Benvenuti a voi che passate per questa mia casa, l'allevamento de
I Certosini della Sciamana!

Lo so che questo sito è anomalo, lo so, abbinare al mio piccolissimo allevamento di gatti certosino i miei pensieri mi rende fragile...

Scrivere, buttare fuori le mie emozioni siano belle che brutte è uno scaricarsi che mi fa andare avanti anche se a volte è difficile come credo lo sia per tutti la vita. Scrivere, raccontare di me, dei miei Sciamanini mi rende serena, attraverso loro ho fatto amicizie che durano da anni, perchè si, sono ben 26 anni che convivo con questa splendida razza di Gatti Certosino e ogni cucciolata è rimasta nel mio cuore.

Chiedo venia a chi passerà a trovarmi, sicuramente troverà un sacco di errori ma anche tanta ma tanta bellezza nelle foto dei miei Sciamanini.
Le foto che sono su queste pagine di Certosino adulti sono tutte state mandate da chi li ha cresciuti e con i quali io resto sempre in contatto.

Per cui ricordatevi sempre che chi vuole un mio Sciamanino avrà anche me accanto. Grazie per avermi letto e ...... Gatti Certosino/ Sciamanini per sempre!!

Ecco la mia Giuggiola!

Mai nome fu più giusto, lei è veramente una giuggiolina, una gioia.

Lei ha quasi 9 mesi e se ricordo bene è una delle rarissime mie Grigione diventate "signorine " a nemmeno sei mesi, un casino i suoi urli di notte e di giorno.

Ovviamente non si può portare a nozze una bambina e allora per ovviare al suo disagio ho iniziato a darle le capsule di melatonina e per fortuna funzionano!

Io sono innamorata di questa ragazzina, a parte la sua bellezza ha un carattere da..... giuggiola, appunto, con lei si ride sempre, lei è sempre a fare coccole e cercare il contatto fisico, a volte è troppo tutto...

Sono veramente contenta di come sta crescendo e sono più che sicura che i suoi piccoli ( a suo tempo) saranno delle meraviglie sia in bellezza che in carattere, Sciamanini insomma, semplicemente e sempre Sciamanini da amare.

 

 

Ora è il momento giusto per allargare la mia famiglia di Grigione!
Sono anni e anni che ho solo Sciamanine ma ora è giunto il tempo di far entrare una giovinezza nuova.
 
Cercare cuccioli in Italia è veramente un'impresa, tutti siamo gelosi dei nostri Grigioni/e e difficilmente diamo da riproduzione.
Per mia fortuna ho un filo che mi lega all'allevamento DEL LIONELLO, il filo si chiama Calipso della Sciamana e ha dato i suoi frutti.
Raccontare il tutto è inutile ma ora abbiamo una cucciola splendida e dal carattere dolcissimo.
Benarrivata Krizia del Lionello, ci hai già fatto innamorare tutti, Tata compresa.

 

Era di Maggio, il mese più amato.

Maggio fatto di luce e di nuovi sogni.

Maggio pieno di aspettative odorose.

Maggio vissuto di sogno  fatto di corsa lungo scale consumate da mille scarpe  verso nuove vite.

Maggio mese delle spose bambine, di quelle che sognano principi azzurri...

Lei non era una di quelle, lo pensava mentre accarezzava camminando i ranuncoli, con un gesto rapido colse un nontiscordardime e sorrise.

Maggio per lei solo un mese come un altro e i suoi sogni non erano sui principi, non ci aveva mai creduto nelle favole.

Anche i libri che leggeva o che aveva letto parlavano di realtà e non di principesse e favole.

Certo, anche lei sapeva sognare ma non dimenticava mai che erano solo degli stupidi sogni e questo la teneva ben salda alla terra.

Così quando incontrò il ranocchio mai pensò che era un principe e lo ignorò.

Ignorò il suo gracchiare alla luna.

Ignorò la sua insistenza nel trovarsi sempre sulla sua via.

Ignorò ogni battuta delle sue amiche che decantavano la bellezza del ranocchio.

Ignorò ogni cosa del ragazzo che ogni giorno le mandava un nontiscordardime e alla fine restò sola non la sua realtà....

 

 

 

...

Essere Sciamanini e nascere in una notte magica è veramente fonte di un'energia immensa.
Nascere nella notte dove si festeggia Beltane , la notte purificatrice dei fuochi sacri, la notte che da inizio alla luce dell'estate, la festa della vita!
Nascere percorrendo un travaglio fatto di carezze e di parole dolci, nascere accolti da mani amiche e già pronte a dare tutta la tenerezza del mondo fa illuminare ancora di più la notte.
Sciamanini nati durante la notte del primo maggio, travaglio lungo ma sereno, quattro piccoli vitalissimi che forse consapevoli della magia dell'attimo sembravano danzare mentre ancora bagnati cercavano il calore della loro mamma.
Quattro piccoli meraviglie, i primi giorni sono molto delicati per le mamme, tranne che pesarli e coccolarli li lascio sempre tranquilli.
Verdiana è una mamma molto possessiva e non ama specialmente nei primi giorni che i piccoli vengano toccati.
 

 
Passati i giorni critici, come dico io la situazione cambia, sicuramente il rapporto di fiducia che ha con me prevale e posso fare quello che voglio con i piccolini e allora me li stracoccolo a mille.
Ora stanno crescendo molto bene, Verdiana ha tanto latte e poi la sto superalimentando, certo che Giuggiola ha capito subito dove andare per lappare una pappa buonissima.
Sciamanini...

..
 

 

 

é da lunedì che i piccoli hanno accesso al lettone e è da lunedì che Verdiana gira per casa come una tigre!
Una tigre che ruggisce e cerca lite con tutti, grigioni e umani.
Non ci sono coccole o bocconcini unici, Verdiana non si lascia comprare con nulla, si sente tradita e lo dimostra chiaramente.
Sicuramente per lei la goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata l'invasione nel lettone, suo territorio personale.
Verdiana ha un carattere, diciamo, particolare, lei è un alfa e lo si capisce subito, è lei che mangia per prima, è lei che conduce i giochi e è lei che decide chi deve giocare.
Ovviamente la nascita della cucciolata di Fiore è stata accolta con soffi e ringhi, di entrate in nursery con uscite sceniche con peli tutti dritti a mò di riccio tra l'indifferenza di tutti, questo deve essere stato per lei uno schiaffo al suo potere di "capa".
Due mesi sono passati così, tra ringhi e brontolii ma la notte Verdiana aveva il suo posto sul lettone e le cose rientravano nella solita routine ... fino a lunedì.
Lunedì ho tolto la barriera che c'era davanti alla porta della nursery e ho dato il via al lettone ai piccoli grigini, così è iniziata una guerra.
Una guerra fatta di urla e di soffi da fare invidia a un tornado!
Verdiana ha iniziato a girare per casa incavolata nera, nessuno si salvava, menava tutti.
Verdiana ha un corpo molto bello con gambe lunghe e le sa usare, credetemi, ne sa qualcosa il pollice del mio piede che l'altra mattina ha preso come bersaglio alla sua rabbia, un male....
Beh, si capiva a mille che si sentiva tradita da me, me lo dimostra in mille modi, anche facendo la svenevole con mio figlio Fabio, come lo vede si rotola e gli mostra la pancia per avere le coccole, cosa che non fa mai.
Fino a oggi siamo andati avanti così, tutto un aprire e chiudere la porta che immette nel reparto notte, Verdiana entra, fa una ringhiata, controlla dove sono i grigini poi ululando raspa disperatamente alla porta per uscire.
Ma oggi c'è stata un'evoluzione...
Sicuramente Verdiana ha capito che i Grigini non sarebbero spariti e che ormai la guerra era persa per cui...
Oggi a fare il pisolino nel lettone eravamo in compagnia, Verdiana ai miei piedi e un pò in disparte il resto della ciurma.
Com'è il detto?
Se non li puoi battere unisciti a loro.
 

 
 
 

 

FREDDIE DE LA SCIAMANA

Si diventa "grandi" anche da soli.
Si, si diventa adulti anche senza la sicurezza di un abbraccio ma ti resterà dentro una malinconia immensa di quello che poteva essere diverso.
Diventerai un adulto solo, imparerai a spaccare il capello in quattro, nulla sarà bianco o nero ma tutto avrà mille sfacettature.
Imparerai a contare solo su te stesso, sarai esagerato nel proteggere chi ami e pretenderai il massimo da te stesso sempre e comunque!
Sarà difficile perdonarti se sbagli, ti farai mille e mille esami di coscienza per capire il perchè delle tue mancanze.
A volte sarai talmente fragile che ti nasconderai a piangere perchè hai pianto tante volta da sola che ti sembrerà normale nascondere il tuo dolore.
Avrai tanti dubbi e pochissime certezze e ti aggrapperai a queste,  cercherai solo di vivere in serenità lasciando fuori il mondo.
Si diventa "grandi" anche da soli, poi ci sono certe feste stupide che ti riportano a pensare a tante cose mamma, e da mamma capisco.
Capisco le tue mancanze da mamma e le mie mancanze da figlia.
Credo che non ti sia stato facile avere una figlia come me, diversa in tutto da te e sempre in guerra con te e tutto il resto del mondo.
Certo che il tuo sminuirmi ha scavato gallerie immense nella mia autostima, ci ho impiegato anni a capire che la tua era solo la paura del non riconoscermi, del mio essere così diversa e della risposta al mio rifiuto.
Mi spiace che non ci siamo mai conosciute, amate, accettate, chissà perchè ti ho scelto come madre...
Chissà perchè ho scelto Te, perchè mi è stato chiaro fin da subito che ero stata un imprevisto e non mi avete mai permesso di dimenticarlo ma io caparbiamente ho voluto nascere e ho sfidato il mondo...
Si, sono diventata adulta e ora anche da quasi anziana mi ritrovo a pensarti, ci sono cose che non riesco ancora a perdonarti, a perdonarmi e so che continuerò così per sempre perchè anche tu sei una sfacettatura di mille cose e so che in fondo mi hai amata.
Sei mia madre ma anche mia figlia, ti rivedo con tutte le tue fragilità e mi spiace tanto, tantissimo, sicuramente tu non hai avuto la forza e la curiosità di conoscermi.
Io allora mi sentivo nel giusto e non ti ho mai dato la possibilità di conoscermi, non ti ho mai aiutato a conoscermi.. ad amarmi...
Ecco, ancora oggi è la stupida festa della mammma che devo dirti?
Buona festa della mamma lassù tra le stelle, magari stasera ci saranno stelle cadenti fatte di lacrime.....
...

