Benvenuti a voi che passate per questa mia casa, l'allevamento de
I Certosini della Sciamana!

Lo so che questo sito è anomalo, lo so, abbinare al mio piccolissimo allevamento di gatti certosino i miei pensieri mi rende fragile...

Scrivere, buttare fuori le mie emozioni siano belle che brutte è uno scaricarsi che mi fa andare avanti anche se a volte è difficile come credo lo sia per tutti la vita. Scrivere, raccontare di me, dei miei Sciamanini mi rende serena, attraverso loro ho fatto amicizie che durano da anni, perchè si, sono ben 26 anni che convivo con questa splendida razza di Gatti Certosino e ogni cucciolata è rimasta nel mio cuore.

Chiedo venia a chi passerà a trovarmi, sicuramente troverà un sacco di errori ma anche tanta ma tanta bellezza nelle foto dei miei Sciamanini.
Le foto che sono su queste pagine di Certosino adulti sono tutte state mandate da chi li ha cresciuti e con i quali io resto sempre in contatto.

Per cui ricordatevi sempre che chi vuole un mio Sciamanino avrà anche me accanto. Grazie per avermi letto e ...... Gatti Certosino/ Sciamanini per sempre!!

 

La richiesta di amicizia le arrivò su FB, il nome non le diceva nulla ma l'accettò con un messaggio.

"Ciao, ci conosciamo?"

La risposta le arrivò subito.

"Certo che ci conosciamo,  sono Maria,  sono passati tantissimi anni ma io mi ricordo sempre di te e di come mi hai aiutato in ospedale."

Quante Maria poteva aver aiutato in ospedale?

All'improvviso capì chi era e un'ondata di tenerezza la invase come allora.

Ricordava benissimo quella ragazzina spaesata, strappata dalla sua calda terra per venire qui nel freddo nord dopo il matrimonio con il marito che lavorava sul lago.

Ricordava la sua solitudine e si, la paura di non farcela, avrebbe voluto abbracciarla forte anche ora, dopo i tantissimi anni passati su di loro.

Maria era un cambio ferie, come si diceva in gergo in ospedale, tempi duri, non si sapeva se si andava in ferie che il giorno prima, allora non era così facile reperire chi voleva lavorare in ospedale, non c'erano cooperative, c'erano solo operatori che  facevano tutto, il mansionario non lo si guardava, si faceva e basta!

Insegnare a Maria tutte le cose in due giorni era quasi impossibile ma Maria aveva tanta buona volontà e sarebbe stata capace di far tutto, lo sapeva con certezza.

Al suo rientro trovò una Maria distrutta ma serena, era riuscita in  tutto ricordando le sue parole e tutto il resto.

Alla fine Maria e il marito tornarono nella loro terra, troppa la mancanza delle famiglie e del loro sole ma l'amicizia continuò per lettera anche se con il tempo piano piano cessò.

Ora tramite Faccia Libro si erano ritrovate e era bello.

Essere ricordata con tanto affetto faceva bene anche se a lei non sembrava di aver fatto nulla di straordinario, era stata solo se stessa.

Dare un abbraccio e un sorriso fa la differenza se chi ci è vicino  sta vivendo un momento di difficolà e se il premio è un affetto lungo quarant'anni direi che si riceve molto di più di quel che si è dato.

Grazie Maria veramente, grazie di cuore.

 

 

 

Grazie Cesy per tutto l’impegno che ci metti nella tua bella selezione, grazie di avermi permesso di recuperare sangue di alcuni miei gatti oramai non più attivi tramite la tua meravigliosa Jadis di cui hai dato anche questo nome così glamour ☺️.
Allevi davvero bene e i tuoi cuccioli sono uno spettacolo, stamattina sono stato da te e mi ha colpito molto la tua dedizione, la cura che hai per i nostri amati chartreux, tenuti in spazi ampi, soleggiati ed estremamente puliti con addirittura la musica di sottofondo.
Sei una cara persona, dolce e sensibile, considero un onore averti come amica.
Sappi che potrai sempre contare su di me. Sei speciale e io ti voglio un gran bene, il tuo amico Sergio 😘♥
aggiungo che sei una persona etica, corretta, sensibile e onesta. ♥️
 
Questa piccola è la mia Jadis, anche il nome l'ho scelto io e credo che le stia molto bene.
Ho voluto fare il copia incolla di quello che mi ha scritto Sergio perchè il suo commento mi ha fatto piacere.
Io come dice lui non so scegliere, io sono "di pancia" e è assolutamente vero, per me i miei Sciamanini sono tutti speciali, non riesco mai a guardarli con obbiettività, a me non interssa che siano perfetti ma che siano solo felici, questo è il mio obbiettivo.
Ringrazio Sergio per la stima che ha nei miei confronti e spero che Jadis le dia soddisfazioni regalandole dei bellissimi cuccioli.

 

 

Purtroppo anche i nostri Grigioni ci lasciano.

Già lo sappiamo quando entrano nelle nostre famiglie che ci accompagneranno per un tratto solo e è difficile da accettare questo.

Romeo aveva festeggiato il suo 13 compleanno ma la sua famiglia sapeva che era l'ultimo e il dolore deve essere stato devastante.

Romeo è cresciuto in una famiglia che l'ha amato moltissimo, voglio trascrivere le parole esatte della sua mamma umana che ho su WZ.

" Romeo è stato un componente della famiglia, gli mancava solo la nostra lingua ma comunicava con noi e si faceva capire benissimo, 

è cresciuto assieme ai nostri figli i quali l'hanno considerato un fratello, non c'è stato giorno che non si sono salutati,

amava l'acqua e il cibo, era il portinaio di casa e adorava le scarpe e le ciabatte,

era sempre in mia compagnia mentre facevo le faccende di casa o cucito, 

ho rischiato di cadere tantissime volte,

è stato il Romeo er meio de casa"

Ecco, credo che non ci siano parole, ha già detto tutto la sua mamma, e le sue lacrime vanno rispettate, elaborare un lutto ci vuole tanto tempo e tantissimo dolore.

Romeo aveva un tumore, hanno fatto di tutto per farlo guarire ma purtroppo non sempre va come si desidera.

Romeo ha tenuto duro fin che ha potuto e alla fine  si è addormentato con tutta la sua famiglia attorno come è giusto, le ultime parole e le ultime carezze sono state un balsamo per le sue sofferenze e ne sono sicura, ha trovato in esse la forza di andarsene dove ora non soffrirà più.

 

Ora è la sua famiglia a soffrire e a essere smarrita dinanzi al vuoto lasciato da Romeo, lui manca come l'aria, ora le ciabatte stanno inerti al loro posto e fanno rabbia....

Ciao Romeo, stai sicuro che nessuno ti dimenticherà.

Freddy de la Sciamana

Questa è la storia di Freddy de la Sciamana, un Grigione di due anni che vive con una ragazza meravigliosa.

Freddy ha riempito di luce la casa della sua umana e ultimamente gli ha dato la gioia di diventare papà di ben 3 piccoli Sciamanini.

Freddy da piccolo

 

Tre bellissimi Grigioni e uno è andato a vivere con il suo papà.

Freddy l'ha accolto veramente come un figlio, è bellissimo vedere i video che la loro mamma umana mi manda, vivono in simbiosi e si sente tutta la serenità che aleggia attorno a loro.

Ilan de la Sciamana, figlio di Freddy

Ilan è ancora piccolo ma ha un carattere gioioso e con il suo papà giocano tantissimo

Freddy  e Ilan de la Sciamana 

Dexter de la Sciamana con il suo papà.

Ci sono foto che non serve commentare, ti parlano da sole.

Questa foto rappresenta il loro vivere assieme senza alcuna barriera.

Quello che si legge nei loro sguardi è una complicità dettata dall'amore.

Sguardi complici, buffi e uguali, nessuna differenza tra il Grigione e l'umano, solo una fiducia smisurata uno verso l'altro.

Grazie Luca e Stefania di amare così quella sagoma di Dex.

 

