Benvenuti a voi che passate per questa mia casa, l'allevamento de
I Certosini della Sciamana!

Lo so che questo sito è anomalo, lo so, abbinare al mio piccolissimo allevamento di gatti certosino i miei pensieri mi rende fragile...

Scrivere, buttare fuori le mie emozioni siano belle che brutte è uno scaricarsi che mi fa andare avanti anche se a volte è difficile come credo lo sia per tutti la vita. Scrivere, raccontare di me, dei miei Sciamanini mi rende serena, attraverso loro ho fatto amicizie che durano da anni, perchè si, sono ben 26 anni che convivo con questa splendida razza di Gatti Certosino e ogni cucciolata è rimasta nel mio cuore.

Chiedo venia a chi passerà a trovarmi, sicuramente troverà un sacco di errori ma anche tanta ma tanta bellezza nelle foto dei miei Sciamanini.
Le foto che sono su queste pagine di Certosino adulti sono tutte state mandate da chi li ha cresciuti e con i quali io resto sempre in contatto.

Per cui ricordatevi sempre che chi vuole un mio Sciamanino avrà anche me accanto. Grazie per avermi letto e ...... Gatti Certosino/ Sciamanini per sempre!!

 

Una riflessione come ogni anno è d'obbligo.
Stamattina mentre preparavo il menù (mi piace portarmi avanti così oggi pomeriggio riesco a fare un pisolo, ormai non sono più una ragazzina) pensavo a questo anno che sta finendo.
Un anno dove c'è stato l'addio alla mia Kora e la sua mancanza è tanta.
Anche la zia Rossa si è portata via una parte della mia adolescenza, ricordi che rimarranno per sempre tra di noi assieme all'affetto un pò burbero che ci legava.
Un anno sempre in bilico tra esami e visite tremando solo per quel giorno perchè mi sono proposta di farlo anche se non è facile.
Un anno dove la guerra mi ha fatto vedere e sentire almeno 3 telegiornali al giorno e che ha sfiancato la pazienza della mia famiglia.
Un anno dove ogni giorno è iniziato raccogliendo c...a e è finito sempre raccogliendo c...a, a questo pensavo mentre scendevo a raccogliere le foglie di alloro per le lenticchie e pensando a quanta fortuna dovrei avere ho anche pestatto .... c...a !!!!!!!!!!!!!!!
Già, la Scheggia ( io sono nonna di due cani figli dei miei figli) mi ha lasciato il suo regalo come se tutta la c...a delle mie Grigione non fosse abbastanza!
Quindi come ho detto a Dario tra le risate sto finendo l'anno in bellezza e sicuramente inizierò il 2023 raccogliendo c...a, avrò un sacco di fortuna, se il detto è verità, io ci conto....
Non posso augurarvi tanta c...a (sarei scurrile) ma auguro a tutti ma proprio tutti un anno fatto di tanta salute e serenità, sperando nella pace e di non voltarsi mai dell'altra parte quando incontriamo occhi che chiedono aiuto, siano occhi di uomini che di animali.
AUGURISSIMI A TUTTI QUELLI CHE MI LEGGERANNO,
grazie di esserci
Cesy e company

Oggi va via Kandy, va in una casa dove si è elaborato il lutto di un altro Grigione.

Kandy non sarà un sostituto ma un altro membro della famiglia per questo è importante aspettare.

Quando ci muore un nostro piccolo è giusto piangerlo, è giusto sentire la sua perdita, è un componente della famiglia e il nostro dolore va rispettato.

Chi non ha mai avuto animali non potrà mai capire cosa significhi la nostra perdita.

Il nostro lutto va elaborato e io non ho mai creduto a chiodo schiaccia chiodo.

Non esiste che morto un gatto lo si possa sostituire immediatamente, c'è il rischio che si carichi di aspettative il nuovo cucciolo.

Il nuovo cucciolo è una vita nuova con tutti i suoi pregi e i suoi difetti, non sarà mai come quello che non c'è più.

Qui lascio un ricordo che ho nel cuore, una cosa mia molto personale ma so che in tanti mi capiranno.

Noi eravamo 5 fratelli, all'età di 26 anni ci è venuta a mancare Antonietta, ricordo molto bene mia mamma disperata e una donna che per alleviare il suo dolore le diceva,

" dai, hai altri 4 figli, non disperati"

mia mamma l'ha guardata con occhi increduli e colmi di un dolore lancinante e le ha risposto.

"  certo, ho altri 4 figli ma che mi mancherà per sempre è la mia Antonietta"

Ecco, io credo che sia così, quando i nostri pelosi ci lasciano saranno sempre ricordati,  mai dimenticati e non potranno mai essere sostituiti.

Buona vita Kandy, buona vita mia piccola SCiamanina.

Sempre grazie a chi ci sceglie!

 

Anche Byron stamattina se ne andrà.

Questo Sciamanino vivrà con una mamma e con un fratellone umani e so che sarà amato.

Byron è un bel gattino con una corporatura già importante, pelo ricco e uniforme, orecchie ben piazzate, seguirò il suo sviluppo con molto piacere.

Buona Vita piccolo Sciamanino.

Sempre grazie a chi ci sceglie.

 

Oliver è partito stamattina, come sempre il distacco è doloroso ma so che va in una famiglia meravigliosa.

Va in mani amiche, Stefania abita a Brescia e questo è il quarto Sciamanino che prende, lei ama fare felici chi ama e non sbaglia mai.

Questo è Renato, andrà via venerdì, lui vivrà a Lecco.

Questo cucciolo ha un carattere unico e come sua mamma ... prega, anche quando vuole le coccole ti invita a farlo tramite le zampotte unite, una sagoma!

Ecco Byron, anche lui presto mi lascerà ma so che la sua mamma lo amerà tantissimo.

Tre maschietti bellissimi . 

Tre Sciamanini fortunati che daranno tanta felicità a chi li avrà.