CHEOPE DE LA SCIAMANA  CON LA SUA REGINA 

Buongiorno a questo sabato di fine maggio.
Buongiorno alla sveglia data dal cinguettio degli uccellini.
Il chiarore della primavera che quest'anno ti ha fregato e ti ritrovi in un'estate sconosciuta e non desiderata.
Stai ferma, immobile, guardi tutta quell'esplosione di vita e ti senti disagio.
Tutto attorno è un inno al fare, al correre al guardare e tu sei legata da una corda fatta di una paura bastarda.
I giorni sono tutti uguali ad aspettare notizie anche se sai che non cambierà molto e intando ti perdi in paranoie stupide, consapevole della tua stupidità.
Così ti ritrovi a fine maggio svegliata da una primavera prepotente che ti fa sentire vecchia e bacucca, capisci che non vale la pena nasconderti, tanto sarà lo stesso.
Spalanchi tutte le finestre, respiri l'odore del gelsomino così intenso da darti quasi nausea, osservi le " tue " rondini che scendono a salutarti e sorridi.
La vita è sempre bella, vale sempre la pena di sognare e si, anche di piangere, i rischi vanno valutati e bisogna buttarsi nella mischia, aspettare Godot non vale mai!

FIORE DE LA SCIAMANA

 

Ci si può inventare un vivere diverso?
Una vita nuova, imparare a gestire le proprie emozioni?
Credo di si ma siamo troppo legati alle nostre abitudini.
Siamo talmente abituati al nostro fare che il mantra del "seguite le regole" è una violenza.
Cerchiamo di abituarci ma è difficile, ci manca il calore dell'allegria.
Si, ci manca l'abbraccio vero, ci manca il poter respirare senza l'orrenda paura di incontrare l'untore inconsapevole.
Ci si sente vulnerabili e si, vecchi.
Vedi ragazzi che nella loro giovinezza se ne fregano di mascherine e guanti, tu li vorresti sgridare ma ti freni.
Se tu quella a rischio serio, loro hanno dalla loro parte l'incoscienza del credersi immortali...
Pensi che non sarà più nulla come prima e ti stupisci di non avere progetti per il futuro.
Siamo già al futuro, ogni giorno, ora dopo ora, si vive in una grande bolla fatta di domande senza risposte e basta.
Solo poche certezze dettate da chi in fondo ne sa quanto noi, cioè nulla ma rispettosamente abbiamo imparato "le regole".
Auguri a tutti noi umani, speriamo di cavarcela in qualche modo....

...

NAUSICAA  DE L'OCEAN D'AMOUR  E  ELFA  DE  LA SCIAMANA

 

 

Mi ricordo...
Saranno i miei lontanissimi diciotto anni ma mi ricordo...
Stavo lavorando quando dalla radio esplose la notizia...
Una bomba a Brescia....
Ricordo la paura e la rabbia...
I miei diciotto anni erano intrisi di rosso e ero attiva nei gruppi del mio paese, tante manifestazioni e tante canzoni contro un sistema che non ci contava..
Ricordo quella sera... Desenzano era tutta una lacrima!
Ci si abbracciava a si cantava " bella ciao" brividi e basta!
Mi ricordo....
Funerali di stato e il presidente Leone che si stringeva alla sua scorta pieno di paura al nostro urlo collettivo..
FUORI.... FUORIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII
La piazza isolata e le bandiere a formare una tettoia a una rabbia che esplodeva in lacrime e insulti....
Mi ricordo, mi ricordo tutto....
Mi ricordo.. ma a cosa serve?
Non è cambiato nulla...
Solo i sogni sono ora veramente sogni....
Ognuno pensa solo a se, finito il tempo dei sogni e delle canzoni cantate contro a un sistema che ci faceva e ci fa prigionieri...
però dentro, in fondo nulla è cambiato e ancora canto dentro di me...
BELLA CIAO.....

...

Il nostro Charlottino che aspetta la primavera.....

Bello come il sole e basta !!!!!!!!!!!!!!!

 

Si perdono per strade tante persone....
Sicuramente rimarrà tanto rimpianto, ma le cose belle vissute assieme, le emozioni, l'affetto e tutte quelle cose che per un attimo ci hanno fatto sentire in sintonia rimaranno dentro di noi per sempre e basta!
Poi le scelte ognuno di noi le fa, le colpe saranno e rimarranno sempre a metà!
Non ci scorderemo mai la perdità di ciò che questo lasciare andare comporta, fa nulla se uno resta deluso quando vede che l'altro molla.
L'altro molla perchè forse non credeva in un'amicizia vera, forse si cerca il perchè e a volte non c'è un perchè ma solo tanta delusione e paura.
Paura di essere ancora feriti e basta!
Per cui....
Si va avanti, un pò più poveri e basta!
Buona Vita a chi crede che non possa esistere un'amicizia fatta solo di sensazioni dettate dal cuore e senza secondi fini, a volte voler cercare un motivo a tutto si resta da soli...

...

GANDALF DE LA SCIAMANA

Quasi tre anni fa avevo una cucciolata di cinque Grigini, da subito si vedeva bene che erano tre maschietti e due femminucce.
Passano i giorni non c'è alcun dubbio, sono due femmine e tre maschi!
Una mattina l'urlo di mia figlia mi fece spaventare e correre in nursery....
Ricordo le sue parole " mamma, questa piccolina ha qualcosa che gli esce dal sederino"
Guardo e si, è vero, dalla vulva esce una pretuberanza anomala e inquietante...
Di corsa mi precipito dal veterinario esternando un mio personale dubbio.
A me sembrava un piccolo pene.
Ricordo ancora la sua risata, " si è un pene, questa/o gattino è un ermafrodita "
Mamma mia che sconcerto, povero/a piccolo/a , e ora?
Rassicurata dal veterinario il quale mi ha spiegato che tutto si sarebbe risolto con la sterilizzazione sono tornata a casa .
Ora dovevo trovare una casa amica per lui/lei.
Per fortuna Gianna ha deciso che dove stavano due Grigioni ci stava anche un terzo e così è stato.
A suo tempo il piccolo/a è stato sterilizzato e si è scoperto che era un maschio solo che aveva un piccola vulva.
Ora il nostro Gandalf vive sereno e amato.
Grazie Gianna .

Nausicaa de l'Ocean d'Amour

Alla fine tutto torna a galla!
Possiamo essere forti ma quando il nostro corpo non ce la fa più ci manda il conto.
Tu credi di essere forte... dura e quasi invincibile forte solo di quello che hai dentro.
Ma quando i problemi diventano immensi dentro di te ti senti perduta e basta.
Si combatte senza limiti ma i limiti ci sono .. eccome se ci sono!
Ti dicono... " brava, hai salvato tuo figlio " 
Ma che cavolo dicono?
Normale tutto quello che ho fatto, sono sua madre e istintivamente so i suoi bisogni....
L'ho fatto nascere, veramente hanno dovuto strapparlo da me...
Lo so, è un mio difetto... non lascio mai andare chi amo....
L'ho cresciuto con tutto l'amore che potevo.. ovviamente avrò sbagliato.... non esistono genitori perfetti... mamme poi... lasciamo stare....
E poi?
Basta un attimo e tuo figlio sparisce?
Non esiste...
L'esperienza di ben vent'anni a lavorare in ospedale fa si che il personale dell'emergenza colga la mia calma...
Fatto sta che dopo giorni e giorni di inferno se ne esce e basta...
Mesi fatti su tabelle mediche, controlli e ancora controlli...
Passa un anno e sembra che l'incubo sia finito...
Io stupidamente programmo tutto al positivo, abbiamo già dato tanto.. tantissimo al dolore che mi sembra doveroso programmare solo la serenità... la felicità non mi interssa.. voglio solo serenità e basta!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Ma non teniamo conto mai delle Fate Madrine, quelle bastarde, quelle che amano mettersi di traverso e così si arriva lì....
All'improvviso crollo e basta...
Di colpo mi ritrovo in Emodinamica con il quadro catastrofico di mio figlio...
Crollo sulla sedia piango e basta...
Passano i giorni e per forza mi devo fare forza ma il mio corpo mi lascia indietro...
Si va avanti ma il bolo isterico la fa da padrone.. la notte mi sveglio e la sensazione di soffocare è talmente vera che ci vuole tutta la mia intelligenza per spiegare al mio cervello emotivo del pessimo scherzo che mi fa..
La mattina mi alzo talmente stanca che uscire a camminare è un'imposizione che mi faccio e basta!
Per ora BASTA veranno tempi migliori e .... BASTA....

 
 

 

CAMELOT DE LA SCIAMANA  (piccino )

 

Era una mattina calda, si era all'inizio dell'estate e ero intenta a fare le solite cose di casa.
Il suono del telefono trillò facendomi sobbalzare, alzando la cornetta al mio pronto sentii solo una specie di singhiozzo.
Con fatica sentii solo il nome che subito associai a Camelot.
Camelot ora ha quasi sei anni ma allora era un giovane monello.
Per un attimo la paura mi invase anche perchè Daniela faceva fatica a parlare e in sotto fondo c'erano mille voci che chiamavano " Camelot... Camelot.." come una nenia... come un mantra.
Alla fine Daniela riusci a spiegarmi cos'era successo.
Daniela d'estate va in campeggio sul lago di Garda dove ha una casetta mobile e ovviamente si era portata il suo Camelot il quale non dava problemi.
Camelot in campeggio lo conoscevano tutti e era la mascotte di tutti, chissà cosa era successo quella mattina, forse uno scoiattolo lo aveva sfidato dato che era salito su un albero alto alto e ora se ne stava lassù miagolando e guardando le tante persone che lo chiamavano da terra.
Daniela con le lacrime nella voce mi chiedeva consiglio.
Ricordo che scoppiai a ridere forte dicendogli che la mattina dopo avrei trovato l'articolo sul Bresciaoggi se non riuscivano a recuperarlo senza chiamare i pompieri!
Gli dissi di mandare via tutte le persone sotto quell'albero e di lasciarlo tranquillo per un pò e poi di cercare di farlo scendere andandogli incontro a metà strada.
Certo che mandare via tutti fu difficile anche perchè in tanti spargevano consigli sul da farsi e non volevano proprio voltare pagina.
Alla fine rimasero solo gli affetti più veri di Camelot il quale piano piano si calmò e sicuramente capi tutto.
Filippo salì ramo dopo ramo sempre parlando con il suo Grigione il quale lo aspettò rispondendogli con miaigolii teneri.
Alla fine quando Filippo gli offrì la schiena come piattaforma su cui saltare Camelot non se lo fece dire due volte, atterrò con dolcezza sulle sue spalle e non si mosse più fino a terra.
Daniela mi raccontò il lieto fine, finalmente rideva anche lei.

 

 

L'amicizia, quella vera si sa è rara.
L'amicizia, quella vera quando nasce difficilmente si perde.
Può nascere a pelle, incontriamo persone che sentiamo simili a noi, è un " finalmente ti ho ritrovato/a " !
L'amicizia, quella vera non va neppure " coltivata ", non serve, fa parte di noi e basta.
Se l'amicizia si spezza, se si rimane da soli senza un perchè dopo aver creduto che era un rapporto importante ci si è sbagliati anche se il dolore è tanto.
Un dolore che da sgomento e rabbia.
Magari si aveva aperto cuore, si è fatto entrare nel nostro mondo ( mondo che non si apre a tutti, sia ben chiaro ) l'amico/a e si era investito in sentimento e coinvolto i nostri affetti più cari, insomma si era fratello/sorella.
Quanta delusione rimane dopo e per sempre...
Non si torna indietro, anche se ci si prova, si può tentare di tornare sui propri passi ma non ci sarà mai più la fiducia, inutile, quando un vaso è rotto non si può incollare, nemmeno con tutto l'oro del mondo, non guarirà tutto il dolore dentro...
L'amicizia è totale, l'amicizia è anche farsi del male ma chiarire subito se c'è un qualcosa che ci rode dentro, non permettere a dubbi di iniziare a creare un distacco fatto di silenzi.
Se siamo sicuri di quello che contiamo ogni cosa va chiarita da subito guardandosi negli occhi e sicuramente non si mette mai in dubbio la lealtà dell' amico/a.
A volte siamo come bambini e ci lasciamo trascinare dal Lucignolo di turno credendo a tutto quello che ci dice, gli diamo l'importanza della Verità e così perdiamo persone che mai credevano al Gatto e la Volpe....

