JOLIE DE LA SCIAMANA,
pronta a lasciarmi.....
Subito la guardasti in modo strano e dovetti spingerti per farti capire come si apriva lo sportellino. Non è che ti fidavi molto ma io pensai che dovevi solo abituarti. Che errore! Iniziò allora un periodo dove facevi la pipì ovunque. Tornavamo a casa la sera e trovavamo una pozza immensa davanti al portone che nella peggiore delle situazioni veniva spalmata nell’ingresso con l’apertura della porta. Poi anche sul letto, sul nostro caldo piumone. Eravamo disperati. Eravamo sempre avanti indietro dalla lavasecco; un giorno non siamo neanche riusciti a dormirci con il piumone pulito perché ci facesti la pipì sopra prima che potessimo usare il letto per dormirci la notte. Ma chissà cosa avrai pensato, secondo me dicevi, “certo che questi sono proprio due testoni”.
Poi la folgorazione! “Ma non è che gli dà fastidio farla dentro alla lettiera chiusa? Proviamo a togliere la copertura”. Ma perché non ci avevamo pensato prima? Tolto il coperchio, finito il problema. Ecco, eri claustrofobico! Ecco perché non avevi mai usata la cuccia ad igloo, eri proprio claustrofobico. Per questo motivo, a differenza di Chicco, non ti sei mai infilato sotto le coperte per dormire.
Piccolo tesoro, hai mostrato il tuo disagio e questi due dadi brutti non ti avevano capito. Che sollievo, forse più per noi che per te. E’ tremendo capire che c’è qualcosa che non funziona ma non sapere cosa.
E’ così è iniziata la tua età adulta. Come tanti certosini ti piaceva accucciarti dentro al lavandino, dentro al bidè, adoravi metterti sul lavello in acciaio della cucina mentre stava andando la lavastoviglie, guardando curiosamente dentro allo scarico quando questa scaricava l’acqua. Ti piaceva anche stare sulle sedie sotto al tavolo, ma presto una non bastava e poi non hai trovato spazio per salirvi sopra, eri troppo grosso!
E poi eri un gatto tecnologico! Non ci si poteva avvicinare al computer che, opplà, saltavi sopra alla scrivania sdraiandoti lungo la tastiera ed appoggiando la testa sulla mano che usava il mouse. E ti dava anche fastidio che la mano si spostasse per cui cercavi di premere per bloccarla. Ti stendevi in modo che con l’altra mano potessimo massaggiarti la pancia e ci saresti sempre stato ore, tanto che le nostre mani arrivavano al formicolio. E se tentavamo di spostarle cominciavi a leccarle con la lingua ruvida fino a fare quasi male.
Ovviamente il bagno non si poteva chiudere; quando era proprio necessario chiuderlo, ti ospitavamo dentro altrimenti cominciavi da fuori a battere sulla porta come un pugile per farti aprire. Quando mi struccavo arrivavi subito sul mobile con il lavandino e volevi aiutare a modo tuo. Cominciasti così a bere dal rubinetto. Poi, quando fosti in grado, lo facevi dal bidè, appoggiando le zampe anteriori sul bordo e bevendo dal miscelatore, proprio come un umano.