Fortunata io che li ho  goduti tre mesi e che resteranno nei miei ricordi.

Grazie sempre a chi mi sceglie!!

 

OLIVER DE LA SCIAMANA

Poi c'erano quelle giornate un pò così....
Giornate scritte con la nebbia addosso, con quel freddo che ti lasciava intontito nei ricordi più tristi.
Ricordi che nemmeno ricordavi di avere ma che ti lasciavano senza fiato e la sensazione della pioggia che lavava via le lacrime ti dava sollievo.
 
OLIVER DE LA SCIAMANA

 

Il tempo non ha età, è sempre bambino con gambe corte e non va da nessuna parte.
Passano gli anni lasciando sul corpo cicatrici che si fanno più marcate e le date brillano sempre in superficie, non c'è verso di affossarle..
Cosa sono poi 19 anni?
Gambe corte, gambe bambine che non sanno scappare, sempre ferme su quel dolore, su quel sole e su quel lago che ti portava via e non lo sapeva che erano anni che eri già via....
Ricordi lontani fatti di freddo, di mocio leccato nel gioco dell'urgenza dello scaldarsi le mani sul braciere colmo di braci ardenti o l'asciugarsi il naso perennemente gocciolante.
Sapori di neve fatta sciogliere con l'aceto cantando nenie segrete e scoprire che anche il freddo sapeva di sole, l'assenza del calore di un abbraccio mai conosciuto non dava dolore .....
Solo le gambe corte del tempo mi fa tornare indietro perchè in fondo anch'io non sono mai cresciuta e i miei passi sono talmente corti che mi inciampo su di me.
M'inciampo e ti cerco, 19 anni, cosa sono?
Nulla, sono solo 19 anni senza te, mamma!

 

 

Ecco, era di nuovo Natale, tutto il mondo come ogni anno si era addobbato nonostante tutto.
Guardando fuori dalla finestra Mara si rese conto che anche gli alberi si erano ingioellati.
La galaverna aveva ricamato i rami ormai spogli di foglie rendendoli brillanti e magici, lunghe strisce di ghiaccio tremolavano al soffio gelido del vento.
Natale arrivava ogni anno e come ogni anno Mara cercava in ogni modo di scansarlo ben sapendo che non c'era modo di evitarlo.
Certo, ricordava Natali fatti di alberi e presepi, certo, quando i figli erano piccini e la magia era forte,si, anche da adulti, quando tutta la giostra del essere buoni a ogni costo dava ancora qualche lacrima di commozione.
Ma ora non ce n'era più bisogno !
Ora avevano imparato che poteva essere Natale tutto l'anno. Avevano imparato dopo avere passato attraverso l'inferno della sofferenza che nulla è scontato, neppure il Natale per cui l'abbraccio e il ti voglio bene era cosa quotidiana e non rilegata a un solo periodo.
Certo, il Natale peggiore era quello fatto ben sapendo che sarebbe stato l'ultimo per una persona che amavi, Dio, che strazio quel Natale.
Già, preparare solo cose che piacevano a lui riccacciando indietro le lacrime, poi quei brindisi idioti, fatti con le lacrime e dare la colpa alla felicità, che dolore invece, un dolore da bruciare per sempre sempre....
Mara, allunga la mano sul vetro quasi a volere toccare quei rami gelati, lei sa che nonostante tanta bellezza basterebbe stringere uno di quei rami per capire quanto sia effimera la sua bellezza, si, alla fine è tutto un illusione, anche il Natale, anche la vita.

GHIGO DE LA SCIAMANA

A volte, spesso veramente, Amalia si rifugiava nei suoi silenzi e nel suo freddo cercando nel nulla un sole che la scaldasse.
Amalia, donna dal nome antico e da sempre odiato, viveva con il niente che le veniva regalato e tutti i "grazie" che doveva dire le pesavano come macini.
Tutti i "grazie" che si aspettavano mentre le porgevano i loro vestiti sdruciti che nemmeno il cassonetto della Caritas voleva.
Tutti i "grazie" che diceva mentre allungava le sue scarne mani per prendere il loro cibo, si vedeva bene che erano rimasugli rinfiocchettati a casaccio.
Amalia non aveva mai lavorato in vita sua, che poteva fare con quella gamba zoppa?
Amalia in fondo era una fortunata, sua madre le aveva lasciato una casa, si, certo, una casa che chiamare casa era troppo, però aveva un posto dove dormire.
Una casa con una enorme stufa a legna e durante il periodo buono Amalia era sempre in cerca di legna per l'inverno.
Amalia dormiva sopra alla stufa che poi era una "stube" e d'inverno non c'era gelo che penetrasse nel suo corpo.
Il gelo Amalia lo aveva proprio dentro, nel cuore, non c'era stube che la scaldasse, poteva fare falò e far accorrere tutto il paese ma il gelo dentro le rimaneva e la faceva diventare insensibile a tutto.
Una insensibilità come la morte, non c'era nulla che lei sentisse, quando si svegliava non ricordava nulla e questo le dava motivo per credere che non le fosse successo nulla.....
L'ultima volta che Amalia ebbe freddo era vicino al torrente, il sole c'era ma divenne lontano, molto lontano, forse lei cercò di rincorrerlo, chissà, forse fu uno spasmo... l'ultimo.
Amalia fu trovata a valle, l'acqua l'aveva spogliata e il suo corpo spiccava lucido in una piccola insenatura fangosa, piano piano, mentre si aspettavano le autorità, tutto il paese arrivò per vedere l'Amalia.
Le donne anziane con il rosario in mano, già la veglia iniziava e con lei le chiacchere, povera Amalia, lei con il suo "piccolo male" non avrebbe mai dovuto stare vicino alla riva.
Già, dopo tutto quel freddo e tutto quel silenzio aveva un nome, solo che Amalia non lo sapeva.
Amalia non sapeva di avere una malattia chiamata epilessia!

