala con noi fino a che avremo respiro grazie Signore....

 

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ELORA E BODI DHARMA DE LA SCIAMANA

 

Anche i "mister" amano i Sciamanini e sicuramente danno tanta energia in più! Giovannino Stroppa lo sa... meditate gente... meditate ...

 

TRE CUCCIOLI NATI DA BODI DHARMA E DA TANUS DI SANTA FIORA

 

BODI DHARMA

" Perle d'Ambra in uno scrigno di grigia bellezza "

 

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Chi conosce anche solo un pochino la razza certosina, una tra le razze feline naturali più antiche, sa che questi splendidi gatti fino al recentissimo passato – vi sono testimonianze ancora negli anni settanta e ottanta – sono stati incrociati con soggetti di altre razze come il British Shorthair, il Siamese e non ultimo il Persiano per svariati motivi come il rischio d’estinzione della razza (in tempo di guerra questi gatti venivano mangiati perché muscolosi e con il loro folto pelo doppio e lanoso s’imbottivano i cappotti), o la correzione ad un colore più intenso degli occhi, oppure ancora per evitare il rachitismo dovuto alla forte consanguineità dei soggetti. Proprio a causa dell’ibridazione con il Persiano non è raro trovare ancora oggi nelle cucciolate moderne un piccolo con pelo lungo invece che quello comune medio corto dato che ci sono ancora tanti riproduttori portatori del gene recessivo LH che non sono stati testati. Negli Stati Uniti, ad esempio, il gene recessivo portatore del pelo lungo è stato introdotto con Ixion de Guerveur nel 1973, un bel gatto portatore che veniva direttamente da Belle-Île-en-Mer, l’isola francese al largo della costa della Bretagna sulla quale le sorelle Léger negli anni ‘30 hanno incominciato a selezionare la razza Chartreux. Ixion era fratello di Ingrid de Guerveur, soggetto importante per il programma riproduttivo di Jean Simmonet, l’appassionato allevatore che col suo “Club du chat de Chartreux” ha salvato la razza certosina e ha fatto in modo che essa tornasse ad avere il suo standard riconosciuto e separato da quello del British Shorthair. Il gene recessivo del pelo lungo dunque non ha nulla a che vedere con malattie e nemmeno con riproduttori difettosi o che hanno problemi di salute, anzi, lo si può riscontrare con una certa frequenza anche nelle linee di sangue ritenute migliori per i motivi sopra descritti. Nulla è altresì ascrivibile all’allevatore a cui accade questa cosa non essendo ovviamente lui il responsabile per le scelte, spesso motivate, operate da altri cinquant’anni orsono. La moderna ricerca genetica ha evidenziato che il gene che determina il pelo lungo è di tipo recessivo e molto comune, quindi un gene debole, cioè che per avere un effetto visibile sull’aspetto del gatto (cucciolo a pelo lungo) deve essere portato e trasmesso da entrambe i genitori, ma proprio grazie alla sua debolezza può restare latente, dunque non visibile, per parecchie generazioni per poi palesarsi all’improvviso magari solo in un cucciolo di una cucciolata e non ogni volta che viene ripetuto lo stesso accoppiamento. Quindi, anche riproduttori con pelo in standard e di fenotipo corretto possono essere portatori del gene recessivo del pelo lungo (questo gene non è visibile, non si palesa, se presente da solo nel corredo cromosomico) e dato che esso non si manifesta con regolarità matematica ad ogni cucciolata anche dello stesso accoppiamento per scoprirlo è necessario fare analizzare