Biricchino! Spaventare così la tua mamma umana che tanto ti vuole bene.
Ad agosto 2008 venne il tempo di andare in vacanza. All’epoca andavamo in Puglia a trovare Vittorio, Antonella ed Andrea. Il tuo primo grande viaggio, 600 chilometri. Ti caricammo in macchina e, come da manuale, iniziasti a lamentarti ma non più di tanto. Chicco ci aveva abituati a strazianti lamenti, sudori freddi, cacca nel trasportino. Tu no, dopo un po’ di proteste ti mettevi sdraiato con rassegnazione dentro il trasportino; ti sei sempre lamentato solo nel momento in cui il dado apriva il finestrino per far uscire il fumo della sigaretta; ho sempre pensato che piuttosto che la corrente d’aria ti desse fastidio il rumore. Arrivati in Puglia ci fermammo subito alla casa al mare degli zii umani dove, con il tuo primo guinzaglietto, ti liberammo sotto la veranda. Non essendo abituato agli spazi aperti, facesti di tutto per poter entrare dentro in casa. Avevi già stupito tutti con la tua simpatia e bellezza (c’erano stati forse dubbi in questo????!). Come negli anni precedenti, avevano predisposto per noi il piccolo appartamento sotto casa di Mena, dove, in tutti i mobili appoggiati lì, potevi sbizzarrirti giocando a nascondino. Avevamo portato i tuoi giochi per farti sentire come a casa.
Una sera, rientrando dopo cena, ti trovammo sopra il divano mentre stavi compiendo atti osceni con il topone dell’Ikea. “Ahhh, il nostro cucciolo non è più tanto cucciolo, al rientro bisogna assolutamente prendere appuntamento con il veterinario per la sterilizzazione.”
Toccò a me portarti dal veterinario ma eri già piuttosto grandicello tanto che avemmo delle difficoltà a rimetterti steso, ancora un po’ sotto anestesia, dentro al trasportino per portarti a casa. Ti avevo predisposto un’area di sicurezza, con una ciotola d’acqua e tanti cuscini, per proteggerti nel momento in cui ti saresti alzato nel tentativo di andare in giro per casa. Anche il nonno umano Franco era venuto a trovarti, per vedere come andava.
Già la sera eri quasi ok, nelle piene attività, non dico proprio ludiche, ma eri a posto.
Credo sia stato allora che hai smesso di ciucciare il nastrino, che peccato, mi facevi tanta tenerezza. Quell’anno trascorremmo poi anche una settimana in appennino bolognese, al Querciatello. Come negli anni precedenti, nel piccolo borgo era presente una colonia felina, che già con Chicco ci aveva fatto preoccupare. Ma non ti piaceva socializzare con gli altri gatti, nemmeno con dei piccoli gattini ai quali abbiamo provato a metterti in contatto che hai allontanato in meno di un minuto con un soffio che aveva parvenza più di un ruggito tipo Metro Golden Mayer.
E crescevi, crescevi, non smettevi mai di crescere. “Ruben, amore, guarda che la lettiera che era di Chicco è diventata piccola per Charlie, bisogna comprargliene una più adatta a lui. Perché non prendiamo la lettiera chiusa, con lo sportellino, come quella che ha Barbara per Krios e Cagliostro?” Dato che la casa è piccola e nel bagno una lettiera non entra, una versione chiusa dentro al cucinotto mi sembrava la soluzione ideale.