 

Dire che i miei Sciamanini sono speciali peccherei di superbia, ma per me sono veramente speciali e unici.
Per me sono tutti bellissimi e ognuno di loro lascia dei ricordi che poi si legano alle famiglie con cui vivono.
Oggi ho avuto delle foto speciali, Duca, 8 anni e Dante. un anno con il loro famoso papà umano.
Il Mister Giovanni Stroppa!
 
Pensare che Giovannino 8 anni fa aveva paura dei gatti mi fa sorridere, direi che ora è innamorato dei gatti.
Ma sempre Sciamanini però.......

 
...

 

Giovanna guardò Milena entrare in cucina e come una furia, senza salutare nessuno, gettarsi addosso alla zia.
Ci fu un attimo di confusione, ma d'altro canto quando c'era di mezzo Milena era normale, lei viaggiava con il caos attorno!
La povera zia sprofondata nella poltrona quasi non la si vedeva più con la figlia in braccio, di vedevano solo gli stivaloni neri e luccicanti di questa.
Giovanna mise a fuoco gli stivaloni, erano sempre quelli che arrivavano a metà coscia, gli "cuissardes", Milena cambiava colore o modello ma sempre cuissardes erano!
Quanti ricordi nella sua mente, la cugina era molto più "piccola" di lei, ma ricordava benissimo la sua malignità, cattiveria e falsità, la sua voglia infinita di crescere in ogni senso, dall'altezza alla misura del seno ecc. ecc.
Il desiderio più grande da sempre erano gli stivali, già alle elementari ne parlava in continuazione, per lei erano un simbolo, quasi fosse una corona.
Era la richiesta per ogni santa Lucia, Natale o Befana, al compleanno poi erano scene isteriche.
 
 
Poi una mattina di un 13 dicembre (santa Lucia) la Milena arrivò sul pulman per andare alle medie con un paio di stivali neri e.... enormi!
Milena a 12 anni era una bimba gracile con un carattere di ferro ma di... gambe proprio non ce n'erano.
Gambe lunghe si, ma magre, troppo magre negli stivaloni grandi due numeri in più perchè tanto doveva crescere, a ogni passo barcollava e i poveri polpacci guazzavano in una vastità da caverna!
Era stata nonna Emma alla fine ad aver ceduto troppo stanca delle quotidiane battaglie con questa sua nipote ribelle.
Gli anni erano passati in fretta e ovviamente Milena era cresciuta e con lei  le sue bellissime gambe ma sempre con gli immancabili stivaloni.
Giovanna la guardò e si rese conto che si, era sua cugina ma non avevano nessun legame se non quello parentale, qualche Natale assieme, funerali e così via, ma nessun affetto incorre tra di loro, nessuno.
Crescendo, pensò Giovanna, erano cresciuti in lunghezza anche gli stivali!
Non c'era estate, primavera o inverno che Milena si scordasse dei suoi stivali, dei suoi "cuissardes" riusciva a portarli in ogni occasione, come una corona, appunto.
Con una minigonna (le sue gambe erano veramente notevoli) con pantacollan, con fusò, insomma una dominatrice!
Già, dominatrice lo era sempre stata e pure manipolatrice, con nonna le era stato facile, aveva imparato una lezione importante, crederci e ancora crederci sempre a costo di mentire tante di quelle volte che alla fine diventa la verità!
Anche il marito se lo aveva scelto tra quelli più prestanti e boriosi, uno di quelli che hanno la bocca larga solo per vantarsi, infatti veniva detto " al Bala" ma aveva un ruolo importante e questo a Milena bastava.
Fa nulla se "al Bala" nei bar faceva il grande, si doveva vederlo quando rientrava a casa, allora la sua possenza crollava tutta sulla pancia sporgente e i suoi occhi diventavano senza espressione, come quelli di un Bassethound supplichevole.
Beh, bastava vederli assieme per capire da subito chi portava i pantaloni, pardon... gli stivali in casa....
 
 
 

 
 
 
 
 
 
 
 
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Fumè de la Sciamana 

Come ogni anno in questi ultimi giorni dell'anno si ripercorre quello che è stato...
Mai come in questo anno la vita è cambiata, abbiamo imparato a stare da soli, per tanti non è stato un peso, per tanti è stata una prigione.
Abbiamo imparato a non dare nulla per scontato, certo, chi aveva le sue certezze ha sofferto di più in questo mare di incertezze.
Abbiamo imparato anche a sentire la conta dei morti come cosa inevitabile e siamo tutti diventati più cinici...
Non c'è nulla che salverei di quest'anno, difficile anche vedere un futuro...
Però si deve andare avanti, certo, con prudenza e si, diciamolo, con paura, credo che la paura ci salvi da certi comportamenti stupidi.
Sicuramente chi è giovane è più egoista e non pensa certo alle persone fragili, in fondo chi non si credeva immortale a vent'anni?
Domani ultimo giorno di quest'anno, la sua fine passerà in sordina, niente festeggiamenti, solo la voglia che l'anno nuovo sia migliore.
Un anno nuovo come un foglio bianco da scrivere sperando che sia tutto positivo.
Un anno nel quale chiedo solo di esserci tra un anno con tutti i miei cari, un anno a cui chiedo solo salute e serenità per tutti quelli che amo e che conosco.
Buon Anno a tutti quelli che mi leggeranno!