un campione di sangue del gatto. Fortunatamente ad oggi – impensabile negli anni ‘70 – è possibile sottoporre i propri riproduttori ad un’analisi specifica e affidabile, seppure ancora costosa e non disponibile in tutti i laboratori, per verificare se e quali soggetti sono portatori del gene recessivo del pelo lungo; purtroppo però sembrano essere ancora pochi gli allevatori che ricorrono a questa buona pratica prima di vendere o di acquistare un cucciolo a scopi riproduttivi. Per quanto riguarda l’aspetto fisico, cioè il fenotipo, del cucciolo a pelo lungo, quindi il soggetto generato da due riproduttori portatori del gene recessivo del pelo lungo che fisicamente non si differenziano da quelli non portatori, è stato spesso notato che questi cuccioli fino dalla giovane età hanno sembianze un po’ differenti rispetto agli altri cuccioli Chartreux: spesso appaiono più sviluppati, più grandi e il loro pelo al tatto risulta un po’ più morbido e liscio del solito restando anche visibilmente più sollevato dal corpo. Talvolta anche il pelo attorno al muso è più lungo e sporgente verso le estremità delle guance; si nota anche una certa differenza del pelo delle orecchie e di quello sul ventre che risulta essere con “ciuffi” più lunghi del solito. Talvolta il pelo di questi cuccioli ricorda quello del Main Coon, in altri soggetti è soffice come quello del Persiano. Mentre è difficile riconoscere con solo l’aiuto dei nostri sensi un cucciolo solo portatore di questo gene recessivo per i motivi fino a qui ampiamente illustrati. Tutto ciò premesso è evidente che non sia cosa poi tanto rara trovare ai nostri giorni un cucciolo di certosino a pelo lungo, è palese altresì che non sia una malattia e nemmeno un evento ricercato dall’allevatore. Dunque, solo allevatori limitati o critici azzeccagarbugli potrebbero pensare di nascondere, vergognarsi, o peggio ancora biasimare, cucciolini nati accidentalmente col pelo lungo derivanti da scelte operate da altri in un passato non recente. E solo un allevatore miope deciderebbe di procedere con la sterilizzazione insensata di tutti i soggetti portatori del gene recessivo a pelo lungo contribuendo così a un’elevata perdita di diversità genetica che già ora purtroppo scarseggia. La strada più corretta da incoraggiare sembrerebbe essere proprio quella della Selezione mirata testando innanzitutto i riproduttori e poi la prole ed inserendo nel programma riproduttivo d’allevamento i cuccioli non portatori del gene contribuendo così responsabilmente al mantenimento e progresso della razza. P.S.: la diversità genetica è rappresentata dalle differenze nel DNA tra un soggetto e l’altro all’interno della specie. Esse sono ereditate e si accumulano con quelle prodotte nelle generazioni precedenti creando appunto la diversità genetica di una specie che è il punto cardine su cui si fonda il progredire e la non estinzione della specie stessa. Infatti, se il numero dei soggetti costituenti la specie diviene troppo basso si assiste al fenomeno di inbreeding, cioè l’accoppiamento che vede coinvolti soggetti strettamente imparentati, con conseguente perdita di variabilità genetica ed esposizione della specie a rischi di accumulo di malattie ereditarie e di estinzione. Scritto da Ingrid Dall’Ora Titolare dell’Allevamento per la selezione della razza Chartreux DalTista. Articolo pubblicato in data 07.10.2020 sulla pagina italiana di Wikipedia sotto la voce Certosino (gatto).