...

Cagliostro de la Sciamana,

oggi festeggiamo il loro primo anno di vita

Charlot de la SCiamana,

un anno fa durante la notte è passata la cometa e ha illuminato la nascita di queste vite....

Chopin de la Sciamana,

tutti bellissimi e tutti coccolosi

Clayton/Bjorn de la Sciamana

tutti speciali per me e per le loro famiglie

Caspian de la Sciamana,

loro sono Guardiani di Vita e molto di più....

AUGURI 

Palmiro de la Sciamana 

 

Stamattina mentre ero a fare la solita camminata di un'ora mi davo della sciocca, ma chi me lo aveva fatto fare?
Stamattina pioveva a dirotto ma era il vento quello che mi buttava via l'ombrello e mi esponeva a tutto quel diluvio.
Le piante sembravano impazzite e sotto le loro chiome la pioggia era a scrosci, mi entrava nelle scarpe e praticamente sgocciolavo come un povero spaventapasseri dimenticato in mezzo a un campo di grano già falciato.
Ma non ho mollato, ho fatto i miei dieci giri, praticamente sei chilometri, li faccio come terapia contro la pressione alta.
Si può dire che è un'ora dedicata a me, ai miei pensieri e riflettere su ciò che mi accade.
Stamattina ho pensato a quanto è cambiata la nostra vita.
Dopo essere stati all'inferno ne siamo usciti anche se rimarrà sempre una parte nascosta uno all'altra fatta di paure e di speranze.
Rimarranno quelle lunghissime giornate e quelle interminabili notti appesi al telefono. 
Telefono che tu fissavi ordinandogli di non suonare e basta!
Telefono che quando suonava ti faceva morire e basta!
Ma ora è tempo di andare avanti, e di ricominciare.
Lo abbiamo fatto, lo stiamo facendo.
In casa mia ora si ride sempre, ogni occasione è buona per farci una risata, il prenderci in giro, il raccontarsi episodi  lontani e buffi...
Gli abbracci non si contano e anche il " ti voglio bene".
Siamo rinati in quattro e stiamo imparando a conoscerci, la cosa mi fa bene, ci fa bene.
I buffi messaggi sul telefonino con relativi filmati di smorfie esagerate con i baci buttati a mille.
Siamo quattro nuove persone che hanno capito la fortuna che hanno avuto e che non vogliono sprecare questa seconda possibilità che la Vita ci ha regalato.
Cosa sarà mai tornare a casa tutta bagnata se basta solo una doccia calda per farti stare meglio, poi lo so che tornerà il sole oggi, magari solo qualche ora ma ne sono sicura.
Non può piovere per sempre....

...

Dexter/Pepe de la Sciamana,

che dire di questo ragazzo?

Dolcissimo e già pronto a scoprire nuove avventure, tenerlo a freno è difficile ma avrà tutto il tempo per soddisfare le sue curiosità.

Dorothy de la Sciamana, ragazzina spericolata, con sua sorella si inventano mille giochi, ma il loro gioco preferito è mettere in difficoltà il fratellino.

Dea de la Sciamana, sicuramente una piccola pazzerella, la sua mamma umana ha già capito che non potrà lasciarla a casa da sola per troppo tempo.

 

REa de la Sciamana

Il dolore era così forte che la svegliò.
Daria fece fatica a ricollocarsi nella realtà, l'incubo era talmente vero che continuò a tremare e a cercare aria per i polmoni collassati.
Nel buio non riusciva a capire dove fosse, solo il suono stridulo che le usciva dalla gola riempiva quel vuoto che c'era attorno a lei.
Daria stava immobile, terrorizzata e incapace di fare qualsiasi gesto quando una lingua ruvida le lecco una guancia sobbalzò e una parvenza di lucidità entrò in lei.
Certo era a letto, nel suo letto, era stato solo un incubo e basta.
Con cautela allungò un braccio e accese la luce, subito la stanza si illuminò di una luce tenua e Daria vide accanto a se una sua Grigiona che la stava osservando.
Un incubo, suo figlio era vivo, per un attimo le sembrò di morire.
Già, lei era morta cento volte in un mese e cento volte era rinata e ancora ne era dentro.
Dentro a labirinti fatti solo di incubi dove la realtà era diversa, suo figlio era morto e lei stava vivendo un sogno.
Anche quella notte l'incubo riguardava suo figlio.....
La voce della dottoressa che le diceva " dopo tutto suo figlio era morto ", nel suo incubo era diventato..
" dopotutto suo figlio era già morto" 
Ecco, suo figlio non c'era più e basta, tutto quello che aveva vissuto nei due mesi dopo era solo il sogno di una mamma che non ammetteva quello che era successo.
Daria accarezzò piano la gatta che si era messa sul suo petto, il respiro si era quasi normalizzato e il calore della Grigiona la scaldava ma dentro rimaneva un dolore che non voleva sciogliersi.
Ripensò a quei due mesi quasi ad accertarsi di averli vissuti accanto a suo figlio.
Finalmente le lacrime trovarono la strada per uscire da tutto quel caos fatto di mille cose, dolore, paura, rabbia e altre mille cose.
Daria sapeva che più nulla sarebbe stato come prima, ora una nuova paura si era aggiunta a tante altre, nulla sarebbe continuato come prima, altre priorità... altri limiti....
Daria si sentiva una Guardiana e come tale sapeva di dover fare scelte ma sorrise girando lo sguardo attorno a se, non era sola, sul lettone ne aveva ben 4 di Guardiane che proteggevano lei.
Allungò le mani e le accarezzò tutte e quattro, ora ne era sicura, era stato un incubo e come tale lo lasciò andare anche se dentro la paura comandava la notte.

Ed eccoci oggi ufficialmente ci presentiamo!

Siamo tre maschietti, Dustin, Dominic e Diego.

Poi due femminuccie mooolto vezzose... Delilah e Daisy.

Ovviamente abbiamo  umani che ci stanno aspettando con ansia ma noi non abbiamo fretta di lasciare questo piccolo mondo dove siamo al centro dell'attenzione.

La mamma umana promette foto....

...

Stanotte nel cielo sopra di noi è esplosa una luce bellissima, un lungo strascico verde ha illuminato il cielo ....

Una cometa ....

Quale auspicio migliore per una nascita?

Bodi Dharma e Tanus di Santa Fiora sono diventati genitori di 5 splendidi bimbi.

Notte impegnativa e tanto sonno da smaltire ma vedere queste meraviglie mi fa bene e basta.

Mamma Dharma sta benissimo e così i suoi bambini.

 

 

CALIPSO, CHESTER e CHEOPE de la SCIAMANA

 

 

Maggio è il più bel mese dell’anno pensò Giovanna uscendo di casa, il profumo del gelsomino era quasi tangibile.
Scese le scale lentamente guardando quella cascata di fiori bianchi e profumatissimi e si fermò in quell’attimo.
L’attimo perfetto, quello che dava un senso al suo inizio giornata.
Ogni mattina cercava un attimo tutto suo dove collocarsi per poi fare il punto la sera prima di chiudere gli occhi.
Camminando veloce raggiunse il parco e anche lì si rese conto del profumo.
Non più quello del suo gelsomino ma quello dolcissimo dei tigli.
Il parco ne era pieno e milioni di fiorellini bianchi spandevano il loro profumo senza chiedere nulla, solo bellezza e profumo.
Giovanna si ripete che amava maggio e basta!
Tutto era splendido, nel prato all’interno dell’anello di cemento pascolavano tortore e gazze, gli uccellini sciamavano da una parte all’altra attorno alla fontanella cercando di fare il loro bagno mattutino.
Uno schiamazzo attirò la sua attenzione, non riusciva a vedere ma dalle grida degli uccellini capì che stava succedendo un qualcosa di brutto.
Allungò il passo e mise a fuoco la cornacchia che come un falco cercava di agguantare qualcosa nell’erba.
Allora capì e accelerò il passo, una piccola vita era in pericolo.
Erano tanti i piccoli che lasciavano il nido, che stavano imparando a volare, erano molto vulnerabili e tanti i predatori che lo sapevano e ne approfittavano.
Giovanna per un attimo pensò di farcela ma all’improvviso la cornacchia si sollevò il alto con un piccolo uccellino nel becco, inutilmente si mise a urlare, il corvide l’ignorò e continuò il suo volo.
La cornacchia si posò sull’asfalto e mollò la presa, Giovanna vide distintamente il piccolo che cercava di scappare, terrorizzato e urlante con i suoi genitori che gli vorticavano attorno cercando una battaglia impossibile.
Come un gigante insensibile la cornacchia sventava gli attacchi dei due adulti con uno sbattere di ali mentre con il becco cercava di raggiungere il piccolo.
Alla fine Giovanna vide e sentì quel becco rompere con un colpo secco la testolina dell’uccellino.
Sentì lo schiocco e vide l’affondo in quella testolina tenera … all’improvviso quel dolore lo sentì su di lei e basta.
Un inizio giornata perfetta … quasi perfetta ma c’era sempre la realtà da vivere e anche questa è la vita….
Maggio, mese perfetto in tutto o quasi ….

CALIPSO DE LA SCIAMANA 

CHESTER DE LA SCIAMANA

CHEOPE DE LA SCIAMANA

CHEOPE, CHESTER E CALIPSO DE LA SCIAMANA

 

Francesca si svegliò al suono della campana che annunciava il nuovo giorno, amava svegliarsi così.....

Accoccolata nel letto ascoltò il suono cristallino riempire ogni angolo della stanza e il tutto era perfetto con la sinfonia del garrire delle rondini che sfreciavano fuori , nel cielo fatto solo di azzurro intenso illuminato dal sole nascente.

Francesca amava dormire con le finestre aperte quando tornava al suo paesello in montagna, il silenzio era un amico ritrovato, un bentornato a cui non rinunciava mai, sia in estate che in inverno.

Anche adesso con il suono delle sue campane ritrovava la strada di casa....

Senza fretta allungò lo sguardo verso i monti e ancora la bellezza del paesaggio la intenerì....

Le cime erano oro puro e il cielo era fatto di lame di luce che colpivano a casaccio il mondo...

Un mondo fiabesco che Francesca portava nel cuore da sempre.

Anche le campane erano parte di lei, vuoi perchè ci era nata alla loro ombra, bastava che alzasse gli occhi e eccole lì...

La sua casa era guardata a vista dalla torre campanaria, ogni campana aveva un suono e un nome proprio e lei lo sapeva bene.