EDHIT DE LA SCIAMANA sempre nei nostri cuori

Devo dire che a casa mia Amazon è di casa, credo che ormai faccia parte di tutti noi visto quello che ci sta succedendo.
Si, è di casa ma di solito i destinatari sono i componenti della mia famiglia, anche se è roba mia è sempre a nome di Dario.
Dunque stamattina sono rimasta sorpresa nel ritirare un pacco, oibò... era a mio nome, si ho riletto incredula, si, si, era proprio a mio nome...
Maddalena ecc.. ec...
Mentre salivo le scale scandagliavo la mia mente, no, non avevo ordinato nulla, la melatonina era arrivata ieri...
La fretta di aprire la scatola era tanta, senza riguardo ho strappato i vari sigilli e eccomi apparire una bellissima bottiglia in confezione regalo.
Ad accompagnare il tutto c'era un biglietto di auguri, dire la mia gioia è inutile, non tanto per il contenuto del pacco ma per l'emozione di sapere cosa c'era dietro a tutto ciò.
Grazie Francesca, grazie di cuore.
La conferma che tutti i miei Sciamanini sono legati con fili invisibili ma forti e indistruttibili mi fa bene...
...

 

 

SCIAMANINI/TRUDINI..

Ogni persona ha un porto sicuro, una cavera immaginaria dove andare quando si ha bisogno di sicurezza e di pace.
Ecco la mia è qui, ora, pensò la ragazza mentre camminava in mezzo alla tempesta.
La neve cadeva larga e fitta, rincorrerla era un gioco vecchio ma sempre diverso come erano diverse tutte quelle soffici piume bianche.
La strada non c'era più, affondava nel manto bianco fino alle ginocchia, a ogni passo lo sforzo si faceva più pesante.
Erano anni e anni che non si vedeva una nevicata così, tutti erano tappati in casa e passata la prima gioia del vedere tutta quella neve ora c'era la speranza che finisse...
Il suo camminare sembrava senza scopo ma lei sapeva bene dove andare oltre fuggire da un qualcosa che le faceva male e dal quale cercava di mettere più distanze possibili.
Ma lo sapeva che il fuggire non sarebbe servito a nulla se tutto quel dolore se lo portava addosso e non permetteva a lei stessa di lasciarlo lì, magari sepolto sotto tutto quel bianco.
Arrivò al ruscello, lo sentì più che vederlo, l'acqua in superficie si era ghiacciata e sopra la neve fresca impediva la visione del suo scorrere sotto.
Con le mani livide dal freddo e quasi insensibili tolse la neve e cercò dove passare tra i sassi che si ergevano come colline in quel biancore innaturale.
lo sapeva che poteva cadere, che sarebbe caduta, lo sapeva....
Di colpo si trovò a fissare un cielo che le veniva addosso, i grossi fiocchi la colpivano in continuazione e lei si senti esposta e violata.
Non era la sua caverna, ora tutto era ostile e capì da subito l'innutile suo gridare.
Sentiva sotto di lei il ghiaccio frantumarsi e ancora prima di realizzare che sarebbe caduta già lo era nell'acqua ghiacciata.
Non fu il freddo a stupirla ma il pesare degli abiti che la trascinarono giù...
Passò del tempo prima che l'assenza della ragazza diventasse una domanda, dov'era?
Nessuno si preoccupò più di tanto, era una strana, amava camminare da sempre e sembrava parlarsi da sola, si bastava da sola...
La neve continuò a cadere per tanto, tanto tempo e coprì tutto quello che poteva e anche quello che non avrebbe potuto...
...

 

 

Ci sono persone che non lasciano andare nulla, sia nel bene che nel male.
Ci sono persone che hanno sofferto troppo a "costruirsi" e non riescono a staccarsi da niente.
Persone accumulatrici di sentimenti, di date, di cose successe anche nelle vite precedenti e che se le portano dentro come cimeli.
Cose o fatti che le hanno fatte soffrire o gioire, ma che a tutte queste cose sono legate.
Il male non è brutto, basta spaccarlo in mille sfacettature e analizzarlo, trovare a ogni schiaffo il giusto perchè se poi è giusto umiliare, diventa alla fine cosa sopportabile.
Anche lasciare andare chi se ne è andato è un dramma se ogni giorni lo vivi dentro.
Ogni giorno un ricordo accompagnato da voci in lontananze perse in anni ma sempre presenti.
Ecco, stamattina il ricordo è fuso a quel dolore, quella mattina quando il sole nasceva, illuminava il lago e tu te ne andavi e io sapevo solo accarezzarti e dirti addio.
Addio?
Mai addio fu più fasullo mamma.
Sono ben 17 anni che ti dico addio ma non riesco a lasciarti andare via .
Mamma, la tua voce non se ne è mai andata, è dentro di me, la tua fragilità la vivo ogni giorno e ancora ti proteggo come ho sempre fatto.
Ancora ti abbraccio come 17 anni fa e ti dico di non avere paura, ci sono io e ti tengo forte forte.

 

 

Come ogni anno siamo al Natale...
Come ogni anno siamo già proiettati nel futuro dell'anno nuovo, anche se non vorremmo ci sono i supermercati che hanno già la calze delle befane.
é tutto un corri corri e per cosa poi?.
Natale nuovo per tanti, magari è il primo Natale senza la mamma, terribile dover nascondere tutta quella nostalgia per un abbraccio che non ci sarà più...
Natale nuovo per chi è mamma per la prima volta e il miracolo si rinnova, tutto l'amore del mondo racchiuso in una parola....
Natale triste per chi guarda un suo caro che soffre e si chiede come sarà il Natale prossimo con angoscia e impotenza...
Eppure come ogni anno il Natale passerà e io sono qui a ringraziare l'universo perchè attorno alla tavola ci siamo ancora.
Ancora festeggerò anche se le sedie si sono ridotte durante gli anni, avrò per chi non c'è piu un pensiero e brinderò all'anno nuovo incurante di tutti gli appuntamenti di Dario e Fabio per esami o ricoveri e penserò solo positivo e basta!
Fa nulla se a volte la voglia di nascondermi si fa impellente, so che sono fortunata ci credo e vado avanti ...
Allora accettatemi, selvatica, dura e con le lacrime in tasca, sono sempre io, sono così...
Auguro a chi mi vuole un pò di bene e si, anche a chi non mi sopporta (vi capisco a mille, a volte non mi sopporto neppure io..) auguro tutta la serenità di una giornata limpida e calda e tanta ma tanta salute da poter scalare tutte le montagne del mondo.
Che sia un nuovo anno dove nessuno debba piangere una partenza ma solo lacrime di gioia in nascite.
Auguri a tutti e grazie di esserci, a chi mi legge e mi segue senza neppure sapere chi io sia, piccola donna persa in un mare di insicurezze .
Grazie e ancora grazie di amare i miei Sciamanini a chi li ha, grazie per avermi scelto e grazie per la vostra amicizia.
BUON NATALE E BUON ANNO
Cesy

