Ulisse de la Sciamana
Flora faceva fatica a seguire la donna sul viottolo di montagna, nonostante l'età la vecchia sembrava volare più che camminare...
Come sempre quando la " zia " chiedeva nessuno rifiutava e volere lei come aiutante lo faceva diventare un pregio.
Impacciata dal grande sacco che le pendeva dalle spalle Flora cercò di allungare il passo non rendendosi conto che la vecchia si era fermata le rovinò addosso...
Solo la mano larga e nodosa della vecchia le impedì di cadere,
dalla bocca tutta pieghe uscì un borbottio senza senso ma gli occhi erano buoni.
Sempre tenendola per mano arrivarono alla raduna dove c'erano le erbe rare.
Bisognava guardare bene per vedere il cerchio, non a tutti era dato quel privilegio, Flora lo sapeva bene e aspettò le direttive della " zia ".
La vecchia si posizionò su un cumulo di terra e muschio con gli occhi fissi in quelli della bambina.
Che l'Ocia urinasse in piedi la bimba lo sapeva ma non l'aveva mai vista e guardò con stupore il rivolo che scendeva dalla gonna scura tenuta allargata dalle gambe e che finiva con il tipico rumore scrosciante tra il muschio...
La figura dell'Ocia era grande guardandola dal basso, era maestosa nella sua verità e tutte le sue stranezze diventavano medicine per guarire.
Borbottando l'Ocia mescolò la terra mista alla sua urina e la raccolse in una tabacchiera facendola sparire in una delle mille tasche della sua immensa gonna nera.
Il compito di Flora era di tagliare dei fiori, l'Ocia gli aveva spiegato che solo le mani di una bambina che non aveva avuto le sue " regole " poteva farlo e anche se lei non capiva cosa volesse dire eseguiva tutti gli ordini con grande impegno.
I fiori venivano messi nel sacco e sopra si accumulavano altre erbe, ogni volta l'Ocia diceva i nomi e voleva che Flora li ripetesse quasi fossero delle lezioni.
Anche il pranzo era frugale e strano con l'Ocia, pane raffermo avvolto in fette di lardo e da bere una tisana che sapeva di mille fiori e che era la cosa più buona che Flora ricordava di quelle giornate.
La discesa verso il paese era segnata da canti intrecciati con grida di rondini e alla bimba sembrava di appartenere a tutto il mondo e era solo serenità ...