Eccoci qui a guardarci in cagnesco dopo 15 giorni.
Maledetto Covid per due anni ti ho sgamato, per due anni sono riuscita a non incontrarti ma tu hai saputo aspettare il momento giusto.
Per due anni mi sono protetta in tutti i modi e poi... puf, sei stato tu il più furbo.
Certo, hai usato come cavallo di troia mia figlia e cosa può fare una mamma di frontre al dolore di un figlio?
Già, chi poteva immaginare che con un tampone fatto di notte risultato negativo (dopo che era guarita da 40 giorni dal Covid) la mattina lei fosse positiva?
Ricordo solo il suo stare male, la mia certezza (sbagliata) " è sinusite, vieni a casa amore".
Ho passato la mattinata a coccolarmela nel lettone tra tisane e fumenti, sicurissima che tu, Covid subdolo non centrassi, invece....
Invece rifatto il tampone alle 12.. positiva!
La corsa a disinfettare tutto, cambiare il letto ma ormai....
Già ormai, dopo tre giorni tu ballavi nella mia testa, mi correvi dappertutto e non riuscivo a negare il mio stare male.
Tampone ufficiale e quarantena, per i primi due giorni diciamo che è anche andata bene, poi hai iniziato a picchiare duro!
Hai iniziato a togliermi ogni forza, il tossire mi lasciava esausta e nonostante una buona saturazione facevo fatica a respirare.
Ti sei preso notti le quali guardavo l'orologio ogni 10 minuti perchè credevo di aver dormito ore e invece erano secondi pieni di incubi.
Ti sei preso mattine che mi alzavo dal letto per buttarmi sul divano cercando la forza di alzarmi.
Ti sei preso ogni scintilla di vitalità che correva in me ma tu non sai con chi hai a che fare!
Tu sporco virus non mi conosci, tu non sai che io sono già una sopravvissuta, io ho già combattuto una battaglia a cui nessuno dava 5 lire, nemmeno mia mamma allora, te la voglio raccontare.....
Questo mese sarà il mio complenno, ben 66 anni, sono anziana ormai, quando sono nata ero prematura, parto fatto in casa, i miei genitori 26 anni lui, 24 lei, avevano solo la casa lasciata dai miei nonni ma mio padre non lavorara e in più era un estraneo per il paese.
Io ero talmente piccola che avvolta in doppio asciugamano a stento arrivavo al kg 1,800 gr, na migola, come si dice, i miei cugini più grandi per anni mi hanno preso in giro dicendomi che non avevo nemmeno il culo...
L'ostetrica non dava speranza, sarei morta e basta, portarmi all'ospedale era inutile e poi i miei non avevano la mutua, come potevano pagare?
Già, pagare, anche l'ostetrica andava pagata ma i soldi non c'erano e poi che fare con me?
L'ostetrica mi mise nella bambagia tutta nuda, praticamente una culla termica fatta di bambagia e proibi a mia madre di toccarmi, non doveva affezionarsi, tanto morivo.
Quante volte ho sentito la storia della mia nascita, alla fine immaginavo l'ostetrica come un'orchessa, perchè dovevo morire?
Dovevo morire perchè ero piccola e brutta?
Dovevo morire perchè i miei non avevano i soldi per pagarla e lei veniva tutti i giorni a vedermi se ero morta o viva?
Mia mamma per fortuna aveva tanto latte e io urlavo, piano ma urlavo dalla fame, allora lei disobbedendo solo a metà mi faceva cadere il latte goccia a goccia in bocca.
Io ho sempre imparato tutto con facilità e credo che anche allora di avere imparato subitissimo, fatto sta che non morivo mai e l'ostetrica voleva i suoi soldi al che mio padre partì per la Svizzera in cerca di lavoro per causa mia, ma questa è un'altra storia caro il mio Covid.
Vedi? Nessuno avrebbe scommesso su di me, uno scriciolo di kg1,800, nessuno mi ha coccolato, accarezzato, baciato, no, ho fatto tutto da sola, ho lottato per me e anche ora lo faccio da sempre, mi basto da sempre.
Se chiudo gli occhi e torno indietro sento ancora il cotone bagnato e il freddo che avevo alla schiena, sento le voci delle comari che venivano tutti i giorni a vedere se ero morta o viva e c'era chi scommetteva stabaccando.
Dio che ricordi che ho in fondo e tu schifoso Covid potevi venire da me solo imbrogliandomi, potevi farmi abbassare le mie difese solo per aiutare chi amo, tu sei un bastardo ma come vedi sono una combattente.
Ho dovuto smettere la terapia per la pressione, non potevo piu stare in piedi con 80/40 di pressione, se prendevo la terapia avrei collassato, anche ora la pressione è a terra ma va meglio.
Ti ho dato tutta la mia fame, grazie, magari dimagrisco un pò, non ho voglia di pesarmi ma ho fatto giorni e giorni obbligandomi a mangiare ogni due ore un cucchiaino di miele per darmi l'energia necessario di respirare .
Ti ho lasciato disegnare con un'esantema tutto il mio corpo, per fortuna non hai infierito con il prurito..
Ti ho dato giorni e giorni che non ho potuto lavarmi i denti perchè il solo mettere lo spazzolino in bocca mi veniva il vomito e ogni cosa aveva il sapore del mocio (credetemi, non so come possa essere il sapore del mocio ma il mio in bocca è veramente schifoso)
Ti ho dato giorni e giorni dove la mia bocca era una caverna fatta solo degli impianti, sentivo solo quelli, i miei denti " veri" non c'erano più, come risucchiati chissà dove.
Ti ho dato tanto, troppo, anche la tosse che non so da dove scaturisce, so solo che mi lascia stordita e tu continui, anzi, insisti.
Ma ieri sera per la prima volta ho vinto io, tampone rapido fatto a casa e..... negativaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa
Beh, mi sono messa a ululare e ti ho fatto un bel segno d'ombrello!
Non voglio indagare se fosse un falso negativo, non me ne frega, so solo che ho avuto una scarica di andrenalina che mi ha fatto bene e questo è quello che conta, domani rifarò il tampone, però so che ti ho messo all'angolo.
Non mi fai paura, ho avuto paura e tanta solo quando Dario si è positivizzato, ovviamente con quello che ha ero terrorizzata ma ora le cose vanno meglio anche per lui.
Credo che non ci sia molto da dire (lo so, ho scritto un libro quasi.) a giorni ci arriverà anche la multa perchè nessuno di noi è vaccinato, una nostra scelta, sbagliata o no è una nostra scelta e credo che nessuno debba giudicare le scelte altrui, il rispetto è la base della convivenza delle persone e credo che MAI come in questo periodo ne abbiamo bisogno.....
...

Guerrina se ne stava sdraiata sul vecchio divano e pensava che anche quest'anno ci era ricascata!
Come tutti gli anni al primo di aprile i bambini del paese andavano a bruciare "l'isiga".
Si scendeva sotto al paese e ogni muro che si trovava si accendevano le sterpaglie, tanto non c'era pericolo di incendi.
La terra era talmente intrisa d'acqua della neve sciolta o di quella ancora visibile nei canaloni in ombra che gli adulti non si davano problemi.
Guerrina si era divertita tanto ma ora ne pagava le conseguenze!
Una tosse fastidiosa e una febbre che non passava la stava accompagnando da ben due giorni.
Nella stanza c'era un bel tepore , mancava solo la luce del sole, la casa era situata al centro del paese, addossata ad altre case, quasi fossero gemelle che si tenevano su tra di loro.
Guerrina sapeva che fuori c'era il sole.
Sole e vento, se chiudeva gli occhi la vedeva la tormenta, la sentiva sulla sua pelle calda, per un attimo si perse via....
Quando riaprii gli occhi sobbalzò, seduto accanto al camino acceso c'era un uomo che tendeva le mani al calore.
L'ombra si proiettava lungo tutta la stanza e per un attimo fu come se un lupo fosse entrato nel suo mondo.
Tutta la sua faccia era simile a un lupo, il lungo naso e il mento inesistente, i capelli neri e scarmigliati a mo di criniera e il tabarro che fumava...
Guerrina poteva anche sentire l'odore del Lupo, della sua pelle mai lavata, del suo tabarro che diventava tovaglia o coperta al bisogno, lo guardava con occhi socchiusi, facendo finta di dormire e intanto pensava a tutte quelle storie dette su di lui.
Il Lupo era un personaggio nelle valli di montagna, tutti lo conoscevano e lo rispettavano, la sua saggezza e il suo sapere camminava davanti a lui.
La tosse la tradì...
Inutile cercare di far finta di dormire, anzi, le pareva di soffocare sotto quelli scoppi di tosse così violenti, si aggrappò alle coperte e tossi, tossi fino a piangere.
Quando si riprese si accorse che il Lupo la stava tenendo per le spalle e le cantava una nenia come se fosse un bimba piccola...
Guerrina si accorse che quell'abbraccio gli faceva bene, era come se la tosse avesse avuto paura del Lupo.
Sua mamma era pronta con la tisana fatta con le erbe portate dal Lupo e piano piano l'aiutò a inghiottire, si sentiva esauta, il sudore bagnava ogni parte del suo corpo lasciandola in un bagno freddo.
Quando il Lupo si rese conto che la mamma di Guerrina stava preparando dei pannicelli per fare le spugnature alla figlia si alzò, avvicinandosi alla bimba si chinò e con un sorriso sdentato le porse una caramella dicendogli..
" dai Pinì, che presto starai meglio"
E all'improvviso non fu più il Lupo ma solo un uomo buono...
 
 
 
 
...
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
... sei pronta a seguirmi?
Non avere fretta, concludi tutte le cose che ti sembrano importanti, togli dalla mente l'ego dei tuoi successi ma ancora di più quelli che per te non lo sono.
Ora vai in un ambiente dove puoi sdraiarti e ti senti protetta, solo due cose ti sono necessarie, del Palo Santo e una candela.
Accendi il Palo Santo e la candela, ti aiuteranno a tornare.
Lascia che il profumo si diffonda per tutta la stanza, la luce sarà un punto che piano piano potrà anche sparire ma tu sai che c'è e questo deve bastarti.
Sdraiati e respira piano, concentrati solo sul profumo e su quella luce che trema allungata verso l'alto...
Non avere paura, non ti posso tenere per mano, solo ti posso parlare "dentro", si, lo so, ti senti leggera ma c'è ancora una barriera tra te e il volo.
Ora sei ancora ferma in una dimensione strana, incerta, come un peso, lo so, non capisci, cerchiamo assieme di superarlo.
Ora come direbbe il grande Dante siamo ferme in un Girone.
Un Girone fatto di negatività, di paura nostre e altrui, di cattievria e invidia, dobbiamo superarlo per vedere cosa c'è oltre.
Non avere paura, tu sei di più di tutto e sono sicura che ce la puoi fare, basta volerti bene e credere in Te.
Brava, non scoraggiarti, non sempre si riesce al primo tentativo, brava e vai avanti, non avere paura, io ci sono dentro di Te, non ti posso toccare ma ci sono...
Ecco, il sussulto indica lo strappo...
Ora ci sei, no, lo so che la prima volta fa una dannata paura, è normale, io la prima volta non avevo nemmeno le briciole del ritorno.
Ti vedi vero? Lo vedi quel tuo corpo sul letto e ne sei terrorizzata.
Non devi avere paura, poi ci ritorni, ora lo sai che è solo un involucro, ora lo sai che sei molto di più.
Sei Energia e ora puoi volare, puoi spaziare e vedere, nulla ti è negato, l'unica regola è la tua consapevolezza del tutto.
Il tuo volo sarà protetto dal sottile profumo del Palo Santo, una scia che ti indicherà la strada del tornare e quando vedrai la luce devi solo desiderare di rientrare nel corpo che hai scelto per nascere, non devi avere paura....
..