Ricordava quando da bimba nella festa di Santa Agnese come le campane fossero solo per loro, ragazzine innocenti, ricordava ancora con quanta temerarietà andavano a frotte a tirare quelle corde e come salivano appese a queste e la paura di cadere ogni volta faceva la cosa più difficile.

Ricordava le sue uscite per funghi nel bosco, io suo tendere l'orecchio al suono delle campane per poi aspettare immobile la ripetizione dei rintocchi per sapere con esattezza l'ora, già, allora non c'era orologio o telefonino a distrarti dal vivere...

Francesca conosceva le campane, la Grossa e le sue compagne ma c'era una, un pò indisparte che nessuno voleva suonare, una campana triste e sola e se aveva un nome era dimenticato era solo la campana dei morti.

La campana che suona ancora per tutti quelli che sono nati al paese, non importa se hanno vissuto altrove, quando si muore suona e per le vie si spande una voce che da sempre si conosce " chi è morto?" " di chi è?"

Già, di chi è.... nei piccoli paesi i cognomi sono pochi e per distinguere le casate ci sono i sopranomi, a volte buffi e senza senso, solo per chi è nato lì capisce il perchè.

Poi c'è il canto delle feste...

Un turbinio di suoni che fanno capire cos'è la gioia, Francesca starebbe ore a sentire le campane in festa, un suono che si spande per la valle e in risposta arrivano di corsa altre campane, un concerto da ascoltare in silenzio lasciando cantare solo l'anima.

Anche adesso aspetta il richiamo per la prima messa, un chiamare pacato, sereno, un suono sicuro di chi sa che ci sarà l'ascolto e Francesca è serena, è a casa e questo basta.....

 

 

 

...

PALMIRO DE LA SCIAMANA

Che follia dedicare una festa alla mamma....

Una festa costruita attorno a fiori e a mille regali sciocchi...

Scritti pensati apposta per farci tornare a tempi ormai lontani.

Nostalgia di una voce persa o di un abbraccio mai dato.

Il " ti voglio bene "  lungo il corridoio di un  ospedale e tenuto serrato come uno spasimo... come una vendetta... dentro  la rabbia di esploderlo ora che non c'è più tempo per niente.

Già, nulla ora ti porta indietro, nessuna festa della mamma mi potrà ridare quello che non ho fatto o detto.

Non potrò mai perdonarmi di aver cercato di  essere  solo figlia e di essere stata cos'ì egoista da non vedere anche il tuo bisogno di amore. io pensavo solo al mio e basta.

Pensavo che mi dovevi amore, me lo dovevi, eri tu la mia mamma.

Non capivo, non volevo capire, non volevo accettare le tue mancanze e non ti perdonavo nulla, non ti ho mai scontato nulla.

Alla fine anche la festa della mamma era uno scontro.... tu ti dimenticavi il mio compleanno e io mi dimenticavo di questa assurda festa.

Anche per questo ho sempre tenuto le distanze da queste feste, diciamo.. commerciali.

Però mamma mi piacerebbe almeno per una volta poter festeggiare con te questa festa.

Sarebbe bello portarti una pianta e cercare il tuo sorriso timido, vederti come la mia mamma forte ben sapendo che non lo eri affatto e che tra le due ero il la più forte e in fondo questo ti faceva stare bene.

Si, tu sapevi che potevi contare su di me e te ne sei volata via.

Mamma, te ne sei andata via in una mattina d'inverno lasciandomi sola con un dolore indicibile dentro.

Sai mamma?

A volte nei dormiveglia mi trovo ancora accanto a quel letto e ti accarezzo piano dicendoti parole che ora non ricordo, so solo che che sole entrava in camera e il lago era un manto d'oro e in quella luce mi sveglio.

Facciamo finta che questa mia lettera ti arrivi dove ora sei tu e facciamo una tregua, ti va mamma?

Buona festa della mamma... non ti stupire, invecchiando si cambia  si diventa più fragili e ci si commuove di più.

Buona festa mamma.....

 

 

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CALIPSO DE LA SCIAMANA

CHESTER DE LA SCIAMANA

CHEOPE DE LA SCIAMANA

REA DE LA SCIAMANA.... 10 mesi

si può dire che le Fate con Rea siano state molto generose,

bella lo è e ha un carattere dolcissimo

 

Tutti abbiamo un mondo virtuale, ma si dovrebbe capire che il vivere non è su uno schermo ma è la nostra realtà quotidiana.

La realtà che ci porta ogni giorno a confrontarci guardandoci negli occhi, attraverso il parlare, il sorriso e l’abbraccio.

Siamo tutti collegati e a volte si esagera nel buttare in pasto alla moltitudine dell’immenso nulla le cose a noi più care.

Mi ricordo anni fa quando sono approdata su questa grande piattaforma di Facebook, a malavoglia ad essere sincera, sfrattata da Splinder cercavo di ritrovare le persone che avevo conosciuto tramite il mio blog.

L’inizio è stato esitante, insomma, ho una certa età e sono molto imbranata con la tecnologia, però ho scoperto che tantissime persone avevano la mia stessa passione per i gatti certosino.

Una meraviglia scoprire i gruppi dedicati a questa razza, ricordo che chiedevo l’amicizia a destra e a manca, bastava che vedessi una foto di un Chartreux e vualà, per me era un piacere e basta.

Sono arrivata a d avere un sacco di “amici” che poi amici non sono.

Poi sono arrivate le batoste e mi sono ridimensionata.

Con il tempo ho realizzato un mio desiderio, quello di aprire un mio blog. 

Un blog che è casa mia dove scrivo di me e dove tutti possono entrare.

Un blog che ha creato invidie e che mi ha portato a più di una riflessione.

Io pensavo, credevo che questo mondo fatto di persone che amano la razza certosino la cosa prioritaria fossero i Grigioni e non l’ego e l'invidia che vedo.

Persone che si eleggono paladine quasi fossero loro ad avere creato questa razza e che cercano di affossare senza nessuna ragione altre solo per il fatto di esistere e di avere Grigioni.

Lo so, solo una persona ingenua, ma non mi permetterei mai e poi mai di far del male così gratuitamente, non fa parte di me.

Anche quando mi telefonano per avere un mio Sciamanino e non potendo accontentarli non ho mai fatto o detto nulla verso altri allevatori.

So che altre persone non fanno come me ma la cosa non mi disturba, io sono sicurissima che quello che si semina si raccoglie.

Piano piano ho tolto tanti “amici”, ho chiesto scusa quando ho sbagliato e richiesto amicizie che ora sono al di là di semplici conoscenti, insomma, ho capito che anche questo mondo virtuale è pieno di persone che sanno buttare tanto fango

addosso solo perché non vedono la melma che hanno attorno a loro.

Ora più che mai cerco di proteggermi ma non è facile se poi ti arrivano i vari copia incolla che ti spedisce la non più amica dell’amica del cuore le quali ti hanno bloccato per poi ribaltare il tutto, nei quali ti fanno a fettine anche se sono cose

inventate.

Alla fine si è veramente piccini, l’ipocrisia e le falsità trionfano peccato che a me fanno solo pena.

Pena perché la vita è ben altro che comportarsi come persone isteriche, no, io non ci sto, archivio, catalogo e metto via, non amo mettermi in mostra o fare piazzate, tengo tutto per me, mi basta.

Magari c'è chi pensava che sarei partita a fare la guerra ma mi spiace, sono una pacifista da sempre per cui.... 

Io ho una mia vita che va oltre la tastiera del computer, ho una vita piena, amo e sono amata e non importa se a qualcuno sono antipatica, pazienza, non possiamo piacere a tutti.

Però per favore se la cosa da tanto fastidio, dico io, ma perché venite a leggermi?

 

Questa è Bodi Dharma, una gattona meravigliosa e super coccolosa,

tutti i suoi bimbi sono bellissimi.

Questa è Elora, sua figlia, ha 15 mesi e come si vede non le manca nulla.......

Non mi stancherò mai di dirlo, non ha senso prendere un cucciolo senza pedigree, non è quello che incide sul prezzo, in associazione il pedigree costa 20 euro quindi perchè privarsene?

Se non lo danno c'è del marcio, andate  in altri allevamenti, non fermatevi pensando di risparmiare, senza dubbio i soldi poi li spenderete in veterinari.

JOLIE DE LA SCIAMANA,

pronta a lasciarmi.....

 Subito la guardasti in modo strano e dovetti spingerti per farti capire come si apriva lo sportellino. Non è che ti fidavi molto ma io pensai che dovevi solo abituarti. Che errore! Iniziò allora un periodo dove facevi la pipì ovunque. Tornavamo a casa la sera e trovavamo una pozza immensa davanti al portone che nella peggiore delle situazioni veniva spalmata nell’ingresso con l’apertura della porta. Poi anche sul letto, sul nostro caldo piumone. Eravamo disperati. Eravamo sempre avanti indietro dalla lavasecco; un giorno non siamo neanche riusciti a dormirci con il piumone pulito perché ci facesti la pipì sopra prima che potessimo usare il letto per dormirci la notte. Ma chissà cosa avrai pensato, secondo me dicevi, “certo che questi sono proprio due testoni”.

Poi la folgorazione! “Ma non è che gli dà fastidio farla dentro alla lettiera chiusa? Proviamo a togliere la copertura”. Ma perché non ci avevamo pensato prima? Tolto il coperchio, finito il problema. Ecco, eri claustrofobico! Ecco perché non avevi mai usata la cuccia ad igloo, eri proprio claustrofobico. Per questo motivo, a differenza di Chicco, non ti sei mai infilato sotto le coperte per dormire.

Piccolo tesoro, hai mostrato il tuo disagio e questi due dadi brutti non ti avevano capito. Che sollievo, forse più per noi che per te. E’ tremendo capire che c’è qualcosa che non funziona ma non sapere cosa.

E’ così è iniziata la tua età adulta. Come tanti certosini ti piaceva accucciarti dentro al lavandino, dentro al bidè, adoravi metterti sul lavello in acciaio della cucina mentre stava andando la lavastoviglie, guardando curiosamente dentro allo scarico quando questa scaricava l’acqua. Ti piaceva anche stare sulle sedie sotto al tavolo, ma presto una non bastava e poi non hai trovato spazio per salirvi sopra, eri troppo grosso!

E poi eri un gatto tecnologico! Non ci si poteva avvicinare al computer che, opplà, saltavi sopra alla scrivania sdraiandoti lungo la tastiera ed appoggiando la testa sulla mano che usava il mouse. E ti dava anche fastidio che la mano si spostasse per cui cercavi di premere per bloccarla. Ti stendevi in modo che con l’altra mano potessimo massaggiarti la pancia e ci saresti sempre stato ore, tanto che le nostre mani arrivavano al formicolio. E se tentavamo di spostarle cominciavi a leccarle con la lingua ruvida fino a fare quasi male.

Ovviamente il bagno non si poteva chiudere; quando era proprio necessario chiuderlo, ti ospitavamo dentro altrimenti cominciavi da fuori a battere sulla porta come un pugile per farti aprire. Quando mi struccavo arrivavi subito sul mobile con il lavandino e volevi aiutare a modo tuo. Cominciasti così a bere dal rubinetto. Poi, quando fosti in grado, lo facevi dal bidè, appoggiando le zampe anteriori sul bordo e bevendo dal miscelatore, proprio come un umano.  