ERYN DE LA SCIAMANA

 

Era il tempo del Natale e c'era nell'aria un non so che ti attesa che faceva scricchiolare il cuore oltre al freddo.
Era il tempo del ritorno di chi era fuori a lavorare e dei riti antichi.
L'andare in uscio in uscio a portare solo il niente della povertà ma con un sorriso che sapeva di sincerità nonostante l'abbraccio goffo e veloce.
C'era sempre la Bigia, fatta di niente, piccola e tutta storta come un larice, mai stata mamma, mai stata moglie che come una guardiana di oche seguiva tutti i bimbi e li invogliava al rosario la sera almeno nell'Avvento.
Bigia con le sue sottane nere e larghe da dove estraeva castagne secche come premio per i più attenti e che sapeva frizionare le gambe blù dal freddo anche davanti al tabernacolo come se fossero state carezze.
I canti stonati si perdevano in stradine ovattate di neve dove i giochi si facevano duri come il ghiaccio che si creava con secchiate d'acqua buttate di nascosto.
Giochi fatti sempre in compagnia, maschi e femmine, si faceva numero e guerra, angeli di neve sprofondati fino quasi ad annegare.
Il Natale era fatto di nespole tirate fuori dalla paglia, di "biline" e di nocciole, di storie attorno alla stufa, la porta sempre aperta a tutti anche al freddo che entrava prepotente a prendere quello che più gli garbava.....

...

ERCOLE DE LA SCIAMANA

 

E ti ritrovi alle sei di mattina a interpretare il ruolo di Santa Lucia e l'emozione è quasi uguale a tanti anni fa.
Cara Santa Lucia, portatrice di regali, unica occasione di allora non come ora che ti hanno moltiplicato in più feste.
La tua magia piccola piccola ma così grande da lasciare un segno dentro ogni cuore, aspettare questa mattina con ansia e un'aspettativa che faceva battere il cuore.
Prima da bimba con solo poche poverissime cose, poi da mamma con il mondo da regalare ai miei figli.
Ora che il tempo è passato e mi ritovo qui a riempire due piatti a due adulti ma la cosa mi emoziona e basta.
Grazie Santa Lucia, grazie per questi ricordi e alla possibilità che ho di nuovo di gioire di tutto ciò.

ELOISE DE LA SCIAMANA

 

A volte basta un nulla a portarmi dei ricordi di quando lavoravo in ospedale...
Tante storie di umanità sofferente ma anche di normalità fatta di amicizia e si, anche d'amore.
Sembra strano ma più si conosce il dolore più ci innamoriamo, il curare persone aiuta a capire la vita e il suo valore.
Non sempre le scelte altrui ci sembrano giuste, ma naturalmente non possiamo farci niente.
Non possiamo dire brava a una mamma che abbandona suo figlio sieropositivo, non possiamo neanche dirlo in giro, c'è il segreto professionale.
Ma tra le corsie la notizia gira, lasciato in ostetricia come se fosse stato un mazzo di rose.
Si, rose con tante spine....
Antonio a volte mi chiamava per aiutarlo, lui era l'uomo "dell'elettroencefalo", dovevo solo tenere ferme le teste dei pazienti molto nervosi, cercare di calmarli.
Quella mattina mi ritrovai davanti a una culla di vetro, eccolo il bimbo abbandonato, ormai grande, 3 mesi e un musetto tristissimo!
Dovevo prenderlo in braccio, così Antonio riusciva a imprigionargli la testolina nella selva di tubicini di gomma per effettuare l'esame, uno scricciolo, ricordo ancora la sua paura.
Ma una paura strana, lo sentivo teso, ma nello stesso tempo si avvicinava alla mia mano che lo accarezzava e non piangeva, solo gli occhi erano spenti, senza curiosità.
Sembrava che già sapesse tutto della vita, la sua di vita...
Chissà che fine avrà fatto, nato come una rosa con troppe spine, nessuno si è curato di lui, come una rosa difettosa è stato buttato via...

...

ERCOLE DE LA SCIAMANA

 

Stamattina appena alzata ho girato la pagina del calendario e siamo a dicembre.
Come ogni mattina ho guardato il Santo del giorno e un ricordo mi ha riportato a una persona...
Oggi è S. Eligio.
Eligio, amico mio, quanti anni sono passati ma tu Barone Rosso amico blogger sei nel mio cuore.
Era l'epoca antica di Splinder, una piattaforma web intasata di persone che volevano dire un qualcosa, a chi non importava, bastava buttare fuori un pò di quello che eravamo.
Quante persone nascoste dietro avatar, allora non si usavano foto o nomi veri.
Io ero SisterCesy di Lunamara, ho tenuto la grafica di allora dove c'è la mia Tiffany e tanto colore blu argento.
Eligio era Barone Rosso su un aereoplanino con una sciarpa svolazzante a lasciare una scia di poesie.
Eligio, persona gentile e sempre presente, le sue poesie erano carezze per l'anima.
Eligio che alla fine è diventato una voce settimanale, lunghe telefonate di mattina presto, scambio di idee e di risate!
Tanti anni a così, amici e basta, ricordo anche Lo Struzzo di Roma, Stazione Termini, insomma tante persone nascoste ma che poi diventavano reali con un volto e una telefonata.
Poi è nato Faccia Libro e tutto si è sgretolato, Splinder ci ha chiuso la nostra casa comune e in tanti siamo migrati su FB, anche Eligio.
Il "mio" Barone Rosso volava anche su FB, tante cose da dire, da vivere.
Poi nel gelo di un Gennaio ti sei perso amico mio...
La telefonata di tuo figlio mi è arrivata una mattina presto, pensavo fossi tu e invece....
Te ne sei andato in silenzio senza avvisare nessuno del tuo fuggire, mi hai, ci hai lasciato con una tristezza immensa e tanto smarrimento.
Però vedi?
Basta il tuo nome a tirare fuori il sorriso e vederti ancora volare con il tuo aereoplanino rosso e se guardo bene posso vedere la tua sciarpa svolazzare e lasciare una scia di abbracci e di poesie immortali.
Grazie Eligio, grazie o mio Barone Rosso, vola tra le nuvole e il sole, vola tra i sogni e lascia a tutti una scia di poesie.