 

„Qualunque fiore tu sia, quando verrà il tuo tempo, sboccerai. Prima di allora una lunga e fredda notte potrà passare. Anche dai sogni della notte trarrai forza e nutrimento. Perciò sii paziente verso quanto ti accade e curati e amati senza paragonarti o voler essere un altro fiore, perché non esiste fiore migliore di quello che si apre nella pienezza di ciò che è. E quando ciò accadrà, potrai scoprire che andavi sognando di essere un fiore che aveva da fiorire.“
Daisaku Ikeda
Questa splendida poesia mi è venuta in mente mentre guardavo i miei Grigini.
In ogni cucciolata ce ne sempre uno/a che mi colpisce, che mi intenerisce e che me lo rende caro più di tutti gli altri fratelli.
Non il più bello, non il più temerario ma quello che nasce un pò così....
Quello magro magro, quello bruttino rispetto agli altri, quello che non ha quasi la forza di succhiare il latte dalla sua mamma tanto è stanco.
Ecco, in questa cucciolata ho una principessina così.
Ultima nata sparata dal grembo materno, (tanto piccina da uscire senza dolore con tutta la placenta a fargli da paracadute) tra le mie mani pronta ad accoglierla.
Piccola ma con gambe lunghissime e molto combattiva, un "ragnetto" se proprio vogliamo dirla tutta.
Certo, come peso non poteva stare a pari degli altri, 87 gr contro i 158 gr, del primo, non c'è paragone!
Anche la forza è impari in confronto a chi fa la guerra per le tettine colme di latte, lei alla fine aspettava che i suoi fratelli fossero sazi e poi succhiava lei.
Beh, come una mamma ho preso in mano la situazione e abbiamo risolto, piano piano il peso è aumentato e le gambe non sono più così lunghe rispetto al corpo, insomma lei è la mia Bambolina.
Per ora la chiamo così, Bambolina è speciale, basta che io la tocchi e si gira per farsi accarezzare la pancina e mi guarda con occhi innamorati.
Certo, non è la più bella del gruppo se voglio essere sincera, ma quale Grigino nasce perfetto?
Mi viene in mente la Patologia Neonatale, li erano tutti "ragnini" i Ciccio Bello erano altrove e c'era sempre il codazzo dei parenti a farli sentire belli e invincibili e non avevano bisogno delle carezze che si davano quasi di nascosto ai nostri brutti anatroccoli.
Ecco, credo che per ogni fiore ci sia il giusto tempo del fiorire e gli si deve darne tutte le opportunità e non avere mai fretta.
Bambolina sarà un incanto, ne sono sicura come sono sicura che sceglierò per lei una persona speciale che l'amerà alla follia.
 
 
 

 

 

Tutta casa è profumata dell'arrosto che sta cuocendo, oggi è una Pasqua strana..
Oggi non ci saranno abbracci, baci, insomma tutto il caos degli anni soliti.
Ieri per la prima volta dopo anni e anni ho visto dei filmati, ci sono riuscita, non ho pianto nel vedere le persone che non ci sono più, dopo tutto le tengo sempre nel mio cuore.
Filmati di tempi remoti, di feste di compleanni, di mare e monti ricordi che credevo persi.
Vedere i miei genitori che si coccolavano Mara mi ha fatto commuovere, la mia mamma, fragile e grande, mio padre con i suoi baffi che sapeva fare un solletico tremendo ai suoi nipoti.
I miei suoceri innamorati dei loro nipotini.
Filmati che hanno riportato il sorriso dentro di me, perchè ho capito che nessun virus mi toglierà quello che ho avuto, nel bene e nel male.
Oggi ci sarà la polenta di patate, quella polenta trentina che il nonno Tino ci ha tramandato e sarà come se fosse seduto con noi.
Mancherai tu figlia mia, ieri ho guardato il filmato, quello fatto in ospedale, i primi incontri con i nonni, con tuo fratello e poi filmati fatti a casa, che dire, sei sempre stata tu, unica e insostituibile.
Oggi è una Pasqua diversa, penso a chi ha percorso il suo calvario da solo, senza un affetto e credo che sia la cosa più devastante.
Penso a Donatella che ha perso il suo papà, per lei sarà solo una Pasqua di dolore.
Penso a chi sta ancora elaborando un lutto e che sicuramente tutto quello che ci sta accadendo non ha molta importanza.
Il profumo si fa più intenso e è come il rimpianto che ho per quegli anni sereni fatti della normalità, delle grida dei bambini nel rompere le uova di cioccolato avvolte in carte colorate.
La ricerca dell'uovo con le sorprese più belle, tanto il cioccolato finiva sempre nelle torte ma quanta allegria attorno alla tavola!
Ecco, mi manca il caos!
Ma un caos fatto di persone felici che si volevano bene e basta.
Ora tutti i nipoti sono giovani uomini o donne, ora mi sa non vorrebbero più le uova ma sicuramente l'abbraccio sarebbe uguale.
Mi mancate tutti tutti, dal primo all'ultimo.
Ma ricordatevi, nessun virus vi potrà mai togliere quello che avete dentro, tutti quegli abbraccio e baci e caos resteranno dentro di voi, di noi come un enorme salvagente e ci da la forza di sperare.
Buona Pasqua a tutti.
(peccato che non siete qui a mangiare la polenta del nonno Tino)

 

FIORE DE LA SCIAMANA

FILEPHE DE LA SCIAMANA

FREDDY DE LA SCIAMANA

FALCO/POLDO DE LA SCIAMANA

FONZIE DE LA SCIAMANA

 

DUSTIN DE LA SCIAMANA

Si cresce, si invecchia, si cambia.
A vent'anni ti commuovevi per scelte fatte da altri, ti inchinavi, le vedevi come libertà, un coraggio che a te mancava ma che approvavi.
Vivere era una sofferenza, ti sentivi fuori posto, ogni giorno la lotta che ti salvava era quello dello spaccare tutto.
Era il ridere in faccia alle regole imposte da una società fatta di ipocresia e l'urlare senza voce una rabbia che sfociava in un morire.

" Me Ii hanno incartati nei bianchi lenzuoli
E l'ultimo viaggio l' han fatto da soli:
Né fiori né gente, soltanto un furgone,
Ma là dove stanno, staranno benone "

Era facile morire allora.....
Bastava una siringa, una canzone sparata in vena con tutta quella rabbia che si aveva addosso e te ne andavi tra l'addio di chi non ne era capace.
Tu stavi a guardare, forse credevi che un qualcosa c'era da salvare, tentavi un salvataggio tra libri e speranze, illusioni che ti davano un'ancora del non buttarti via...
Poi in due la vita va meglio e ti sei trovata un porto calmo, ti sei costruita una tua storia e si, non ti è andata poi male, sei invecchiata e ora capisci che ci vuole più coraggio vivere che morire.
Ora che nella mente c'è sempre la canzone che ti parla di corpi morti avvolti in teli bianchi, ma non hanno vent'anni, ora sono tuoi uguali.
Corpi che hanno combattuto per avere un porto calmo, che hanno lottato come te contro le in giustizie dei vostri vent'anni.
Ora capisci che l'uccidersi è una grande vigliaccata, non si è coraggiosi, è il vivere il vero coraggio!
Ora che sai quanto tu sia vulnerabile capisci le tue lotte e ti dici brava da sola, ora siamo noi ad assere portati via in teli bianchi ma la differenza è che non ci siamo arresi mai.
Mai ci siamo suicidati, troppo facile mollare, noi siamo gente che non molla!
Abbiamo fatto tanto, siamo acqua calma che disseta il mondo, siamo porti sicuri per i nostri figli e se anche non siamo riusciti a cambiare un mondo ci abbiamo provato.
Abbiamo seminato bene ma si sa, nel campi c'è anche la gramigna.
Per tutto quello che siamo vorrei rispetto e basta...