Eccovi la mia patatona timida, Elora è molto riservata, difficile vederla se venite a trovarmi, lei vi scruta dall'alto ma non verrà al vostro richiamo.

So che cambierà dopo essere diventata mamma, lo spero tanto, anch'io la vorrei più coccolona e amante delle carezze che ora elargisce con il contagocce.

 

 

 

Biricchino! Spaventare così la tua mamma umana che tanto ti vuole bene.
Ad agosto 2008 venne il tempo di andare in vacanza. All’epoca andavamo in Puglia a trovare Vittorio, Antonella ed Andrea. Il tuo primo grande viaggio, 600 chilometri. Ti caricammo in macchina e, come da manuale, iniziasti a lamentarti ma non più di tanto. Chicco ci aveva abituati a strazianti lamenti, sudori freddi, cacca nel trasportino. Tu no, dopo un po’ di proteste ti mettevi sdraiato con rassegnazione dentro il trasportino; ti sei sempre lamentato solo nel momento in cui il dado apriva il finestrino per far uscire il fumo della sigaretta; ho sempre pensato che piuttosto che la corrente d’aria ti desse fastidio il rumore. Arrivati in Puglia ci fermammo subito alla casa al mare degli zii umani dove, con il tuo primo guinzaglietto, ti liberammo sotto la veranda. Non essendo abituato agli spazi aperti, facesti di tutto per poter entrare dentro in casa. Avevi già stupito tutti con la tua simpatia e bellezza (c’erano stati forse dubbi in questo????!). Come negli anni precedenti, avevano predisposto per noi il piccolo appartamento sotto casa di Mena, dove, in tutti i mobili appoggiati lì, potevi sbizzarrirti giocando a nascondino. Avevamo portato i tuoi giochi per farti sentire come a casa.
Una sera, rientrando dopo cena, ti trovammo sopra il divano mentre stavi compiendo atti osceni con il topone dell’Ikea. “Ahhh, il nostro cucciolo non è più tanto cucciolo, al rientro bisogna assolutamente prendere appuntamento con il veterinario per la sterilizzazione.”
Toccò a me portarti dal veterinario ma eri già piuttosto grandicello tanto che avemmo delle difficoltà a rimetterti steso, ancora un po’ sotto anestesia, dentro al trasportino per portarti a casa. Ti avevo predisposto un’area di sicurezza, con una ciotola d’acqua e tanti cuscini, per proteggerti nel momento in cui ti saresti alzato nel tentativo di andare in giro per casa. Anche il nonno umano Franco era venuto a trovarti, per vedere come andava.
Già la sera eri quasi ok, nelle piene attività, non dico proprio ludiche, ma eri a posto.
Credo sia stato allora che hai smesso di ciucciare il nastrino, che peccato, mi facevi tanta tenerezza. Quell’anno trascorremmo poi anche una settimana in appennino bolognese, al Querciatello. Come negli anni precedenti, nel piccolo borgo era presente una colonia felina, che già con Chicco ci aveva fatto preoccupare. Ma non ti piaceva socializzare con gli altri gatti, nemmeno con dei piccoli gattini ai quali abbiamo provato a metterti in contatto che hai allontanato in meno di un minuto con un soffio che aveva parvenza più di un ruggito tipo Metro Golden Mayer.
E crescevi, crescevi, non smettevi mai di crescere. “Ruben, amore, guarda che la lettiera che era di Chicco è diventata piccola per Charlie, bisogna comprargliene una più adatta a lui. Perché non prendiamo la lettiera chiusa, con lo sportellino, come quella che ha Barbara per Krios e Cagliostro?” Dato che la casa è piccola e nel bagno una lettiera non entra, una versione chiusa dentro al cucinotto mi sembrava la soluzione ideale.

 
 
 

 

ZOE DE LA SCIAMANA 2 mesi oggi

QUESTA SOPRA è  JOLIE, la piccolina che vivrà con  Donatella 

Fu fantastica quella domenica mattina quando ci svegliammo e sentimmo un rumore strano fatto con la bocca; “ma cosa sarà mai?” domandai io a Ruben. Mi sollevai un attimo e ti vidi disteso sul letto tipo sfinge che stavi ciucciando un nastrino di raso che avevo utilizzato la sera prima per farti giocare.
L’hai tittato per diverso tempo quel nastrino, al punto tale che lo imbevevi tanto di saliva da inamidarlo e dovevo spesso sciacquarlo per rendertelo ancora appetitoso. Eri tenerissimo sai?! Avevo comprato un giocattolo fatto a calzino con un elastico e tutte le sere, prima di addormentarmi, lo lanciavo verso i piedi del letto scatenandoti in esercizi ginnici che nemmeno i più bravi campioni tipo Iuri Chechi erano in grado di imitare. Fantastico!
Ed ogni giorno che passava eravamo sempre più in simbiosi. Tu monello, eh sì, come tutti i cuccioli. Mi ricordo che all’epoca era Gaia che ci aiutava a mantenere la casa pulita, ti chiamava Charlino. Un giorno mi chiamò in ufficio annunciandomi che eri salito nella cameretta fino all’ultima scansia, dove tenevamo il profumatore d’ambiente e tutti gli amarai contenenti i nostri videogames per far cadere tutto. Nel profumatore c’era dell’olio profumato che è caduto su tastiera e stampante del computer (da buttare!) e sulla scrivania. Ancora c’è il segno indelebile dell’olio secco sul profilo del mobile.
Non ricordo altre marachelle particolari, se non che ti piaceva saltare sul mobile della cucina per arrivare al davanzale della finestra aperta sul balcone.
Io avevo avuto già con Chicco un’esperienza tremenda; una sera d’estate, avevo il balcone aperto perché tremendamente caldo e stavo all’interno o guardando la televisione oppure ero al telefono (non ricordo più bene, è passato tanto tempo). Ad un tratto sentii un rumore metallico del tutto nuovo, come un campanellino, che proprio non capivo. Sospettavo che Chicco fosse sul balcone ma mai avrei immaginato cosa i miei occhi videro in quel momento: il cucciolo attaccato solo con una zampina al di fuori della ringhiera, che cercava di agganciarsi anche con l'altra zampa. Noi abitiamo al 4° piano ma abbiamo la rampa dei garage ed è come se fosse un 5°. Con il cuore in gola mi precipitai verso di lui e lo raccolsi a piene mani portandomelo stretto al petto. La polpetta una volta rilasciato a terra mi guardò con aria di sfida e fece per saltare nuovamente sulla ringhiera. Ahhhhh, mi prese un colpo! Dopo una sonora sculacciata il Chicco non osò mai più fare un’azione del genere e mai saltò più sulla ringhiera. Ma l’ansia mi era ancora rimasta e sapendoti sul balcone dissi a Ruben: “è così esploratore che vedrai che prima o poi ce lo troviamo sulla ringhiera”. Non avevo ancora finito la frase, c’era ancora il fumetto che mi usciva dalla bocca che con l’angolo dell’occhio sinistro vidi che stavi passeggiando proprio sulla ringhiera. “Ruuuubennnn, aiuto, pensaci tu, io non posso vedere” e corsi in camera terrorizzata. Il tuo papà umano, con molto self control, venne a raccoglierti e ti fece la ramanzina, andando poi a bloccare l’accesso che ti aveva permesso di passare dal davanzale alla ringhiera.

 
 
 
 

 

... ecco il seguito della storia/amore di Charlie.....

 

Finalmente venne fissato il giorno in cui ti avrei portato via da loro. Ricordo ancora l’emozione. Uscii dall’ufficio, direzione Sassuolo, con un navigatore la cui ventosa non restava attaccata al vetro ed ascoltavo le indicazioni vocali senza accedere a quelle visive perché l’apparecchio era caduto ai piedi del sedile passeggero (per sicurezza avevo comunque già da giorni parlato con colleghi per essere certa di raggiungere la meta!), con il trasportino vuoto che era stato di Chicco ed il cuore trepidante già colmo di amore per te.
Arrivai in notevole anticipo e restai lì parcheggiata in trepidante attesa.
Finalmente, all’ora prefissata, suonai il campanello e salii, entrando in un ampio salone dove mi fece accomodare il padrone di casa. I suoi figli non c’erano perché non sarebbero riusciti ad accomiatarsi da te senza soffrirne.
Dopo brevi convenevoli, si diresse verso una porta, entrò, ti disse “saluta i fratellini” e ti portò nel salone. Eri piccino piccino, ma con la fierezza di un leone appena mi vedesti mi soffiasti. Ci rimasi malissimo. Ma come? Soffi a me? La tua mamma umana che non vedeva l’ora di stringerti tra le braccia?! Ti mettemmo dentro il trasportino, ti caricai in macchina e via …. direzione Bologna. Durante il tragitto chiamai subito Ruben: “eccolo, è qui con me, è bellissimo!!!!”
Arrivati a casa, aprii il trasportino, e con una aria da sbruffone cominciasti ad esplorare tutta la casa, il nostro mister curiosità! Finché non arrivasti allo sgangherato pungiball che era stato di Chicco e che il tuo papà umano, per ricordo, non aveva voluto buttare (è ancora lì, più sgangherato che mai, anche se non lo tocchi più neanche tu da anni). Era più grande di te. Ci sarai stato almeno mezz’ora a lanciartici sopra giocando forsennatamente.
Così sei entrato nella nostra vita. Fin da subito sei apparso un coccolone, dalla fusa facile e rumorosa. Già dalla prima notte hai deciso che avresti dormito con noi. Io ti avevo comprato una cuccia nuova (dato che Chicco era stato malato, la sua cuccia era stata distrutta perché non ci fossero tracce che potessero intaccare la tua salute), con tutti i disegnini carucci, una di quelle morbidose, fatte ad igloo: non ci hai mai dormito dentro!
Ancora non mi era chiaro il perché, successivamente avremmo capito.
Ti pensavo un gatto fachiro perché preferivi sdraiarti a dormire sul pavimento piuttosto che entrare nella cuccia oppure utilizzare un cuscinone che avevo predisposto per te. Niente da fare, un miciotto incorruttibile.
Amavi dormire appollaiato sullo schienale del divano, ma crescevi tanto in fretta che non ci sei potuto stare per molto. Se c’era una cosa che adoravi era piazzarti sulle nostre spalle (specie quando indossavamo l’accappatoio) e farti scarrozzare per tutta casa. Approfittavi dell’altitudine conquistata, non appena ci avvicinavamo a qualche oggetto sospeso, per annusare e scoprire nuovi odori, nuove cose; il nostro piccolo esploratore. Anche quando stavamo a tavola approfittavi dello spazio che lasciavo sulla seduta per arrivare ad arrampicarti sulle mie spalle perché volevi partecipare alla cena.

 
 
 
 
 
 

 

 

 

Vi voglio raccontare una storia.

Una storia vera, piena d'Amore ma non l'ho scritta io.