Rea de la Sciamana

 

 

...le mamme non dovrebbero mai andarsene.
Se ve vanno le donne, le amiche, le moglie, le fidanzate ma le mamme dovrebbero vivere per sempre!
Le mamme lasciano indietro una scia di rimpianti che fanno culla a lacrime mai finite.
Possono passare gli anni ma il loro profumo, il profumo delle loro carezze, dei loro sogni per ogni figlio rimarrà nella loro vita all'infinito.
A ogni compleanno ci si ricorderà del loro abbraccio, a ogni Natale ci sarà quella stretta al cuore che ti farà odiare quelle stupide feste, quella sedia vuota e messa così, quasi per sbaglio e che tu sai che non è uno sbaglio e che vuoi solo dire a te stesso che lei c'è.
Lei c'è quando il dolore ti colpisce così forte che vorresti solo chiudere gli occhi e smettere di lottare e la prima parola che ti sale alle labbra è "mamma".
Quando ti chiedi del perchè di tutto e quello che vorresti è addormentarti e basta!
Si va avanti, passano gli anni ma a ogni ricorrenza ti trovi a ripensare a quei giorni e ogni volta ti ritrovi a combattere con le lacrime.
Anche oggi è il 27 Dicembre 2002, anche oggi come allora ti accarezzo e ti bacio e non ti lascio andare, non ne ho la forza.
Ciao mamma.

 

Macaron de la Sciamana

 

Come ogni anno arriva Natale, festa che non amo, il perchè non lo so...
Natale vuole dire auguri e vicinanza, vietato essere soli e tristi.....
Quest'anno però è diverso, ho imparato a credere nei miracoli e non mi importa da dove vengono.
Ho avuto un miracolo e ne sono consapevole tutte le volte che guardo mio figlio il mio cuore sobbalza.
Nulla è dimenticato, la paura si è annidiata e fa parte del mio vivere...
Ci sono date che rimangono impresse, sicuramente non quelle felici, la felicità si da per scontata, ma date che sono fatte di lacrime e dolore e che per quanto facciamo per dimenticarle non si può.
Non si può dimenticare la voce del dottore che ti dice che tuo figlio è gravissimo guardandoti con pena...
Non puoi dimenticare l'abbraccio della sconosciuta, sicuramente mamma, che ti porta un caffè e che ti accarezza piano, quasi con pudore annullando le distanze dell'indifferenza.
Io ho due date e tra l'una e l'altra ci sono 24 anni di distanza ma i ricordi non sono mai sbiaditi.
Certo, si va avanti, ci si abitua anche alla paura ma si diventa più fragili, ci si sveglia nel cuore della notte e cerchi il respiro di Dario, tu non respiri e aspetti fino a che quel cuore ti da il suo segnale, ecco, allora puoi tornare a dormire ancora un pò...
Si va avanti e ci si concentra su chi ami e lasci andare tante cose.
Cose e persone.
Ci sono persone che capiscono e sanno aspettare che tutto quel dolore si affievolisca, poi ci sono persone che vedono questo tuo rinchiudersi come un allontanamento verso di loro e allora sono loro ad andarsene, certi eventi ti cambiano per sempre e basta!
Ben venga questo Natale, imparerò ad amarlo, non mi farò grandi promesse, mi basta stare così come siamo, una famiglia che si ama e che assieme sta camminando consapevole di avere attraversato una tempesta e di avere ancora tanto da dare uno all'altro.
Per cui Auguri a noi.
Auguri a chi ci vuole bene.
Auguri a chi non ci vuole bene.
Auguri a tutti ma proprio tutti e che a nessun altro debba arrivare alla consapevolezza della fragilità della vita in una rianimazione cardiaca.
Auguri e basta....

...

REBECCA DEL BORGO MATTO

 