Di questi tempi...

Di questi tempi ho cercato di mettere in sicurezza più che potevo la mia casa, ovviamente sempre un'igiene costante e in più ho aggiunto un depuratore d'aria e un generatore di ozono. Il depuratore d'aria rimuove le particelle ultrasottili fino a 0.02 ( 125 volte più piccole di PM 2.5 ) il 99.9 x cento dei comuni allergeni e il 99.9 x cento dei batteri, fino a qui va benissimo avendo in casa un asmatico. Il generatore di ozono lo utilizzo stanza per stanza, sterilizza da batteri, spore, virus, muffe e odori. Va benissimo anche per gli animali perchè fa morire parassiti, acari, pulci, tarme e protozoi. Tutte le mie Grigie vivono con me nel mio appartamento, niente giardino, nessuna gabbia, per cui è facilissimo sterilizzare gli ambienti. Ho predisposto calzari e disinfettante per chi verrà a conoscere i miei Sciamanini... si, ce la possiamo fare, l'importante è si crederci ma attuare strategie che possono aiutare credo che sia meglio....

In ricordo della mia sempre Tiffany


♥️♥️♥️♥️♥️

❤

Non ditemi che è solo un gatto...
Tu Tiffany mia sei molto di più, sei mia figlia, sei la sorellina di Mara, fai parte di noi e basta.
Non ditemi che è solo un gatto perchè se tutto il dolore che ho dentro ora diventasse freccia sareste morti all'istante!
Tu Tiffany mi sei dentro da sempre, da quando sei nata in un giorno importante, un 8 marzo del 2002.
Sono state le mie mani che ti hanno accolto in questo mondo, è stato il mio odore che hai sentito prima di quello della tua mamma, io ero sempre accanto a te e ci sarò per sempre!
Ti ha scelto Mara, chissà come mai ha scelto te nel mucchio dei sei piccoli urlanti grigini, ma sei stata tu da subito.
Eri l'unica con il fiocchetto ingombrante, eri quella amata e coccolata di più...
Sei stata per Mara la sua prima amica, per lei sei diventata bambola e nonna di capuccetto rosso, sei diventata principessa e strega.
Tu, straordinaria in tutto, umana fino a dormire allungata come me e Dario tra i nostri due cuscini e anche brontola se mi alzavo la notte e ti svegliavo.
Tu che a tutti hai regalato una testatina come a dare loro il permesso di accarezzarti.
Tu che eri il biglietto da visita di casa nostra, invadente fino a salire sul tavolo se avevamo ospiti ben sapendo che non ti avrei mai sgridato perchè non volevo offenderti davanti a persone non di famiglia.
Tu che tutti ti portano dentro, tutti sanno chi sei e come sei, sei la gatta più dolce, più vera e più nostra del mondo e basta.
Chi ha un mio Grigione ha anche te nei suoi ricordi, per te c'è sempre un pensiero, un sorriso, un filo che diventa amicizia correlato delle tue immagini, dalle tue fusa esagerate e dalla tua insistenza che a volte diventava invadenza.
Non ditemi che è solo un gatto, lei è Tiffany, mia figlia.
Abbiamo vissuto quasi 16 anni assieme e come figlia ti ho sempre messo al primo posto assieme a Mara, io sono sempre venuta dopo, io sono solo la vostra mamma, voi siete le mie principesse.
Anche nelle tue pochissime gravidanze come una figlia mi hai dato l'onore di esserci sempre, sorrido se ci penso, Tiffany, tu iniziavi a urlare ancora prima che iniziasse il travaglio.
Come una regina mi scodellavi i piccoli guardandomi con occhi pieni di dolore facendomi sentire in colpa, poi me li davi e basta, l'unico tuo compito era allattarli ma la mia presenza ti era necessaria.
Anche le notti le passavi nel lettone con i tuoi bambini, non c'era verso che tu stessi nella cesta, tu dovevi dormire con noi, tra di noi e ci portavi un piccolo per volta visto che noi lo rimettevamo nella cesta vicino al letto, tu allora ne prendevi un'altro e andavamo avanti fino a che sfiniti io e Dario ti accettavamo in toto, bimbi compresi.
Ricordo quelle notti passate sul bordo del letto, il dormire con un occhio aperto per la paura di schiacciare un bimbino, certo, l'unica a dormire alla grossa eri tu fiduciosa in noi... Dio che nostalgia di quelle notti....
Anche ora che non riesco nemmeno a vedere quello che scrivo da queste stupide lacrime ho già nostalgia di te, ora che riposi avvolta nella copertina rosa che ti piaceva tanto chiamo già Tiffany tutte le altre Grigie, che farò senza di te?
Sei stata bravissima come al solito, ci hai permesso di salutarti uno a uno, Mara è tornata a casa per te, ti ha chiamato con il vostro linguaggio e tu le sei andata incontro, stanca ma felice, ti sei lasciata pettinare e coccolare, vi siete salutate , vi siete date un arrivederci, lo so con certezza.
Anche Fabio ti ha salutato, con discrezione e da solo ma quando è uscito i suoi occhi erano gonfi di lacrime.
Il papà che non riesce a metabolizzare il dolore e che lascia questo compito a me,ti ha accarezzata e sicuramente ringraziato per tutto quello che ci hai dato.
Io che in questi 4 giorni li ho vissuti con te, attorno a te.
Alla fine eri anche stufa di avermi tra i piedi, si sa, ognuno muore da solo ma io questo non te l'ho permesso, te ne sei andata con me, io c'ero e ti ho accarezzato, ti accarezzerò per sempre!
Tu non devi andare in nessun posto, sei già a casa e lo sarai per sempre!
Tu sei nei nostri cuori, hai solo cambiato forma, ora sei l'energia dei ricordi belli, sarai per sempre un sorriso e sarai per sempre la nostra Tiffany.
Non ditemi che era solo un gatto, lei è mia figlia e basta!

Da sapere!

Quando si decide di acquistare un gattino da compagnia di razza è bene non farsi prendere dall’entusiasmo e dalla frenesia di avere subito un cucciolo da portare a casa ed effettuare invece una ricerca facendo particolarmente attenzione ad alcuni aspetti molto importanti onde EVITARE DI ESSERE TRUFFATI oltre che ASSICURARSI DI ACQUISTARE UN GATTINO SANO. Accertarsi sulla salute del cucciolo che si desidera acquistare vi eviterà dispendiose cure veterinarie in seguito.