Elaborare un lutto è difficile, all'inizio c'è solo il dolore e il tunnel sembra senza fine, anche lo scrivere aiuta, ci fa riaffiorare i ricordi più belli e veri e ci da la certezza che l'amore non muore mai.

L'Amore resta in noi, si vive anche per chi non c'è più fisicamente ma sappiamo che sono dentro di noi e basta.

Questo bellissimo racconto l'ha scritto una mia Isola e io ho aspettato mesi prima di postarlo, volevo essere sicura di non procurare troppo dolore, so che ci sarà tanta malinconia e rimpianto ma so che c'è tanto amore per l'arrivo di Jolie.

Anche la scelta di una femminuccia è stata per rispetto di Charlie, quasi che per lui potesse pensare di essere stato sostituito con un altro come se fosse stato una cosa da nulla.

Vi lascio a questo scritto d'amore e lo farò a puntate....

 

CHARLIE UN GATTO SPECIALE E MAGICO, STORIA DI UN AMORE, STORIA DI NOI
di Donatella Fabbri

Caro dolce Charlie, arrivasti nella nostra vita dopo un’esperienza dolorosa provata con Chicco. Era un simil certosino che aveva vissuto con noi per 10 anni, un gatto altrettanto dolcissimo, che si differenziava negli occhi verdi e due macchioline bianche ma per il resto era un certosino al 100%, sia nelle caratteristiche fisiche che caratteriali.
Un brutto giorno dell’inizio 2008 gli avevano diagnosticato un possibile tumore all’intestino per cui, abbiamo sperato fino alla laparoscopia che non fosse vero ma, purtroppo, abbiamo dovuto lasciarlo là, sul freddo tavolo operatorio del veterinario senza nessuna speranza, dopo averlo visto deperire velocemente e guardarci giorno per giorno con uno sguardo sofferente.
Appena rientrati a casa, Ruben comiciò subito a cercare disperatamente in internet un altro micio certoso, telefonando a destra e a manca a tutti gli allevamenti che avevamo rintracciato. Molti ci risponderono che erano già tutti prenotati, che ci sarebbe stato da aspettare parecchio.
Poi, finalmente, ad un numero di Modena, ci venne detto che loro non allevavano più ma una loro certosina affidata era stata fatta figliare con uno stallone da loro procurato e c’erano tre cuccioli disponibili, dandoci il numero di questa famiglia di Sassuolo. Chiamammo il numero ed ecco, eri diventato da subito il nostro Charlie. Nell’attesa ricevemmo fotografie che ci mostravano la tua crescita. Eravamo molto emozionati e non vedevamo l’ora di poterti portare a casa nostra, la tua nuova casa, nella tua “Famiglia”.
Nel frattempo si doveva decidere come chiamarti per la registrazione del tuo pedigree. Per rispetto alla famiglia che ti aveva fatto nascere lasciammo che il nome del certificato fosse deciso dai bambini, così all’anagrafe sei diventato Oscar. Per noi era deciso, saresti stato Charlie.

Questa splendida certosina è Lulù, ha 14 mesi e è sorella di Elora, Ziva, Tiffany e Leona,

la loro mamma è Bodi Dharma  e il loro papà è Otello Duca Delle Due Torri,

sono tutte e cinque molto belle,

quattro sono state sterilizzate, l'unica che si spera diventerà mamma è la mia dolce Elora.

Eccoli qui, belli come il sole a soli 50 giorni di vita

DHARMINE

 

La vita è uguale per tutti, si nasce e si muore, la differenza la fa il vivere.
Il vivere lo facciamo noi con il nostro percorso lungo questo fiume che porta a quel mare che è unico per tutti, l'oblio del nulla.
Si nasce amati o no, desiderati o no, però il bene e il male lo conosciamo, non servono insegnamenti.
Si vive cercando di realizzare i nostri sogni, andiamo avanti con serenità, gioiamo del fare, e se siamo fortunati incontriamo altre isole uguali a noi. Ma ci sono anche altre isole fatte di niente.
Isole che vanno da sole, in fretta, sempre di più per la paura di doversi fermare per aiutare chi si è incagliato in paludi di fango.
 Isole fatte solo di fango, dove tutto sprofonda, dove nulla è solido, tutto è marcio.
Sono isole fatte di invidia e di rancore, dove anche una carezza suona falsa al cuore.
Isole senza bellezza e tenerezza, dove vive da sempre il dubbio e la falsità, anche i sentimenti non sono duraturi e come potrebbero?
L'amore ha bisogno di certezze, l'amore va coltivato e creduto, un'isola di fango non crede in nulla, nemmeno alla verità.
Puoi sgolarti, puoi portare tutte le tue ferite ma diranno sempre che è solo falsità.
Normale se queste isole non hanno mai conosciuto la serenità dell'amicizia, dell'amore o semplicemente dello stare bene con se stesse.
Per amare gli altri prima dobbiamo amare noi stessi, ma se siamo isole fatte solo del fango dell'invidia e del rancore non si è capaci.
Non si è in grado nemmeno di navigare nell'acqua della vita con la consapevolezza del chi siamo, vediamo solo ingiustizie verso noi e sappiamo solo fare il male, perchè siamo noi a fare il male, a volte conosciamo solo quello e se vediamo qualche isola in difficoltà ne godiamo.
Io isola semplice vado piano, mi piace conoscere altre isole, a volte ci teniamo per mano, non soffro di solitudine, amo e sono amata, ho una mia vita fatta di tante cose, a volte vorrei buttare in acqua il superfluo ma alla fine mi accorgo che c'è posto per tutto e tutti.
Voi isole fatte di niente potete dire altrettanto?
Io non ho pensieri cupi, ogni sera analizzo il mio fare del giorno appena passato e credetemi, poi dormo serena e so che il nuovo giorno mi troverà pronta a iniziare altri percorsi ma sempre con l'onestà che è mia e basta.
Ma voi, isole fatte di nulla potete fare altrettanto?

 

 

 

 

MIA, BRIAN BOSS, SPILLO E ROSJ DELLA SCIAMANA

 


La biblioteca del mio comune da la possibilità di leggere il Bresciaoggi gratis, ovviamente io ne approfitto con gioia, è un momento solo per me, scorrere telematicamente le pagine e sapere cosa succede attorno a me mi piace.
Guardo anche i necrologi, a volte ritrovo persone che avevo conosciuto, ormai ho un'età dove la morte non fa più notizia.
Anche ieri, mentre scorrevo quella pagina i miei occhi si sono fermati su una foto, non avevo ancora letto nulla ma quel viso...
Si era lei, Serena, mai nome fu così falso.
Serena era una mia collega in ospedale, non ci amavamo molto, e se vogliano non eravamo neppure amiche, colleghe e basta.
Lei era una che non passava inosservata, averla accanto a volte era imbarazzante.
Serena era sempre in guerra con il mondo, non deponeva mai le armi, armi taglienti, letali e proibite.
Per lei eravamo tutti pronti a farle imboscate, ti aggrediva ancora prima di salutarti, insomma, starle accanto non era facile.
Poi piano piano, standomene  nel mio angolino e guardandola ho capito, ci sono persone che da quando sono nate devono contare solo su loro stesse, io lo so, sono una di loro.
Si cresce con una corazza spessa una vita, c'è chi si basta e va  avanti cercando di migliorare e c'è chi da colpa al mondo intero e non perdona nulla.
Serena non perdonava nulla, ma non perdonava neppure a se stessa, a volte inveiva contro il cielo, contro un Dio in cui non credeva.
Aveva un marito, due figli, una famiglia con alti e bassi fino a che tutto le franò addosso.
Ricordo che era ricoverata lei, da paziente era ancora più esigente e la sua voce rimbalzava lungo il reparto.
Anche la notizia che arrivò rimbalzò per tutto l'ospedale, fummo tutti noi a saperlo prima di Serena.
Un ospedale è come un piccolo paese, si sa quasi tutto di tutti e tanti sono le famiglie che si formano tra i dipendenti, fummo noi a sapere che suo figlio di 21 anni era morto sul lavoro.
Il suo dramma divenne nostro, fiori, collette e abbracci furono protagonisti per settimane, quando Serena tornò al lavoro trovò solidarietà e tanta disponibilità.
Ma Serena tornò al lavoro ancora più arrabbiata di prima, ora aveva una ragione in più per essere così.
La spostarono, andò a lavorare sul territorio, anch'io uscii dall'ospedale, la incontravo solo quando andavo nel suo distretto per seguire degli ambulatori, sempre la solita, ti squadrava e poi arrivava una battuta al vetriolo.
Una mattina arrivò la richiesta di un medico per la una morte di un ragazzo trovato in un boschetto, due ore dopo la notizia che arrivò ci gelò tutti.
Era il secondo figlio di Serena, a distanza di nemmeno due anni dal fratello si era arreso alla vita.
Andammo in quella piccola cappella del cimitero, dentro di me tremavo, come avrebbe potuto ancora vivere Serena?
Lei era accanto a suo figlio, un bellissimo ragazzone, l'unica cosa che diceva era il suo perdono per lui, riusciva a giustificare il suo gesto solo che non si perdonava lei di non aver capito quanto gli mancasse il fratello.
Non ricordo se l'ho vista ancora, solo ieri il suo viso mi ha fatto ricordare tutto.
Ho guardato quel viso, invecchiato e stanco, anche le labbra sono piegate in giù come segno di sconfitta.
Ho letto che era vedova, penso che questo sia stato l'ultimo colpo per lei, una vita tutta in salita e basta.
Sempre coerente  come lo era lei non avrà nessun rito religioso ma solo una benedizione e poi sarà cremata.
Ciao Serena, spero tanto che tu possa trovare tutta la pace e la serenità che non hai avuto in questa vita,
se esiste il Paradiso tu ci entrerai per diritto, chi più di te ha sofferto?

 REBECCA  DEL  BORGO  MATTO  CON  I  SUOI  PICCOLI,  DEXTER,  DYLAN  GREY, D'ARTAGNAN  E DANKA  DE  LA  SCIAMANA

BUONA  VITA  CUCCIOLI

 

 

 

 Sandra guardò Tiffany addormentata su di lei, sorrise e le passò la mano sul folto pelo argento blu.

La sua gatta, la sua migliore amica, l'aveva scelta lei, era stata giorni a studiare i sei piccoli fratellini, voleva la più dolce, la più bella.

Non si era mai pentita del risultato, era la sua amica del cuore.

Spesso dimenticava che era un animale e si ritrovava a parlarle come a un essere umano, Tiffany a modo suo rispondeva.

Erano inseparabili, era a Tiffany che raccontava le sue prime pene d'amore, era Tiffany che le leccava le lacrime e le faceva la danza del latte per farla sorridere.

Non c'era mattina o sera che non iniziasse e finisse con le coccole di Tiffany, era una certezza, come il sole o la notte.

Sandra la amava moltissimo e non riusciva a immaginare la sua vita senza questa splendida gatta di razza certosina.

Tiffany usciva poco, stare in casa le piaceva, pisolava aspettando che la sua padroncina arrivasse da scuola, tutta la sua vita girava attorno a Sandra.

Ma come nelle fiabe c'è sempre una nube nera, un lupo o un orco.