Avere un Blog, anni fa, prima di Facebook era avere in casa un mondo appena scoperto.
Un mondo fatto di letture e di scambi, era come essere al bar con cari amici, si discuteva su tutto senza conoscerci realmente.
Pochi gli amici virtuali che diventavano reali, ci si stava attenti, dopotutto ci si poteva inventare tutto, anche la propria vita...
Zena scoppiò in una risata ascoltando Caterina, loro erano due sopravissute a Splinder, ogni tanto ci scappava la telefonata e come sempre il " ti ricordi?" era legge!
Ti ricordi il Signore delle Stelle?
Hahhahahahah, come potrei dimenticarmi di lui?
Già come potrebbe Zena dimenticare quell'uomo?
Il nome stesso dava per esteso il suo carisma, la grafica del suo blog poi ti dava l'impressione di essere immersi in un mondo nuovo, libero e sereno, fatto di miliardi di stelle e di una vastità che ti conquistava.
A Zena piaceva come lui scriveva, pochissimo in realtà, lui c'era più che altro in messaggi privati e in commenti sempre appropriati, una presenza costante che a poco a poco era entrata nella sua vita.
Foto non ne metteva ma anche Zena era contraria a questo, non si da a tutti quello che ci è caro, sia foto o altro...
Certo, di lui dava solo il meglio, laureato e docente in università, l'astronomia era il suo pane e la sua vita, la famiglia era un puntino lontano lontano....
Zena sorrise ancora ricordando che ogni mattina si alzava con il suo buongiorno, la cosa gli faceva piacere.
Un'amicizia molto bella e si, impegnativa, Zena sentiva che c'erano delle aspettative e non era sicura che la cosa le piacesse...
Fu proprio Caterina a strappare il cielo del Signore delle Stelle.
Certamente il Signore delle Stelle non sapeva che erano amiche e che alla fine il suo nome uscì tra le due donne.
Quello che uscì fu impietoso, un piccolo uomo che si era creato un suo grande mondo fatto di stelle ma che lui vedeva solo attraverso un telescopio, un piccolissimo uomo che lavorava in un negozio di ottica e che scopiazzava gli scritti di altre persone senza ritegno .
Quanta delusione e rammarico per lui, sicuramente un uomo insicuro e infelice se usava certi giochini per farsi grande, però quante donne insicure e infelici trovava oltre lo schermo di un computer....
Zena pensò a quanti Signori delle Stelle ci sono in giro, quanti "burattinai di parole" o ladri di parole, quelli che copiano scritti di altri e li fanno loro senza pudore quasi non fosse un furto di sentimenti altrui, della gioia o peggio del dolore di altre vite.
Addio o " mio" Signore delle Stelle, anche tu hai lasciato un ricordo dentro me però ho amato tanto quel tuo azzurro e ora non mi pento di averlo fatto, dopo tutto l'universo è di tutti...

...

Choè e una femminuccia tutta pepe, corre sempre e ogni gioco non è mai abbastanza per lei.

é una che non si ferma davanti a nulla, lei vuole capire e si mette sempre in prima fila, adorabile e basta.

Chèrie è più dolce, più femmina se vogliamo ma tosta, di quelle che ti studiano e voi valuta il da farsi, carattere deciso e da a tutti la possibilità di cambiare , in primis lei.

 

Cosmo il timido, lui è uno schivo, sa bastare a se stesso, non soffrirà mai di solitudine, starà benone da solo con la sua famiglia umana.

Un patatone che va conquistato con tanta tenerezza....

...

 

 

Stamattina mentre in rete cercavo le ricette per festeggiare l'ultimo dell'anno mi sono imbattuta in uno scritto.
Uno scritto veramente bello che mi ha colpito a tal punto che l'ho fatto mio.
Una riflessione lunga il percorso dei mesi, del dare e dell'avere dei sentimenti.
Ed eccomi qui a fare un bilancio di questo anno che sta finendo, tirare fuori e analizzare piano piano le cose può far male ma ora hanno il loro vero valore.
Un anno bello perchè nessuno di chi amo se ne è andato, un anno da ricordare per i tanti avvenimenti che ci sono stati.
Tante le persone conosciute e che ora fanno parte del mio vivere, altre ne sono uscite per loro scelta o perchè lasciate andare da me.
Un'amicizia in particolare mi resterà dentro sempre, sembrava forte come le mie montagne e vederla sgretolata così come fosse sabbia fa male.
A volte ci imbattiamo in una persona che sentiamo uguale, che lo svelarsi è facile ( io so di essere abbastanza orsa da risultare antipatica se non sento a pelle chi ho di fronte ) che diventa importante e ci fidiamo, viva Dio se ci fidiamo!
Lo facciamo entrare in casa nostra e nel nostro cuore, lo sentiamo veramente fratello si condivide tanto, tantissimo, tanto da darlo per scontato sempre.
Ma poi che succede poi?
Ecco, mi resterà sempre un grande dolore per la fine di questa amicizia senza un vero perchè, sicuramente ho sbagliato ma non so dove....
Coltivare un'amicizia non è facile, ci vuole sincerità e tanto affetto, gioire assieme delle vittorie se così vogliamo chiamarle e saper consolare quando le cose vanno male, l'abbraccio deve essere aperto e accogliente, privo di sospetti e di ma e di se, forse c'erano troppi se e ma, chissà, non lo saprò mai...
Ci sono amicizie che come corde si sfilacciano e che nulla può salvare, meglio un taglio netto se non si può ricucire nulla.
Corde come quelle delle campane che vanno su e giù, suoni diversi, voci diverse, c'è quella grossa che può sembrare la più forte, il suo suono arriva ovunque e a volte fa comodo pensare che è la campana più bella e giusta e che se ascoltiamo solo lei va bene così.
Per cui...
Auguri a tutti voi, Auguri a chi c'è, a chi c'è stato anche per poco, Auguri a chi ci sarà ancora accanto a me.
Auguri a tutti ma proprio tutti, a chi viene a leggermi e a chi mi lascia un pensiero a chi mi scrive brutti messaggi senza avere il coraggio di firmare.
Auguri al domani che sicuramente sarà come oggi... almeno lo spero.
Auguri e basta...

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Ok, visto che la nonna non ama fare gli auguri iniziamo noi...

Tanti auguri per un Natale gioioso per tutti,

tanta salute e si, anche un bicchiere di un buon vino rosso che fa salute e allegria,

Macaron de la Sciamana

Ecco un altro bellissimo ragazzo, in nostro Mel.

Anche lui è un certoso grande e come tutti i suoi fratelli è adorato dai suoi genitori umani.

La sua mamma è Elora de la Sciamana e il suo papà è Yoko del Tango Blu.

Oggi la mia piccola birbante festeggia i suoi primi 5 mesi.

Nausicaa sta crescendo in fretta e la cosa un pò mi dispiace, è come vedere il proprio figlio che crescendo si allontana da te ma per fortuna lei è sempre una cucciolina.