" Me Ii hanno incartati nei bianchi lenzuoli
E l'ultimo viaggio l' han fatto da soli:
Né fiori né gente, soltanto un furgone,
Ma là dove stanno, staranno benone "

 

Anche oggi è una sfilza di numeri, ci dicono che i posti nelle terapie intensive diminuiscono, ci fanno sperare...
Certamente tanti migliorano, meno male, ma tanti se ne vanno avvolti solo da un telo imbevuto da disinfettatnte, messi in fretta e furia in una bara senza nemmeno una preghiera.
Oggi c'è una persona che conosco in più che se ne va da solo, accompagnato solo da pensieri scritti sul web, mica era vecchio... 59 anni...
Fanno presto a snocciolare numeri, freddi e insensibili numeri, colpisce la fretta a cui ci stiamo abituando, mi fa paura.
Ogni numero è una persona.
Ogni persona è stato bimbo.
Bimbo che ha avuto una mamma che l'ha amato e cresciuto.
Ogni numero è stato fratello.
Fratello con cui ha giocato e litigato con altri fratelli.
Ogni numero è stato un papà e ha allevato i suoi figli con amore.
Ogni numero è diventato nonno e ha donato tutta la sua esperienza fatta di mille cose a tutti quelli che lo amavano.
Ogni numero è una bimba, un'adolescente piena di sogni, una mamma che ha donato la vita.
Una mamma lo sarà per sempre perchè noi donne non si smette mai di dare, siamo fatte così.
Noi donne sappiamo regalare un sorriso sempre, sappiamo andare al di la delle nostre paure ma non vogliamo diventare dei numeri.
Non sia mai che tutti questi numeri restino numeri, sono PERSONE e non vanno dimenticate.
Certo, si ha paura, si sa che non sarà come prima, come potrebbe?
Basta pensare al semplice raffreddore, quante volte ce lo becchiamo in un anno?
Non c'è nessun vaccino per il raffreddore.
Ho paura che ci saranno ancora tanti numeri ma sta a noi aiutare a contenerli.
Sta a noi focalizzare quei numeri e vederne persone, capire che se oggi siamo noi del nord i più colpiti gli abitanti del sud devono stare più attenti e si, prepararsi ma sopratutto imparare a proteggere le persone più fragili.
Non siamo numeri, siamo persone legate tra di noi da mille cose e facciamo in modo di non farci del male...
Ciao Fulvio, che la terra ti sia lieve....

...

 

Anche la paura diventa quasi normalità..
Vai al supermercato e ti si strappa il sorriso vedendo che anche le macchine parcheggiate tengono le distanze...
Una macchina e un parcheggio libero quasi a rimarcare che lontani è meglio.
Lontano, a distanza di sicurezza  ci scrutiamo l'un l'altro con sospetto.
Ci guardiamo e incontriamo uno sguardo che ci riporta a un amico, cerchi l'aggancio e si, è lui ma nei suoi occhi c'è solo quel disagio che ti fa stare lontano.
Ciao, come state?
Bene, diciamo bene, ho solo fatto una corsa per fare la spesa.
Ma le parole escono mentre ci si allontana,nessuna voglia di contatto, nemmeno un sorriso.
Lo vedi allontanarsi quasi di corsa e ti chiedi se torneranno i tempi del sorriso e dell'abbraccio....
Stenti a riconoscere tutto quel deserto, serrande chiuse con lucchetti, appesi cartelli degli ultimi saldi sventolano, grotteschi e osceni, inviti dimenticati in fretta e in furia da un tornado che ha travolto tutti.
La musica rimbomba nelle gallerie vuote, nessuno ha voglia di nulla.
Hanno distanziato le corsie, come bravi soldatini abbiamo imparato in fretta, prendiamo le solite cose velocemente, non ci perdiamo in nulla, ormai anche i reparti dedicati alla primavera ci fa un baffo...
Il futuro fa paura, dentro di te sai bene che non finirà!
Non può finire, sai che questa guerra è appena iniziata, fai la conta dei caduti e sai che sono quelle persone fragili.
Sono le persone invisibili, quelle di cui famiglie o badanti mettevano fuori i sacchi con i pannoloni, ti sei sempre stupita nel costatare che ormai la maggioranza non erano quelli dei neonati ma degli anziani non autosufficienti.
Nonni e nonne che spariscono nel nulla, continueranno a sparire nel nulla perchè se non troveranno un vaccino loro continueranno a morire e basta!
Questo piccolo virus non se ne andrà da solo, continuerà a farci sberleffi e ci colpirà ridendo della nostra presunzione.
Pensiamo di sapere tutto e non è così, non torneranno più quei tempi annoiati dove ci si inventava il futuro, ora non si potrà più.
Il futuro sarà legato alla paura e basta.
Ovviamente ci resta la speranza ma l'essere obiettivi è meglio, per cui, non ci illudiamo, dobbiamo imparare a convivere con questa realtà anche se non è facile.

DOMINIC DE LA SCIAMANA

 

Le mani raccolte a coppa attorno al bicchiere caldo, il viso tuffato sopra a raccogliere tutto l'aroma sprigionato dal primo caffè della giornata rendeva unico il momento.
Un momento che si ripeteva ogni giorno, un attimo che permetteva al sonno di andarsene senza troppi sbadigli e al giorno di entrare senza traumi.
Una sbirciatina ai vari biglietti attaccati sul frigo, impegni vari, appuntamenti...
Ultimamente gli appuntamenti con medici la facevano da padroni ma c'era sempre una cena tra amici che facevano ben sperare....
Il sole all'improvviso esplodeva dalla finestra della cucina mansardata, una cascata d'oro che metteva allegria anche quando si era tristi.....
La giornata poteva iniziare......

...

CICERONE DE LA SCIAMANA

 

 

Stamattina ho assistito a un omicidio!
Tanti ricordi mi hanno assalito, ben 7 anni fa ho dato un Grigino a una famiglia, Cicerone de la Sciamana.
Un Grigino bellissino e che continua a vivere felice con loro ma altri ricordi mi riportano a loro.
Il papà era appassionato di piante carnivore e me ne ha portato una, una Sarracenia bellissima.
A distanza di ben sette anni posso dire che ormai l'ho " addomesticata" vive da sempre in terrazza.
In inverno la metto al riparo e ogni primavera la rinvaso con stagno apposta per lei.
Stamattina gli ho dato da bere, rigorosamente acqua demineralizzata e mentre stavo eseguendo questo una enorme vespa ronzava accanto a noi.
Le vespe non mi sono mai piaciute ma le lascio stare, dopo tutto sono ospiti del pianeta come noi...
Il suo volo era sicuro... sfrontato come chi pensa di essere sempre nel giusto e che nessuno gli potrebbe fare del male...
Povera illusa....
Piano piano ha varcato il limite della bocca della Sarracenia e è successo in un attimo....
Povera vespa, non pensava di trovare uno più forte di lei sotto sembianze così innoque...
La vespa ha cercato di risalire ma è scivolata sempre più giù....
Ho seguito il suo scendere con rammarico ben sapendo che non potevo fare nulla per salvarla...
Per un pò il suo ronzio si è fatto frenetico ma poi piano piano si è smorzato e io mi sono sentita complice di un assassinio....
A volte l'aspetto più ingenuo cela dei pericoli mortali....

...

Ed eccolo qui il nostro Chopin, al 31 maggio festeggierà il suo primo compleanno ma credetemi, lui lo festeggia tutti i giorni!

La sua mamma umana Corinne lo adora e per tutto quello che riguarda questo birbantello non è mai abbastanza.

Chopin ha un carattere solare e lo dimostra sempre, veramente sono pochi gli Sciamanini restii alle coccole, a volte succede ma credo che sia l'approccio sbagliato degli umani all'arrivo di un Grigino.

Il consiglio che do sempre è quello di lasciare che sia il piccolo a venire a cercare il contatto, prima deve esplorare il nuovo mondo, a volte basta una serata, musica dolce e un ambiente rilassato come quello che hanno lasciato, a volte tre giorni... ma non mi è mai stato riportato un cucciolo perchè aggressivo o altro.

Certo, il fatto che sono già seguiti dalla nascita tramite foto e video e anche da più visite fa la differenza, con le nuove famiglie si istaura da subito un rapporto sereno e l'attesa diventa lieve.

Se ci sono bambini poi è magico, i nomi di solito vengono scelti da loro anche se a volte i papà intervengono....

" signora il mio papà ha sceto Dexter come nome, è bello, mi piace ma tu mi fai un favore? Quando chiami Dexter potresti chiamarlo Pepe? Così si abitua a l nome che ho scelto io "

Certo Lulù, stanne sicura, anche se scrivo sempre Dexter qui per tutti noi è Pepe.....

 

Ecco, questo è Dexte/Pepe

Questa meraviglia è un maschietto, non ho ancora abbinato il nome, potrebbe essere Diego o altri, c'è tempo.

Per ora stanno crescendo e devono imparare tantissimo prima di pensare all'andare via da me.

Per me sarà sempre troppo presto ma so che verrà quel giorno ma da ora so che andranno tutti in famiglie dove verranno amati e questo mi rasserena, per ora li vivo io e basta.

Macaron de la Sciamana.

L'abbraccio è accoglienza, e l'esserci e è il rispetto per il sempre.

Le strade potranno dividersi, diventare tortuose e in salita ma gli abbracci se dati con sincerità e affetto ci rimarranno dentro e niente potrà cancellarli.

Potremo chiudere mille porte, metterci catenacci fatti di parole cattive e laide ma in fondo avremo sempre quel dubbio di aver sbagliato in qualcosa nel non aver cercato una soluzione.

In fondo si sa quello che la vita riserva a tutti noi e allora....

Gli abbracci dei Grigioni sono molto di più e basta....

Grazie Nikka

Uno sguardo sul mondo....

Ci si avventura sulla strada della vita, fortunati quelli che hanno la sicurezza di un corpo morbido e accogliente, un corpo che sa parlare solo di sicurezza, quella di essere accettati per quello che si è.

Potranno esserci tanti conflitti e delusioni ma se abbiamo avuto radici forti che come braccia ci indicavano con un semplice " vai, non ti preoccupare, noi ti seguiamo" la strada retta da seguire non potrà accaderci nulla di irreparabile.