Una mattina Tiffany uscì a fare la sua passeggiata, era maggio, un miscuglio di colori e di odori nuovi, un rinascere dopo un inverno freddo e piovoso.

Sicuramente il suo gioco preferito era a portata di zampa, rincorrere le lucertole e questo la portò via.

Al suo ritorno Sandra si stupì dell'assenza dell'amica lungo le scale, dove l'aspettava sempre, corse a cercarla in camera sua e per tutta la casa.

Anche la mamma era in ansia, ben presto i richiami si rincorrevano per la via, i vicini conoscevano bene Tiffany, era come se fosse la loro mascotte, poi era inconfondibile con quel mantello di velluto blu e il collarino rosa.

Niente, svanita nell'aria, Sandra non si dava pace, pianse ore e ore e la notte la passò alla finestra nella speranza di un ritorno.

Il mattino ritornò in strada e girò tutte le vie del paese chiedendo e lasciando foto di Tiffany appese a pali della luce.

Un dolore forte, così grande da non poter respirare, dov'era la sua amica?

Perché non tornava?

La paura che le fosse successo qualcosa di brutto era orribile, non riusciva più a dominare il panico.

Anche la seconda notte passò, così la terza e la quarta, Sandra non parlava più, le notti erano un incubo, i giorni passavano senza portare nessun cambiamento.

Tiffany era sparita, dissolta senza lasciare traccia.

Maggio lasciò il posto a un Giugno caldo e afoso, la scuola finì e Sandra si trovò tra le braccia di un'estate vuota e troppo lunga.

La sua tristezza non finiva mai, vederla sorridere era raro, solo quando metteva un video sul quale c'era Tiffany sembrava tornare la ragazzina serena che era stata.

Come ogni anno agosto la trovò al mare, seduta sulla sabbia a guardare dove l'acqua si fonde con il cielo, inconsolabile in un modo imbarazzante.

I suoi genitori erano arrivati alla conclusione che magari un'altra gattina poteva aiutarla e cercarono di farle cambiare idea sul suo no urlato.

No, lei aspettava Tiffany, lei voleva Tiffany, sapeva che sarebbe tornata, lo sapeva!

Iniziò la scuola e il freddo, le prime nebbie offuscarono ogni cosa, Sandra non usciva più a cercare Tiffany, solo metteva tutte le sere una candela sulla porta di casa.

Arrivò Natale e passò senza lasciarle quella serenità che la pubblicità le prometteva, un Natale senza gioia, da dimenticare subito.

Gennaio portò la neve, Sandra amava la neve, ma ora no, se pensava a Tiffany imprigionata nel ghiaccio, l'angoscia ritornava.

A febbraio la speranza non abitava più nel suo cuore, si era arresa, cercava di non pensare più a Tiffany, a volte ci riusciva a volte no, ma l'importante era iniziare.

Ecco aprile, ecco di nuovo una primavera, la bellezza delle sere colme di vita, la voglia di farne parte è fortissima per fortuna.

Quella sera la luna era meravigliosa, Sandra sentiva l'emozione del mondo, l'aria era colma di attese e quando una palla di pelo le si gettò addosso, non ne fu sorpresa, iniziò a piangere piano e a ogni lacrima che scivolava sulla guancia per finire nel mantello di Tiffany era un giorno di sofferenza che svaniva.

Cercò di portarla in casa ma Tiffany scappò dalle sue braccia e sparì miagolando, Sandra la cercò di nuovo spaventata ma si fermò subito.

Il chiarore della luna illuminava Tiffany e sei piccoli dando loro un colore argento blu, il colore magico dei gatti della luna.

 

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NON RIESCO A CAMBIARE NULLA DI CIò CHE HO SCRITTO  6 ANNI FA, IL DOLORE è ANCORA TANTO, CIAO DOLCISSIMA PRINCIPESSA, LO SAI CHE NEL MIO CUORE SEI  E RESTERAI LA MIA PRIMA CERTOSINA SUPER SPECIALE

 

martedì 26 agosto 2008

    SISSI, LA VERITà

Sono sveglia da tanto, il braccio fa male.

Ho guardato un'alba bellissima e ora piena di malinconia ho voglia di scrivere, piano, con una mano sola sono lentissima, ma ho deciso di finire la storia di Sissi.

Anche stamattina appena alzata sono uscita per vedere se lei era arrivata.

Sono due anni e più che Sissi non c'è fuori dalla porta ad aspettarmi. Due anni che io mi illudo ogni mattina, quando senza pensare vado a quella porta con la speranza che ci sia.

Ogni mattina trovo una scusa nuova. Scrivendo di lei cerco di accettare, di elaborare un lutto, di lasciarla andare, perchè Sissi è morta.

La mia principessa era l'unica che usciva, dopo che Artù era stato avvelenato e messo contro il mio cancello con la pancia all'aria.

Un fatto ignobile e che ci ha fatto soffrire molto.

 Abbiamo cercato soluzioni, col fatto che abitiamo in alto abbiamo chiuso con grate la terrazza  e messo una porta sulle scale, insomma creato un "territorio" sicuro per i nostri gatti.

A loro disposizione due tetti, una terrazza enorme e il nostro appartamento, uno spazio più che sufficiente per gatti che vivono come degli umani, visto che anche il lettone è loro!

Ma Sissi, come sapete era diversa, lei amava fare i suoi giretti nei giardini dei vicini, non usava mai la cassettina, preferiva fare i suoi bisogni nella terra.

Abito in una via molto bella, casette singole e tutte con dei bellissimi giardini, pieni di piante e fiori, traffico poco, solo quello locale, sembra tutto perfetto, vero?

Ma allora dov'è il pericolo?

Ma lo sapete che esiste l'uomo nero?

L'uomo che odia tutto e tutti?

L'uomo che gode quando riesce ad uccidere. Uccidere un gatto è azione "forte" da uomo!

Mettiamo il caso che questo gatto è amato, coccolato e chiamato con mille parole dolci, baciato quando torna  a casa quasi fosse un figlio.

Quale azione più pensata e studiata per fare soffrire certa stupida gente che si "perde" dietro a uno stupido gatto?

Già una volta Sissi era stata bastonata a morte, ma lei, come ha fatto non si sa, era riuscita a trascinarsi fino a casa, la corsa dal veterinario e lunghi giorni di cure l'avevano fatta vivere, i segni però erano rimasti, zoppicava vistosamente.

Zoppicava, per questo non si allontanava più tanto, il suo territorio si era ristretto, pochi giardini, tanto sole tra l'erba e tante coccole.

Ma l'uomo nero deve avere studiato bene il suo piano, stavolta doveva essere sicuro di vincere!

Era di Maggio, il mese in cui i gatti impazziscono per amore, ma Sissi no, Sissi era sterilizzata, lei continuava la sua solita vita, gli bastavamo noi.

Lei usciva la mattina presto, poi quando mi alzavo la trovavo ad aspettarmi fuori dalla porta che da sulle scale, pronta per entrare a fare la colazione.

Quella mattina non c'era, non c'è più stata.

Ho chiesto subito all'uomo nero se l'aveva vista, ricordo il suo sorriso di scherno e le sue parole : "te l'ho mangiata".

Sicuramente scherzava ..... ma il dubbio mi è sempre rimasto.

 

 

 


Mi piaceva entrare in quella stanzetta unica nel grande ospedale/albergo.
Entrare li era ritrovarsi in un mondo conosciuto, erano i libri che ti davano il benvenuto.
Ricordo le mattine ancora buie, anche il lago non si vedeva, l'inverno era padrone e tu potevi solo immaginare quel sole che faceva brillare le sue acque.
La stanza sembrava piccola stipata di così tanti ricordi della vita della sua ospite, foto, vestiti di scena e libri, tanti, tantissimi libri.
Amavo quella stanza, cercavo sempre di fermarmi un pò di più con l'anziana signora, ascoltavo in silenzio i racconti della sua vita e intanto le pettinavo i radi capelli.
La signora rifiutava tutte le mattine di essere portata nella sala comune, mi diceva che aveva abbastanza del vivere dei suoi ricordi, aveva ragione!
La signora era di Milano, portata sul lago come se fosse stato un premio per le sue ormai stanche gambe, circondata dalle sue cose più importanti e messa in una stanza singola a far da confine alla sua vita.
Raccontava di una vita colma di gioie e dolore, mi parlava delle sue figlie e del genero importante, l'ascoltavo e aspettavo ogni settimana l'arrivo dei suoi cari sperando sempre di rivedere lui, il grande Dario Fò!
Venivano tutte le settimane, mai di sabato o domenica ma durante la settimana, io mi stupivo sempre di come era piccola lei, Franca Rame che in televisione sembrava "grande" era una donna piccola e appariscente, lui, Dario Fò era come lo era sempre istrionico e disponibile.
Anche l'altra sorella veniva spesso, costumista se ben ricordo, portava alla sua mamma dei vestiti di scena di spettacoli famosi, le pareti di quella stanza ne erano rivestite.
Già allora seguivo la coppia nelle loro rare esibizioni televisive, ma l'opera buffa la conoscevo bene!
Alla fine Franca mi "inquadrò" e se non mi vedeva chiedeva di me, forse sua mamma aveva parlato del mio chiedere in prestito libri e del mio interesse per loro.
Gente bella, dentro e fuori, le battute con le suore e anche i sorrisi per l'indifferenza di infermiere che nemmeno sapevano chi erano,  gente normale che chiedevano con un sorriso un minuto del tuo tempo per sapere se mamma   di notte piangeva.
Come avrei voluto avere più tempo per parlare con lei, Franca era ... è grande, un solo rimpianto, il libro che mi ha regalato e che qualcuno ha fatto sparire, non ero di turno e la decisione di portare mamma via è stata presa in fretta, quasi con rabbia, il perchè non lo so.... ecco, solo questo rimpianto.
Ciao Franca, ciao e grazie grande donna!!

 

 

Questa sera è bellissima, adoro Maggio, è un mese perfetto!
Tutto rinasce, è una corsa verso il vivere e niente fa pensare che tutto può finire.
Riesco a stupire ancora me stessa, riesco ancora a trovare dentro aspettative nuove, ancora a provare quei brividi che ti fanno capire che sei sempre la sciocca ragazza che ballava nei prati e interrogava la luna sul suo futuro.
Se guardo bene so che sono la mamma di quella ragazzina, ma la vita non mi ha domata, ancora ballo tra i miei sogni, ancora vivo, ancora piango per un ideale e ancora ci credo!
Ancora, come un burattinaio esperto, muovo i fili dei miei giorni chiedendomi sempre il perchè di ogni cosa.
Ancora chiedo a me stessa il doppio di quello che chiedo agli altri, non accetto scuse per me stessa, fa niente se tante volte mi chiedo se ne valga la pena, io so che sono così e così sarà sempre.
Ma stasera c'è una pace che mi fa stare bene, la luna mi spia, chissà se sa chi sono, tante mie domande sono diventate realtà.
Ho vissuto quello che volevo, i fili a volte si sono ingarbugliati ma sempre ho trovato un motivo per non mollare, sempre c'è stata una sera dolce dopo uragani devastanti.
Il buio è fatto di mille suoni, sento il canto degli uccellini che si danno la buona notte, vedo i primi voli dei pipistrelli, le ombre si fanno più dense le voci più tenui.
Il silenzio è intervallato dai latrati dei cani, ascolto, una porta che sbatte, delle voci che accompagnano dei passi, una risata che si perde lungo la via.
Stasera potrei anche morire, mi sento bene, ho buttato i problemi al domani, ora sono solo io, semplicemente io.
Mi guardo mentre batto piano sui tasti, non ho pensieri, non ne voglio avere, semplicemente mi lascio respirare e questo mi basta.
Vivere non è cosa facile, accettare l'ignoto e il disagio del domani ti ferma sulla soglia del capire.
Tanto il domani non verrà, sarà per sempre oggi, sarà sempre adesso!
Questa sera è bellissima, la luna è quasi piena e splende in un azzurro che sa di mare,
il profumo dei fiori del mio gelsomino mi arriva a ondate, sento la vita correre come linfa ovunque, come acqua si spande e riempie.
Come acqua mi lascio andare, per stasera accetto di non chiedermi il perchè mi sento così, per una volta tanto mi sta bene così...