DA CHI ACQUISTARE IL CUCCIOLO
Se volete comprare un cucciolo di razza è consigliabile cercare un allevamento “serio”. Non sostenete i negozi che vendono animali, perché i cuccioli che vedete dai negozianti sono cuccioli quasi certamente provenienti dal traffico d'animali oppure da pseudoallevamenti che producono cuccioli “in batteria” solo per essere venduti nei negozi ad un prezzo basso e siate cauti nei confronti di annunci su siti commerciali, in entrambi i casi potreste finire con un gattino malato e/o svezzato troppo presto. In ogni caso, contattate più di un allevatore prima di comprare un cucciolo e cercate un allevatore disponibile a fornirvi tutta la documentazione, le informazioni e le garanzie necessarie, parlate con lui anche di eventuali problemi di salute legati alla razza che vi interessa. Assicuratevi che siano stati effettuati tutti i test, genetici e non, sui genitori che il cucciolo sia stato sverminato e che abbia completato il ciclo delle prime vaccinazioni, che sia cresciuto con amore, in un luogo pulito e igienico e non in una gabbia. Se possibile, prima di acquistare un gattino, visitate l'allevamento e se intuite che qualcosa ''non va'' in un allevatore, cercatene altri.


QUANTO COSTA UN CUCCIOLO DI RAZZA?

Non è facile rispondere a questa domanda: dipende dalla razza (se è più o meno diffusa), dalla genealogia (il cucciolo potrebbe essere figlio di campioni e frutto di un lavoro di selezione in alta genealogia) e dall'allevatore. In genere in allevamento il prezzo di un cucciolo “da compagnia” può oscillare tra 600 e i 1.000 €.e. Acquistando il cucciolo da un privato la cifra può scendere, ma spesso i privati non presentano la stessa serietà degli allevatori ed è più facile trovare cuccioli che non abbiano tutte “le carte in regola”. Un acquisto dettato esclusivamente da una cifra allettante potrebbe non rivelarsi la scelta migliore, se tutto quello che avete risparmiato all'atto dell'acquisto lo dovete poi spendete in visite, esami ed interventi veterinari. Inoltre il costo di un gatto di razza non può essere determinato dalla presenza o meno del pedigree: il pedigree non ha un costo così elevato da giustificare dei prezzi bassi quando il gatto viene ceduto senza. Il costo reale del pedigree è di circa 15 -20 €.

CON PEDIGREE o SENZA?
Chi desidera un cucciolo da compagnia e non è interessato alla riproduzione o alle esposizioni feline, spesso ritiene che il pedigree sia inutile e in effetti, se il gatto verrà sterilizzato e passerà il resto della sua vita in casa, il pedigree “nella pratica” non servirà a niente. Va però ricordato che IL PEDIGREE È L'UNICO DOCUMENTO CHE ATTESTA CHE IL VOSTRO CUCCIOLO È DI RAZZA. Il pedigree è il certificato di iscrizione del gatto al Libro delle Origini (LO) di una determinata associazione felina. Questo significa che sul pedigree viene riportato l'albero genealogico del vostro gatto fino a molte generazioni indietro e viene così tenuta traccia della sua linea di sangue, pertanto solo il pedigree potrà garantirvi che il gattino appartenga realmente alla razza scelta. Se non avete alcuna preparazione specifica sulle razze feline potrebbero rifilarvi un meticcio spacciandolo per un gatto di razza. Acquistare un gatto con pedigree significa essere tutelati da eventuali truffe. E’ bene ricordare che per “gatto di razza” si intende un gatto in possesso di pedigree, pertanto chi promuove la vendita di cuccioli di razza senza pedigree infrange la legge italiana – Decreto Legge: DLG 529/1992 ART. 51 -

TEST DA RICHIEDERE
Per assicurarsi che il cucciolo che state acquistando sia sano, ci sono alcuni test che potete e dovete richiedere. Si tratta di test che vengono effettuati sui riproduttori, quindi validi per tutte le cucciolate: non vi è quindi la necessità di testare ciascun cucciolo se i genitori risultano negativi a tutti i test. Il test principale da richiedere è il FIV/FeLV. La FIV è in sostanza l'HIV dei gatti, mentre la FeLV è la leucemia felina. Sono patologie sostenute da virus trasmissibili da gatto a gatto, patologie incurabili e con prognosi infausta. Esistono poi delle patologie genetiche, come ad esempio la PKD nei Persiani e la HCM nei Maine Coon che colpiscono rispettivamente i reni e il cuore.