I genitori (la maggior parte) sono radici e si allungano a dismisura per garantire una vita serena ai propri figli.

Ecco il nostro Charlot in tutto il suo splendore.

Anche se vanno via restano sempre nel mio cuore, mi bastano queste foto per capire che sono amati e il filo d'argento che ci unisce si fa forte,

grazie Claudia e Andrea

 

 

Eccoci, abbiamo 10 giorni e abbiamo gli occhietti aperti,

siamo bellissimi e vogliamo conoscere il mondo,

mamma Elora ci tiene troppo stretti, COME FACCIAMO A SCAPPARE?

Che pazienza che ci vuole con queste madri.....

miaoooooooooooooooooooooooo

Abbiamo sette giorni di vita e stiamo aprendo gli occhi ma la cosa che ci piace di più è stare attaccati a mamma Elora,

MIAOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO

 


Stanotte sdraiata nel letto ascoltavo il ron ron di Elora che coccolava i suoi piccini e pensavo che si fa presto a innamorarsi.
Amare è respirare, è vivere e se la parte amata ci viene tolta allora resta solo il dolore.
Pensavo allo scritto che una mia carissima amica mi ha mandato, un grido di dolore ma anche un'elaborazione del suo lutto.
Quante persone sono arrivate da me cariche di questo strazio, la morte del loro certoso le aveva messe alle corde, ma le loro lacrime nel guardare i piccini mi dicevano che non erano ancora pronte , non ancora...
Quante volte ho spiegato che dovevano elaborare il loro lutto, non deve esserci la fretta di avere un altro Grigione, non è che il dolore per la perdita del loro amato scomparirà se si porta a casa un nuovo bimbo.
Ogni Grigio/a è diverso, non sarà mai uguale a chi non c'è più e non è giusto caricare sulle sue spalle aspettative.
Ricordo Paola, alla morte di Prince era distrutta, è venuta a trovarmi e dopo un percorso ha deciso di avere due Sciamanini, Morgan e Marvin.
Massimo con il suo Flash sempre nel cuore ora vive con Dylan.
Silvia, è mamma di tre certosi, uno è volato in cielo ma resterà per sempre con lei e i suoi due fratelli, Leo e Lunina.
Charlie non sarà mai un sostituito nel cuore di Donatella e Ruben, le due ragatte Brina e Jolie saranno le loro bimbe ma Charlie resterà per sempre il loro re.
Potrei andare avanti a scrivere per tanto, tutti i mici che sono volati sul ponte fanno parte dei miei ricordi perchè ho vissuto con i loro umani un cammino fatto di empatia e di condivisione e nessun Sciamanino li ha sostituiti
nel loro cuore.
Elaborare un lutto richiede tempo, certo, in tanti non capiranno, per tanti un gatto è solo un gatto e basta.
Elaborare quel dolore, quella perdita ti porta a cercare la via più breve ma non può essere quella giusta, dobbiamo fidarci del nostro dolore, ci fa bene.
Piangere per un gatto ci fa bene perchè piangiamo la morte di un figlio, di un fratello e non dobbiamo vergognarcene, a me fa pena chi non lo fa, che misera persona dev'essere se passa anche un solo giorno accanto a un'altra anima
e non ne percepisce l'essenza.
Certo, c'è chi non mi ascolta e va altrove a prendere un Grigio.
Io sono convinta che nulla accade per caso, c'è sempre un filo conduttore che ci lega a persone che "sentiamo" affini a noi, persone di cui basta sentirne la voce per ritrovarle dentro di noi.
Noi siamo Persone.
Persone che Amano e che Piangono per i loro Amori quando volano sul Ponte.
Ma siamo Persone che non piangono mai da sole perchè nel nostro cuore e accanto a noi con una zampina sulla spalla c'è sempre un Peloso accanto .... vero Carmen?

 

 

... sI, finalmente sono nati.

Praticamente sono 10 giorni che non esco di casa tranne che per portare Elora in clinica veterinaria, prima la lastra per vedere quanti bimbi sono, abbiamo visto che erano tre cuccioli.

Poi giorno per giorno poteva essere quello buono, almeno ci speravo, Pasqua e Pasquetta fatte in casa a guardare ansiosamente la mia ragazza, ma ... nulla di nulla.

Ieri mattina altra visita in clinica per un'ecografia per vedere se i piccoli erano vitali, si, i tre piccoli cuori battevano e il doc mi ha tranquillizata, non c'erano segni di sofferenza e che bisognava solo aspettare.

Così mi sono messa calma pure io, Elora fusava forte e ogni ora che passava diventava più tenera e è stato lì che ho capito che c'era in atto un cambiamento, si era al traguardo.

Ho messo la cesta parto sul lettone e ho aspettato, questo verso le sette, Dario andava a reiki e al ritorno avrebbe portato la pizza così che potevo concentrarmi solo sulla mia bimba.

Siamo andate avanti così fino a mezzanotte e mezza, pizza mangiata e Dario confinato a dormire sul divano.

Verso l'una Elora ha iniziato le contrazioni e dopo un pò è nato il primo, grosso e vitale, ho aiutata la mammina tagliando io il cordone ombelicale e aiutandola a pulire il piccolo/a.

Dopo di più di un'ora è nato il secondo e verso le quattro il terzo, tutti bellissini e già pronti a lottare per capire dove andare a cercare il cibo.

Messo tutto a posto ho chiamato il consorte a dormire nel lettone, stanca ma felice, che peso che mi sono tolta!

Brava Elora e bravo Angel, i vostri bambini sono super!

Penelope e Ulisse de la Sciamana

 

Palmiro, Spike, Zeus e Mirtilla de la Sciamana

 


A volte basta una telefonata a farti felice.
Una telefonata che arriva così senza un perchè e da una persona mai vista.
Una voce sconosciuta e dolce, chiudi gli occhi e lasci che quel suono entri in te.
Cerchi ti darle un viso, naturalmente bello e sereno e lo cerchi tra i ricordi dei suoi post.
Il nome lo sai già, Zena, un nome bello come immagini sia lei che conosci attraverso gli scritti che ti hanno rubato il cuore.
Amica virtuale che attraverso un monitor hai imparato a conoscere e ora sta diventando una bella realtà.
Emozioni vere e abbracci caldi, coperte fatte di post e messaggi, giorni e mesi segnati dalla curiosità del leggere.
Ritrovarsi in esperienze uguali, strade tutte in salita percorse con sforzo ma sempre con la solita grinta.
Trovarsi al telefono a chiederci "ma tu come ti chiami?"
"Cesy, sono solo Cesy"
"Io solo Zena"
Bellissimo!
Emozione e gratitudine circondano le nostre voci, un trovarci al di la del dolore per i nostri tempi difficili ma speranzose nella primavera.
Due donne che si trovano reali nella realtà virtuale, una grande conquista il sapere uscire dal monitor, le voci si fanno corde e diventano promesse.
Promesse per incontri futuri in una primavera già in attesa di nascere.

ZOE  e  OM SHANTI

ECCO A VOI ZOE, 38 GIORNI DI AMORE E BASTA....

...

Ecco la mia Zoe, 25 giorni di vita e già pronta a conquistare il mondo,

il mio cuore lo ha già.

Bella e dolce, ora ha due mamme che le danno il latte e tanti fratellini/cugini che la fanno giocare, cresce bene e si vede che è felice.

Questo è il papà di ELORA,  OTELLO DUCA DELLE DUE TORRI

questa è la mamma di Elora,

 .

e questa è ELORA DE LA SCIAMANA,

Elena, vedrai che Ulisse sarà bellissimissimooooooooo,

un abbraccio grande a Te e a Duccio,

gratini a mille a Penelope

 

   DUMAS  e  DAFNE  DE  LA  SCIAMANA

 

 

    DIANA  SPENCER  DE  LA  SCIAMANA

 

 

  DROLL  DE  LA  SCIAMANA

 

    DAISY  DE  LA  SCIAMANA

 

 

CAMELIA  DE  LA SCIAMANA

 

 

 

 

 

 

Quando è arrivata da noi Sissi era piccola, aveva appena 5 mesi, ma conosceva già il dolore e la violenza.

Con la sua diffidenza e scontrosità ci sono voluti mesi per farla uscire da casa,  non si lasciava accarezzare da nessuna persona che non fossimo noi della famiglia.

Non era una gattina dolce, mai stata, ti guardava con i suoi occhi d'oro quasi a sfidarti, non chiedeva, non miagolava per avere la pappa, aspettava.

Ti si avvicinava e ti guardava dritto negli occhi, certe volte dialogavamo, io con la voce, lei socchiudendo le palpebre, era un discorso solo nostro, intimo.... privato.

Ricordo le nostre coccole, lei che faceva finta di dormire su una sedia o sul divano, io che iniziavo a parlarle dolcemente, lei che si  "apriva", allungando tutto il corpo e mettendosi a pancia all'aria per ricevere le mie mani, ma sempre ostinatamente con gli occhi chiusi, come se si vergognasse ad ammettere che la cosa gli piaceva.

Crescendo anche il suo territorio è aumentato, le scale, la strada e i giardini dove andava a caccia, portandomi a casa come regali i suoi trofei.

Certo, a volte la sgridavo, come quando la vedevo sul tetto, lei essendo color argento si confondeva con le tegole, così erano stragi di rondini, le  "mie" rondinelle!

Le rondini che venivano a rubare il cibo alle tartarughe, che planavano dolcemente sulla terrazza, mai immaginando che una piccola tigre,  con un balzo,  le fermasse per sempre.