...

 

 

 

 

LETTERA AL CUORE

 

 

 Oggi è un giorno particolare, la festa della mamma, il nodo in gola si fa più grosso,  malinconia, rimpianto e rabbia mi fanno compagnia mentre ti penso.

 

  Non sono mai stata quella che seguiva le mode, tu lo sai benissimo, non ti facevo regali per queste feste che sono  la gioia dei  fiorai, salvo poi portarti una pianta perenne da mettere nel tuo giardino la settimana dopo.

 

 Non siamo mai state amiche, tu eri la mia mamma, poi...

 

 poi mi sono ritrovata io madre e tu figlia.

 

 Non volevo essere tua madre, io volevo solo sapere che potevo contare su di te, non volevo essere quella "forte", quella che risolveva le cose che non ti  piacevano.

 

 Non mi andava quel tuo lasciare correre le cose come stavano,  il rifiutare la realtà, non mi aiutavi, ti chiudevi in un mondo dove la malattia non c'era, dove papà era il  gigante che ti proteggeva dalle brutture della vita.

 

Ma non tutto è un bel sogno, quando hai capito che papà  come una quercia malata sarebbe caduta, hai deciso di morire prima di lui.

 

 Mamma, a distanza di 10 anni, mi accorgo che sono ancora arrabbiata con te.

 

Ho dentro un dolore sordo che scava e non ti lascia andare via.

 

 Mi hai lasciata da sola a vedere morire papà, lui che voleva te!!

 

 Lo so  che quella notte,  quando  se ne è andato, tu eri accanto a noi, ti ho sentito, io le tenevo la mano, ma sentivo su di me il  tuo abbraccio che ci univa  in un cerchio di serenità.

 

  Auguri mamma.......

...

SONO  TUTTI  MIEI.... GUARDARE  E  AMARE

 

 

BODI DHARMA  CON  LA  SUA PRIMA  CUCCIOLATA,

IL  PAPà  DEI  CUCCIOLI  è  RAMESSE  DEL  BORGO  MATTO

BENVENUTI  PICCOLINI....... BUONA  VITA...

...

ALLEVAMENTO AMATORIALE CON AFFISSO

GATTI CERTOSINO DE LA SCIAMANA

BRESCIA

DI SEGUITO GLI UNICI CONTATTI VALIDI

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Tutte le mie grigie e gli stalloni sono stati testati tramite prelievo ematico per il rene policistico (PKD Genetic Test) al laboratorio Vetogene di Milano, ecograficamente per HCM, ovviamente testati anche per FIV, FELV. Sono anche membro del Club del Certosino

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Perchè la mia veterinaria è meglio! La mia " dottora" è fantastica, sa parlare agli animali e ha un un lagotto, Ciccio, che accoglie tutti con delle coccole sfrenate e non è geloso di nessuno. Fare un giro in clinica è come andare a trovare dei carissimi amici, consigliato a mille a tutti quelli che abitano a Brescia e che hanno i miei Sciamanini/e. Grazie Ilaria e company, siete super!!!!!!


In ricordo della mia sempre Tiffany


♥️♥️♥️♥️♥️

❤

Non ditemi che è solo un gatto...
Tu Tiffany mia sei molto di più, sei mia figlia, sei la sorellina di Mara, fai parte di noi e basta.
Non ditemi che è solo un gatto perchè se tutto il dolore che ho dentro ora diventasse freccia sareste morti all'istante!
Tu Tiffany mi sei dentro da sempre, da quando sei nata in un giorno importante, un 8 marzo del 2002.
Sono state le mie mani che ti hanno accolto in questo mondo, è stato il mio odore che hai sentito prima di quello della tua mamma, io ero sempre accanto a te e ci sarò per sempre!
Ti ha scelto Mara, chissà come mai ha scelto te nel mucchio dei sei piccoli urlanti grigini, ma sei stata tu da subito.
Eri l'unica con il fiocchetto ingombrante, eri quella amata e coccolata di più...
Sei stata per Mara la sua prima amica, per lei sei diventata bambola e nonna di capuccetto rosso, sei diventata principessa e strega.
Tu, straordinaria in tutto, umana fino a dormire allungata come me e Dario tra i nostri due cuscini e anche brontola se mi alzavo la notte e ti svegliavo.
Tu che a tutti hai regalato una testatina come a dare loro il permesso di accarezzarti.
Tu che eri il biglietto da visita di casa nostra, invadente fino a salire sul tavolo se avevamo ospiti ben sapendo che non ti avrei mai sgridato perchè non volevo offenderti davanti a persone non di famiglia.
Tu che tutti ti portano dentro, tutti sanno chi sei e come sei, sei la gatta più dolce, più vera e più nostra del mondo e basta.
Chi ha un mio Grigione ha anche te nei suoi ricordi, per te c'è sempre un pensiero, un sorriso, un filo che diventa amicizia correlato delle tue immagini, dalle tue fusa esagerate e dalla tua insistenza che a volte diventava invadenza.
Non ditemi che è solo un gatto, lei è Tiffany, mia figlia.
Abbiamo vissuto quasi 16 anni assieme e come figlia ti ho sempre messo al primo posto assieme a Mara, io sono sempre venuta dopo, io sono solo la vostra mamma, voi siete le mie principesse.
Anche nelle tue pochissime gravidanze come una figlia mi hai dato l'onore di esserci sempre, sorrido se ci penso, Tiffany, tu iniziavi a urlare ancora prima che iniziasse il travaglio.
Come una regina mi scodellavi i piccoli guardandomi con occhi pieni di dolore facendomi sentire in colpa, poi me li davi e basta, l'unico tuo compito era allattarli ma la mia presenza ti era necessaria.
Anche le notti le passavi nel lettone con i tuoi bambini, non c'era verso che tu stessi nella cesta, tu dovevi dormire con noi, tra di noi e ci portavi un piccolo per volta visto che noi lo rimettevamo nella cesta vicino al letto, tu allora ne prendevi un'altro e andavamo avanti fino a che sfiniti io e Dario ti accettavamo in toto, bimbi compresi.
Ricordo quelle notti passate sul bordo del letto, il dormire con un occhio aperto per la paura di schiacciare un bimbino, certo, l'unica a dormire alla grossa eri tu fiduciosa in noi... Dio che nostalgia di quelle notti....
Anche ora che non riesco nemmeno a vedere quello che scrivo da queste stupide lacrime ho già nostalgia di te, ora che riposi avvolta nella copertina rosa che ti piaceva tanto chiamo già Tiffany tutte le altre Grigie, che farò senza di te?
Sei stata bravissima come al solito, ci hai permesso di salutarti uno a uno, Mara è tornata a casa per te, ti ha chiamato con il vostro linguaggio e tu le sei andata incontro, stanca ma felice, ti sei lasciata pettinare e coccolare, vi siete salutate , vi siete date un arrivederci, lo so con certezza.
Anche Fabio ti ha salutato, con discrezione e da solo ma quando è uscito i suoi occhi erano gonfi di lacrime.
Il papà che non riesce a metabolizzare il dolore e che lascia questo compito a me,ti ha accarezzata e sicuramente ringraziato per tutto quello che ci hai dato.
Io che in questi 4 giorni li ho vissuti con te, attorno a te.
Alla fine eri anche stufa di avermi tra i piedi, si sa, ognuno muore da solo ma io questo non te l'ho permesso, te ne sei andata con me, io c'ero e ti ho accarezzato, ti accarezzerò per sempre!
Tu non devi andare in nessun posto, sei già a casa e lo sarai per sempre!
Tu sei nei nostri cuori, hai solo cambiato forma, ora sei l'energia dei ricordi belli, sarai per sempre un sorriso e sarai per sempre la nostra Tiffany.
Non ditemi che era solo un gatto, lei è mia figlia e basta!

Ti prego Signore

 TI PREGO SIGNORE

KORA   15/12/2008----02/10/2022

Signore lo so che stai aspettando Kora, ma che te fai di una pit bull in paradiso?
Signore, anche sul Ponte dell'Arcobaleno non te la consiglio sai?
Signore, so che tu sai, ma quando sei sicuro che tutto va bene molli un pochino...
Signore, tu sai ma lasciami spiegarti del perchè forse è meglio che rimanga con noi.
Kora è una pit bull che ha sempre vissuto con i gatti e ha volte si crede un gatto (quando vuole coccole esagerate) ma lei odia i gatti (quelli fuori di casa nostra) .
Kora ama giocare con altri cani ma vuole essere sempre lei a decidere il come e il quanto, per questo non me la vedo sul Ponte dell'Arcobaleno, sai che scompiglio?
Kora è una gelosona, difficile per lei condividerci, non me la vedo proprio in Paradiso a sorridere a tutti.
Kora è solo nostra, si, lo so che l'abbiamo viziata, che l'abbiamo umanizzata troppo ma amarla non è costato niente sai?
A nostra difesa e sua ti posso dire che ha sofferto tanto, quanto male ha dovuto subire, non serve raccontarti, vero? Sai già tutto, ecco, noi abbiamo solo trasformato il suo dolore in Amore e credo sia stato il minimo.
Signore, capisci il perchè deve stare con noi?
Ho vissuto giorni, ore minuti e anni con lei, fa parte di me, tu sai quanta fatica mi costa anche buttare un paio di scarpe perchè ci sono tutti i passi che ho fatto, i pensieri che ho avuto, i dolori e le gioie, insomma la mia vita.
Come posso dirti Signore, ora è tua?
Oggi è tornata a casa in un'urna, abbiamo pianto ancora e ancora, so Signore che sei stato paziente, ci hai lasciato il tempo di metabolizzare ma questo tempo non ci basta sai?
Signore, non ci basterà il tempo della nostra vita per lasciarla andare definitivamente lo sappiamo, però possiamo fare un patto se vuoi.
Signore, lasciala con noi, verremo noi a portarla quando il nostro tempo finirà, ognuno di noi avrà un pò di Kora tra le mani e tutta nel cuore, che ne dici Signore?
Lasciala con noi fino a che avremo respiro grazie Signore....