DELILAH DE LA SCIAMANA
Era una corsa contro le nuvole cariche di pioggia, il fieno era secco e si doveva portarlo al riparo nella baita.
Il prato era una distesa ormai spoglia, l'ultimo sforzo e poi avrebbero finito, le grida delle donne si perdevano in fretta in quel caos fatto di tutto...
La bambina si caricò sulle spalle la gerla grande, colma di fieno e ancora di più..
Per un attimo il peso la fece barcollare, sarebbe caduta se due mani non l'avessero aiutata.
Piano piano iniziò a salire,vedeva la baita in alto e sapeva che non doveva fermarsi, il vento forte la spingeva e la paura di non riuscire la faceva tremare.
Mille fuscelli scappavano dalla corda messa a mò di fermo e le si infilavano nella canottiera, si incollavano alla pelle umida di sudore e il prurito era insopportabile e basta!
Sentiva il vento che faceva cantare adagio gli abeti e i larici al confine del bosco, il sole ormai giocava a nascondino con nuvole buie e la distanza dalla baita sembrava non diminuire mai.
Poi si trovò come lo svegliarsi di un sogno sulla soglia e ben sapendo che non sarebbe riuscita a togliersi la gerla dalle spalle letteralmente si buttò a schiena nel mucchio enorme del fieno raccolto in quella giornata.
Aspettò che il respiro tornasse normale, sgusciò fuori dalla gerla, si girò e resto immobile... finalmente... finalmente ....
Dal portone entravano dei raggi storti di sole e su questi ballavano mille e mille particelle di tutto, si allungò nel fieno e il profumo la fece starnutire, fece un quasi letto e si beò di esistere e basta.
Le prime gocce di pioggia sul tetto, metà zingato e metà scandole, due suoni diversi, quasi un concerto e il vento non era più gentile ma forte, esigente, tutto il bosco era scosso e urlava violentamente accompagnando i tuoni e i bagliori spegnevano i raggi del sole.
La bambina si mise a cantare felice ma nessuno la sentiva troppo il fragore della vita in quel momento, lei lo sapeva e per questo cantava.......