Diventata signorina abbiamo trovato per lei un degno principe, la sua prima gravidanza è stata vissuta in famiglia come un avvenimento speciale, super coccolata e rimpinzata come un'oca all'ingrasso.

Si pensava che con la gravidanza sarebbe cambiata, si sarebbe addolcita, niente, bravissima mamma, niente da dire, ma rimaneva lei, sempre scontrosa e sempre con gli artigli pronti a graffiare chi non conosceva.

Passano gli anni, anni sereni e gioiosi, ormai la conoscono tutti nella via, gira con al collo un collarino rosa, sanno come si chiama e che è mia, sono tranquilla, macchine ce ne sono poche, poi lei è prudente.

Certo, ci sono stati periodi brutti come quando ha avuto una gravidanza estrauterina. Ricordo bene quel periodo, un bruttissimo mese di Settembre, seguivo un parente stretto, malato terminale, la mia testa era altrove, anche quando Dario insisteva nel dirmi che qualcosa non andava, cercavo di ignorare il tutto.

Non avevo tempo, non potevo preoccuparmi anche per Sissi, poi lei come al solito, non si lamentava, non "piangeva"!

Poi vedo.

Vedo sangue, una scia di sangue che mi porta a Sissi, allora mi "sveglio" e corro.

Così finisce sotto i ferri, subito, il veterinario mi dice che probabilmente morirà, devo prepararmi al peggio.

Ma io non mollo, sono sicura che la mia principessa non mi lascerà, difatti è così, me la porto a casa subito e facciamo una notte abbracciate sul lettone.

Sissi come un'adolescente stizzosa non voleva mai fare foto, come mi vedeva con la macchina fotografica in mano si defilava, per questo ho poche foto sue, ma quando ha visto che volevo immortalare la sua pancia pelata e tagliata si è messa in posa.

Lasciamola lì, sul dondolo a riposarsi.....

...

 

 

 

 

 

 

Il 28 Aprile di tanti, tanti anni fa, cadeva di domenica.   Una domenica importante per il piccolo paese di montagna, una piccola comunità in cui le stagioni di   Madre Terra scandivano il vivere e il morire.   Si festeggiava l’arrivo della primavera con grandi fuochi e balli per le strade.    Ai bambini era dato il compito di correre per tutto l’abitato, chi trascinando grosse catene che di solito erano appese sui focolari domestici, altri coi campanacci (tolti per l’occasione alle mucche che ancora svernavano nelle stalle), martellavano col loro eco tutta la valle in risposta di altri suoni provenienti dai paesi vicini.   Una festa comune, dove tutti al calar del buio partecipavano con allegria, portando grosse fascine per alimentare i falò e intonare attorno ad essi cori di canzoni di cui ormai si è persa la storia.   Non so se gli abitanti di allora fossero  coscienti di festeggiare Beltane, chiamata anche la notte di Valpurga, ma certamente sapevano che quella era la notte delle streghe!!!   Ma torniamo a “quella” domenica, il paese si stava preparando per la sera, tutto procedeva serenamente, nella piazza principale, dove sarebbe avvenuta la festa il fermento cresceva di ora in ora.   Su questa piazza si affacciava una casa, dentro una ragazza impaurita e incinta di 7 mesi.   Non capisce molto di che cosa le sta succedendo, sa solo che è troppo presto per la nascita del bambino; si chiama in fretta l’ostetrica della zona, (anche se si sa che ci vorranno ore prima che arrivi) a rassicurarla ci sono “le Anziane,” ma la paura e il dolore di non farcela è forte.   Il suo compagno non sa che fare, guarda con occhi colmi di tristezza il tutto, si sente in colpa, non può portarla in nessun posto per alleviare la sua sofferenza.   Si sente uno straniero, non è del paese e non ha un lavoro, vivono di quel poco che lui riesce con piccoli lavori a reperire, ma sa che per il bambino è troppo presto per nascere, anche le Anziane di nascosto lo guardano scuotendo la testa.   La realtà si confonde con la fantasia, il travaglio dura a lungo, i rumori della piazza fanno da sfondo a urla di dolore, poi ecco il miracolo della nascita, una bimba.   Una bimba in miniatura, è talmente piccola che tutti  pensano che non sopravvivrà, sarebbe un miracolo!!   Non possono portarla in ospedale, il papà non ha la “mutua”, sarà quel che sarà, non la vestono nemmeno, (non ci sono vestiti che le vanno bene) le fanno un vestito con la bambagia, anzi l’avvolgono nella bambagia e la mettono nella culla.   Alla mamma viene detto che non può assolutamente toccare la bambina mignon, ci penserà l’ostetrica una volta al giorno, quando passerà alla sera; tutti sono sicuri che la piccola morirà presto.

La madre è abituata alla morte, in paese è di casa, nei bimbi poi…..   Solo che la bimba piange con voce forte, vuole da mangiare, che fare?   La madre ha latte, il seno duole e il prezioso liquido esce da solo.   Non sapendo che fare ma ascoltando il suo cuore  va alla  culla della figlia e con cautela   lascia cadere goccia a goccia il latte nella piccola bocca,  sembra incredibile ma la bimba mangia!   Passano i giorni e  incredibilmente la bimba vive,  la madre non la prende in braccio ma ha tanto di quel latte che alimentarla non è un problema, anche se naturalmente non è facile .   Alla fine l’ostetrica da il suo verdetto, la piccola vivrà.   Ho raccontato questa vicenda perche è la storia della mia nascita, mi piace pensare di essere stata aiutata a vivere da una fata o una strega, sento  ancora i loro poteri vegliare su di me, a mia volta “sento” , spiegarvi non posso, ma “so” e tanto basta a me.  

A mia volta ho dato vita a una bimba nata anche lei un mese “prima”, penso che la sua data di nascita dica tutto, Mara è nata la mattina alle ore 6 del 1/11/1991, una streghetta che adoro con tutto il mio cuore!!!!!   Ultima cosa, io pesavo 1.800grammi con un asciugamano a mo’ di vestito!

BABETTE  DE  LA  SCIAMANA

 

 

 

Tante volte mandiamo messaggi sbagliati, crediamo di agire con saggezza ma affondiamo nelle nostre paure.
 Dall'alto delle nostre insicurezze gridiamo consigli non richiesti e ci avvolgiamo nel tepore dell'indifferenza.
 A volte basterebbe ascoltare, amicizia è quello principalmente.
 Amicizia è diversa da "compagni di merende", non si può solo ridere assieme, è il piangere che  rende uniti.
 Condividere le lacrime e un abbraccio fa sentire  fratelli, ho provato a dirlo, ho cercato di spiegare un bisogno ma....
 Tanti gli anni vissuti vicini, tante "le merende" mangiate assieme, le risate... ma se guardo nell'arco di questi anni non vedo lacrime.
 Tanti i dolori vissuti inzuppati di sale amaro ma se vi cerco trovo solo la vostra assenza.
 Non voglio colpevolizzare nessuno, ognuno è se stesso come è, ma la delusione è tanta, per una volta ho "sforato" ho chiesto aiuto.
 Non chiedevo nulla di strano, chiedevo solo ascolto e tenerezza, condivisione e cuori aperti per ricevere dolori curabili solo con amore.
 No, scusate, vi ho chiesto moltissimo, vi ho chiesto il vostro cuore.
 Vi ho chiesto il vostro tempo, ho chiesto a voi di esserci, voi amici miei....
 No, non amici ma "compagni di merende" , ecco quello che siete, gli amici sono un'altra cosa.....

...

 

 

 

BODI  DHARMA  IN DOLCE ATTESA, ANCORA 13 GIORNI.... MIAOOOOOOOOOOOOOOOOO

 

 

 

Come si capisce che si ama nel modo giusto?

Un dubbio che gira e rigira, un tarlo messo li, come una virgola lungo la certezza del vivere.

Allora avrò sempre sbagliato?

Se non sono mai stata accarezzata, voluta e amata, un fagotto da buttare in un angolo e poi dimenticarsene, se mai nessuno mi ha bagnato con lacrime di gioia, come posso avere imparato a dare amore?

Allora tutto il mio lottare, dal mio primo respiro all'ultimo schiaffo ricevuto, dal gridare in silenzio il bisogno di essere quella che voglio essere.

Allora ho sbagliato tutto?

Una piccola virgola e sono in panico.

Amore non è dipendenza e l'esserci, è l'abbraccio a lungo rifiutato perchè non conoscevi quanto può far bene.... o quanto può fare male.

Creare la vita, il riprodursi, quale magia e quale amore immenso è più grande?

Oppure è l'illusione che ci fa sentire grandi e potenti?

Guardare tuo figlio e scoprirsi a piangere di gioia, quelle lacrime che mai furono versate per te, chiamare amore e sentirlo esplodere dentro, capire che potresti uccidere per quella piccola vita.

Poi il tempo corre e cosa rimane di certezze costruite su quelle lacrime?

Magari non sapevi amare, come si fa a capire bisogni se non sai soddisfare i tuoi?

Girotondi di fate e di gnomi, storie inventate a occhi spalancati dove il sonno scappava lontano e il bene non sempre vinceva.

Imparare a non dare baci, chiudere le braccia per impedire la bramosia degli abbracci, riinventarsi un domani dove nemmeno i rovi potranno pungere.

Ascoltare e non cercare di capire ogni perchè, imparare a pensare un pò a me, questo può essere il modo giusto di amare.

Amare me stessa perchè nessuno sa quanto io non mi ami. 

 

 

 

 

Ora so che ti sei uccisa, ora so che la depressione fa fare queste cose. So  che è stata una tua scelta quella di infilarti sotto quel camion, ma perchè ti sei portata via anche Cristian? Lavorare con te era bello, tu piccola e solare, una bambolina, tanti  non credevono che eri tu la "dottora", ti guardavano stupiti, quel tuo sorriso, quella serenità che usciva dai tuoi occhi.. Eri una donna colma di ogni cosa, bellezza e amore abitavano a casa tua, anche la nascita di Cristian è stata benedetta da fate generose. La vita sembrava una favola, le tua favola, quella di una famiglia felice e normale, allora cosa è successo poi? Chissà che fine ha fatto la tartaruga che ho regalato al tuo piccino, chissà che fine ha fatto quella piccola casa.... Ci siamo perse di vista, io pensionata e tu sempre a fare la "dottora" con accanto altre persone. Poi una sera è arrivata come una bomba la notizia... un incidente... assurdo e crudele. Tuo marito visto il tuo ritardo aveva già chiamato in pronto soccorso.... già, medico anche lui... lavoro difficile, ti porta sempre a pensare al peggio. La notizia è arrivata sui cellulari... è una nostra collega.. ecco che il peggior incubo diventa realtà. Dovevi portare Cristian a nuoto, hai voluto fare un giro... il lago è così bello in autunno.... Perchè la tua macchina si è incastrata sotto a quel camion fermo in una piazzola? Perchè con c'erano segni di frenata? Perchè... perchè e ancora perchè! Il dolore è stato tanto, le due bare alliniate una accanto all'altra nella piccola cappella dell'ospedale, era un dolore comune, un dolore che univa e che straziava anche se era solo il silenzio a urlare. Per tanto tempo mi sono rifiutata di credere a chi diceva che ti eri volontariamente infilata sotto a quel camion. Per tanto tempo vedevo solo il tuo sorriso e risentivo la tua voce mentri ridevi accanto a tuo figlio. Ma ora so, ora lo so che hai cercato una via di fuga al tuo male di vivere, ma perchè ti sei portata via anche Cristian? La depressione è un tumore maligno, ti ammazza dentro e fa ammalare anche chi ti sta accanto, il sole diventa freddo e nemico. Non ci sono più sogni ne progetti, anche l'amore sparisce, non scalda più il sorriso, anche un figlio non basta, solo quel vuoto e quella voglia che tutto finisca presto. Tu hai voluto accellerare il tutto, vero? Hai pensato di portarti via Cristian perchè non soffrisse quello che stavi soffrendo tu, pensavi di proteggerlo da questo mondo schifoso, hai agito da mamma. Ma dimmi, dimmi cosa ti ha detto Cristian quando hai accellerato e puntato contro il camion.... dimmi... ha urlato? Cosa ha detto? Mamma..... mamma cosa fai? Hai sentito dolore o eri già tutta un dolore per la scelta che stavi facendo? Ora capisco questo dolore che scava dentro giorno dopo giorno e ti svuota di tutte le emozioni e della voglia di vivere. La vita va avanti, ogni tanto ti penso con la dolcezza dei ricordi che ho di te, a volte ti penso con rabbia.. Una rabbia che non dovrebbe esistere, non sta a me perdonare... se c'è qualcosa da perdonare... Ciao Angela

TANUS  DI  SANTAFIORA...... ASPETTANDO L'AMORE....

 

...

 Mi è stato detto che la foto di Leonino non c'era più, sono venuta a controllare e è vero.

Mi spiace ma la cosa è dovuta al fatto che il brano sotto era stato scritto sul mio precedente blog, ( si può ancora trovare in rete anche se mutilato forte, LUNAMARA ) avevo fatto il copia/incolla ma a distanza di anni ( 7) le foto di allora sono state tutte cancellate, il perchè non lo so, so solo che non ho più la foto di Leonino e mi spiace, me la ricordo bene, c'era Leonino con una vistosa fasciatura.

Ora metto una foto dei suoi fratelli,

Leo e Lunina de la Sciamana

 

Leonino è un gatto e sta morendo.
Leonino è un gatto fortunato, non perchè sta morendo ma perchè è un gatto amato.
Leonino ha sette anni e vive con una persona che lo ama tantissimo, Silvia.
Silvia è una ragazza dolcissima, ha occhi grandi e profondi, ti ci perdi in quegli occhi.
L'abbracci e senti tutta la sua fragilità, il suo dolore, la guardi e sprofondi nei suoi occhi fino al cuore.
Un cuore che si ribella alla realtà che dovrà vivere, per lei Leonino è più di un amico, è il suo doppio.
Sette anni vissuti in simbiosi, il primo buongiorno è loro come la buonanotte data con un bacio e l'abbraccio fatto fagotto di coperte e sonno.
Gli studi, e la laurea condivisi, anche l'amore è stato vissuto a due, l'intruso ha dovuto prima conquistare Leonino poi, Silvia.
Al matrimonio forse non c'era ma sicuramente nella nuova casa il posto migliore è sempre stato suo.
Anni di serenità fino a settembre, poi l'abisso.
Un tumore maligno, già, anche ai gatti vengono i tumori.
Un tumore di quelli schifosi, quelli a cui il veterinario dice subito che non c'è niente da fare, ma Silvia non ha mollato.
Nemmeno Leonino ha mollato, chemioterapia e tutto il resto, ore e ore fatte di dolore e speranza ma la sera era un allentare le funi.
Se quel letto potesse parlare sarebbe solo l'amore il protagonista, coccole e coccole condite con la speranza di potere andare avanti all'infinito.
Ma ora anche la speranza viene meno, il tumore come un bubbone è esploso in tutta la sua crudeltà e Silvia sta male.
Non vuole prendere una decisione, non ne è capace, sarà il veterinario a decidere quando Leonino dovrà fermarsi un pò di più, il tempo per volare sul ponte dell'arcobaleno.
Intanto una nuova amica sta aspettando Silvia, un batufolo argento blù chiamato Luna, la guardo e so che è bellissima e dolcissima, l'ideale per Silvia.
Quando è venuta a trovarmi mi ha chiesto di scegliere per lei la più dolce, un impegno grande per me che li amo e basta.
Ma piano piano l'ho individuata, era quella che ronfava subito come la toccavi, quella che saliva in grembo e ti guardava con occhi seri.
Chissà cosa voleva dirmi?
Trovargli una mamma che l'avrebbe amata, che l'avrebbe fatta sentire unica?
Con Silvia il mio compito è compiuto, so che Luna sarà regina.
Ora c'è solo dolore e tristezza per Silvia e Michele ma più avanti ci sarà ancora il sole e le corse sfrenate di Luna a regalare loro il sorriso.
Certo, Leonino sarà sempre presente nei loro cuori, ci mancherebbe, ma la tristezza sarà stemprata dai ricordi e ci sarà una nuova realtà da amare.
Ciao Leonino anche tu ora fai parte di un pezzetto del mio cuore, vorrei che il viaggio che andrai a iniziare ti fosse dolce e lieve.
A te Silvia il mio abbraccio sincero, non avere timore, l'amore chiama amore e tu ne hai dato tanto e continuerai a darne a piene mani, con tanta stima e affetto,
Cesy

 

Era  mattina ma la notte invernale sarebbe stata ancora lunga, iniziava il turno alle 6 e intanto si godeva in silenzio il caffè della macchinetta dell’ospedale.

Era partita da casa in anticipo, come sempre, gli piaceva alzarsi per poter leggere due pagine così iniziava bene la giornata.

Dar da mangiare al pesce rosso che nel silenzio della casa addormentata la chiamava  con schiocchii fatti a pelo d’acqua la faceva sorridere.

E il profumo del primo caffè era fatto solo per ricordarle quanto fosse bello poter sentire che nel silenzio del suo piccolo mondo tutto andava bene.

Scese e  la nebbia l’avvolse come una ingombrante coperta, per fortuna a quell’ora le macchine erano poche, guidò piano, immersa in quel silenzio irreale fatto di bianco e buio.

Negli spogliatoi salutò ricambiata con cenni, quasi fossero senza voce delle colleghe, poi si avviò a prendersi il primo caffè della macchinetta.

Chissà perchè la sua preferenza andò alla macchinetta del piano della Pediatria, di solito era quello più affollato e lei lo evitava, ma quella mattina era deserto e così decise di fermarsi lì.

Fu mentre beveva piano il suo caffè guardando il buio fuori dalla finestra che vide vicino a lei, riflessa sui vetri quella donna.

Veramente la sua mente registrò che non era "nuova", era una figura che  vedeva spesso, cortesemente la salutò cercando un argomento banale per potersi accomiatare.

Fu sorpresa dalla reazione della donna, la quale scoppiò in un pianto fatto di singulti e gemiti, la bocca aperta  a mangiare l’aria che sicuramente non arrivava ai polmoni, scossa da un dolore che faceva paura.

Istintivamente l’abbracciò, non sapeva che fare ma sentiva che era solo  quello che poteva e doveva fare!

Solo un nome usciva da quella bocca devastata dal dolore, Max… Max…

Fu il suo essere donna che la portò a conoscere quella storia?

O fu un dolore giunto ad un punto non più sopportabile?

Divennero amiche e così seppe di Max, un bimbo biondo che pesava poco più di un lattante, Max che non aveva futuro, che non aveva mai avuto un futuro.

Era nato "male" strappato con il forcipe dal caldo corpo di sua mamma e mai nato alla vita.

Max che l’unica cosa che riusciva a fare da solo era respirare e basta!

Max un guscio vuoto, un viso inespressivo gli occhi di un azzurro cielo da far stare male chi vi cercava un sorriso.

Max che era meglio se moriva subito, per tutti, ma non per lei.

Lei  gli raccontava dell’altra sua figlia, del marito ormai etilista, del non vivere la famiglia, del suo sacrificarsi solo per Max, non chiedeva se era giusto, lo faceva e basta!

Un’amicizia dura, impegnativa, fatta di abbracci e di discussioni, per Max poteva  tutto, per gli "altri" niente.

Nulla per la figlia adolescente, rabbiosa verso la sua vita e verso quel fratello che le portava mia l’amore della mamma, niente per il marito che sapendo di aver perso due persone in una volta sola si era rivolto alla bottiglia.

Questo tutto per Max.

Max che "viveva" in un letto su misura, girato e rigirato in continuazione, Max sedato contro attacchi epilettici, Max a cui veniva dato da mangiare tramite un tubicino impiantato nello stomaco, Max a cui lei doveva aspirare il muco dalla gola, Max…..

Una sola domanda alla fine, perchè?

Lei guardando il "suo" Max rispose la sua verità,

"perchè lui mi muore, lo so che mi muore….."

Non seppe più che dirgli, pensò che la morte aveva già colpito nel cuore di una ragazza e di un uomo solo…

ALLEVAMENTO AMATORIALE CON AFFISSO

GATTI CERTOSINO DE LA SCIAMANA

BRESCIA

DI SEGUITO GLI UNICI CONTATTI VALIDI

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 GATTINI DISPONIBILI

Tutte le mie grigie e gli stalloni sono stati testati tramite prelievo ematico per il rene policistico (PKD Genetic Test) al laboratorio Vetogene di Milano, ecograficamente per HCM, ovviamente testati anche per FIV, FELV. Sono anche membro del Club del Certosino

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Perchè la mia veterinaria è meglio! La mia " dottora" è fantastica, sa parlare agli animali e ha un un lagotto, Ciccio, che accoglie tutti con delle coccole sfrenate e non è geloso di nessuno. Fare un giro in clinica è come andare a trovare dei carissimi amici, consigliato a mille a tutti quelli che abitano a Brescia e che hanno i miei Sciamanini/e. Grazie Ilaria e company, siete super!!!!!!


In ricordo della mia sempre Tiffany


♥️♥️♥️♥️♥️

❤

Non ditemi che è solo un gatto...
Tu Tiffany mia sei molto di più, sei mia figlia, sei la sorellina di Mara, fai parte di noi e basta.
Non ditemi che è solo un gatto perchè se tutto il dolore che ho dentro ora diventasse freccia sareste morti all'istante!
Tu Tiffany mi sei dentro da sempre, da quando sei nata in un giorno importante, un 8 marzo del 2002.
Sono state le mie mani che ti hanno accolto in questo mondo, è stato il mio odore che hai sentito prima di quello della tua mamma, io ero sempre accanto a te e ci sarò per sempre!
Ti ha scelto Mara, chissà come mai ha scelto te nel mucchio dei sei piccoli urlanti grigini, ma sei stata tu da subito.
Eri l'unica con il fiocchetto ingombrante, eri quella amata e coccolata di più...
Sei stata per Mara la sua prima amica, per lei sei diventata bambola e nonna di capuccetto rosso, sei diventata principessa e strega.
Tu, straordinaria in tutto, umana fino a dormire allungata come me e Dario tra i nostri due cuscini e anche brontola se mi alzavo la notte e ti svegliavo.
Tu che a tutti hai regalato una testatina come a dare loro il permesso di accarezzarti.
Tu che eri il biglietto da visita di casa nostra, invadente fino a salire sul tavolo se avevamo ospiti ben sapendo che non ti avrei mai sgridato perchè non volevo offenderti davanti a persone non di famiglia.
Tu che tutti ti portano dentro, tutti sanno chi sei e come sei, sei la gatta più dolce, più vera e più nostra del mondo e basta.
Chi ha un mio Grigione ha anche te nei suoi ricordi, per te c'è sempre un pensiero, un sorriso, un filo che diventa amicizia correlato delle tue immagini, dalle tue fusa esagerate e dalla tua insistenza che a volte diventava invadenza.
Non ditemi che è solo un gatto, lei è Tiffany, mia figlia.
Abbiamo vissuto quasi 16 anni assieme e come figlia ti ho sempre messo al primo posto assieme a Mara, io sono sempre venuta dopo, io sono solo la vostra mamma, voi siete le mie principesse.
Anche nelle tue pochissime gravidanze come una figlia mi hai dato l'onore di esserci sempre, sorrido se ci penso, Tiffany, tu iniziavi a urlare ancora prima che iniziasse il travaglio.
Come una regina mi scodellavi i piccoli guardandomi con occhi pieni di dolore facendomi sentire in colpa, poi me li davi e basta, l'unico tuo compito era allattarli ma la mia presenza ti era necessaria.
Anche le notti le passavi nel lettone con i tuoi bambini, non c'era verso che tu stessi nella cesta, tu dovevi dormire con noi, tra di noi e ci portavi un piccolo per volta visto che noi lo rimettevamo nella cesta vicino al letto, tu allora ne prendevi un'altro e andavamo avanti fino a che sfiniti io e Dario ti accettavamo in toto, bimbi compresi.
Ricordo quelle notti passate sul bordo del letto, il dormire con un occhio aperto per la paura di schiacciare un bimbino, certo, l'unica a dormire alla grossa eri tu fiduciosa in noi... Dio che nostalgia di quelle notti....
Anche ora che non riesco nemmeno a vedere quello che scrivo da queste stupide lacrime ho già nostalgia di te, ora che riposi avvolta nella copertina rosa che ti piaceva tanto chiamo già Tiffany tutte le altre Grigie, che farò senza di te?
Sei stata bravissima come al solito, ci hai permesso di salutarti uno a uno, Mara è tornata a casa per te, ti ha chiamato con il vostro linguaggio e tu le sei andata incontro, stanca ma felice, ti sei lasciata pettinare e coccolare, vi siete salutate , vi siete date un arrivederci, lo so con certezza.
Anche Fabio ti ha salutato, con discrezione e da solo ma quando è uscito i suoi occhi erano gonfi di lacrime.
Il papà che non riesce a metabolizzare il dolore e che lascia questo compito a me,ti ha accarezzata e sicuramente ringraziato per tutto quello che ci hai dato.
Io che in questi 4 giorni li ho vissuti con te, attorno a te.
Alla fine eri anche stufa di avermi tra i piedi, si sa, ognuno muore da solo ma io questo non te l'ho permesso, te ne sei andata con me, io c'ero e ti ho accarezzato, ti accarezzerò per sempre!
Tu non devi andare in nessun posto, sei già a casa e lo sarai per sempre!
Tu sei nei nostri cuori, hai solo cambiato forma, ora sei l'energia dei ricordi belli, sarai per sempre un sorriso e sarai per sempre la nostra Tiffany.
Non ditemi che era solo un gatto, lei è mia figlia e basta!

Ti prego Signore

 TI PREGO SIGNORE

KORA   15/12/2008----02/10/2022

Signore lo so che stai aspettando Kora, ma che te fai di una pit bull in paradiso?
Signore, anche sul Ponte dell'Arcobaleno non te la consiglio sai?
Signore, so che tu sai, ma quando sei sicuro che tutto va bene molli un pochino...
Signore, tu sai ma lasciami spiegarti del perchè forse è meglio che rimanga con noi.
Kora è una pit bull che ha sempre vissuto con i gatti e ha volte si crede un gatto (quando vuole coccole esagerate) ma lei odia i gatti (quelli fuori di casa nostra) .
Kora ama giocare con altri cani ma vuole essere sempre lei a decidere il come e il quanto, per questo non me la vedo sul Ponte dell'Arcobaleno, sai che scompiglio?
Kora è una gelosona, difficile per lei condividerci, non me la vedo proprio in Paradiso a sorridere a tutti.
Kora è solo nostra, si, lo so che l'abbiamo viziata, che l'abbiamo umanizzata troppo ma amarla non è costato niente sai?
A nostra difesa e sua ti posso dire che ha sofferto tanto, quanto male ha dovuto subire, non serve raccontarti, vero? Sai già tutto, ecco, noi abbiamo solo trasformato il suo dolore in Amore e credo sia stato il minimo.
Signore, capisci il perchè deve stare con noi?
Ho vissuto giorni, ore minuti e anni con lei, fa parte di me, tu sai quanta fatica mi costa anche buttare un paio di scarpe perchè ci sono tutti i passi che ho fatto, i pensieri che ho avuto, i dolori e le gioie, insomma la mia vita.
Come posso dirti Signore, ora è tua?
Oggi è tornata a casa in un'urna, abbiamo pianto ancora e ancora, so Signore che sei stato paziente, ci hai lasciato il tempo di metabolizzare ma questo tempo non ci basta sai?
Signore, non ci basterà il tempo della nostra vita per lasciarla andare definitivamente lo sappiamo, però possiamo fare un patto se vuoi.
Signore, lasciala con noi, verremo noi a portarla quando il nostro tempo finirà, ognuno di noi avrà un pò di Kora tra le mani e tutta nel cuore, che ne dici Signore?
Lasciala con noi fino a che avremo respiro grazie Signore....