Questa gattina ha un carattere dolcissimo, cerca il contatto umano continuamente, ama dormire sotto le coperte e ama partecipare ai pranzi dove cerca di assaggiare tutto.

Sono molto contenta di lei e ringrazierò sempre la sua allevatrice di essersi fidata di me cedendomela.

 

Ecco il nostro Charlot che vuole fare gli auguri a tutti per un Natale sereno.

Lui è un gatto che sorride sempre, ama e è riamato dai suoi umani, ora ha scoperto anche i nonni e ne è rimasto incantato tanto da non sentire la nostalgia dei suoi genitori umani che hanno festeggiato in anticipo le feste in paesi caldi e al loro ritorno si è dimenticato di mettere i broncio.

Che dire?

Bravo Charlot sei meraviglioso e basta!

Ecco un altro certoso di stazza grande, Clayton/Bjorn, 7 mesi al 31 di dicembre, sia la sua mamma, Bodi Dharma che suo papà, Tanus di Santa Fiora sono molto grandi.

Bjorn diventerà un certoso grande e con una pelliccia morbidissima dove le mani troveranno tutta la sericità tipica della razza Certosino.

Gli occhi hanno un bel colore ambrato, caldo e già ipnotico, sarà un compagno insostituibile per chi lo vive.

Grazie Alessandro per aver scelto me .

Eccolo qui il nostro Paco, si può dire che è quasi adulto, ora ha 17 mesi ma ricordiamoci che i certosino hanno una crescita anche oltre i due anni.

Paco è un certoso di stazza grande, ha carattere è dolcissimo, vive con un fratello peloso, Jordan e un fratello umano, si può dire che il papà e la mamma sono al suo servizio.

Si accendono le luci ma certi colori risaltano di più....

Cheope de la Sciamana e il suo primo Natale.

 

 

 

Ci risiamo.... è Dicembre!
Dicembre, mai mese è più amato odiato di lui.
Io con questo mese ci faccio a pugni da sempre, non lo amo per nulla, vorrei tanto che ci fosse quella sana indifferenza che fa di tutto un nulla ma so che non è così.
Ogni anno spio il calendario e cerco sempre di vedere Gennaio come inizia, cerco di non vedere il Dicembre che sfavillante dell'oro finto mi fa l'occhiolino.
Troppi ricordi nascosti in camere stagne dentro di me, troppe perdite di affetti in questo mese e si, troppa la vigliaccheria per affrontare giorni fatti di auguri che suonano falsi anche alle mie orecchie.
A parte che nei supermercati è già Natale da oltre un mese e fa venire veramente a noia il tutto, passi lungo le corsie strapiene di prodotti che ti potrebbero bastare per un anno e più e ti viene un rigetto per tutto questo e vorresti scappare via.
Arrivi a casa e pensi di essere al sicuro, ma no, basta aprire la tv e il messaggio continua e dentro ci trovi anche chi sa come colpevolizzarti per il solo fatto di avere da vivere... da mangiare...
La richiesta di aiuto ti arriva proprio mentre stai cenando e gli occhi colmi di lacrime di quella mamma che dice che non vuole perdere il figlio ti tormenta per ore.
Ti immedesimi e cerchi di dare quello che forse potrebbe aiutare la ricerca e non fa nulla se non sarà così, tu ci provi e basta.
Giorno dopo giorno ci si avvicina al giorno più temuto dell'anno, tu sai che nei pronti soccorso di tutto il mondo è il giorno più temuto, uno di quelli in cui le persone sole perdonano la speranza e si appendono fuori dalla vita. 
Ma nelle chiese della cristianità basta l'oro a far brillare come un diamante quella mangiatoia dove dovrebbe nascere il Cristo, la Speranza per tutti.. allora perchè c'è tutta questa angoscia?
Ogni anno è così, colmo di un qualche cosa sospeso sopra di me, ringrazio il fatto che le sedie attorno al tavolo quest'anno sono uguali all'anno scorso, quelle dentro al cuore idem, la mancanza resta e fa male.
Come ogni anno passerà e per 12 mesi ci si potrà dimenticare di essere buoni e di fare elemosine che ci mettono a posto la coscienza, 
Dicembre ti chiedo scusa, dopo tutto hai il pregio del riposo e del cambiamento, con te il Sole inizia un il percorso verso la luce e io ci credo, per cui....

...

Ecco il nostro Spike, ormai è un adolescente e come tutti i ragazzi esperimenta molto.

Ama fare corse pazze, tuffi e agguati ai suoi umani per poi scegliere su quale letto andare a dormire per avere coccole a gogò.

La sua famiglia umana va pazza per lui e questo gli da un potere immenso che lui usa senza vergognarsi.

Lulù de la Sciamana

 

Ogni tanto la storia del piccolo Riccardo, morto ancora fanciullo saltava fuori.
In quei sabato sera attorno al tavolo con la pizza mangiata direttamente dal cartone, dove amicizia era diventata ormai famiglia si parlava di tutto.
Persone legate anche da ricordi lavorativi, risate che portavano quasi alle lacrime ricordando persone che si erano perse.
Il solo fatto di avere lavorato in ospedale faceva apparire il corpo svelato da ogni ipocrisia, da ogni suo alone misterioso e dire che era più semplice non si sa, certo che si poteva ridere senza sentirsi in colpa o mostrare falsi pudori.
Anche la storia del zio Riccardino era sempre raccontata con sincerità e nostalgia.
Povero zio Riccardino morto di tifo giovanissimo, pochi i ricordi che parlano di lui, solo il suo nome dato al nipote che se lo porta addosso come un vestito usato.
Il rimpianto del Riccardo nipote è quello di non aver mai cercato di conoscere questo suo zio, si sa, quando si è giovani non ci si pensa....
Forse ha capito che nel suo nome c'è anche lo zio quando è andato ad assistere alla estulumazione del piccolo Riccardino.
Il ricordo è nitido, un corpicino che poi ha perso sembianze umane ma sono stati i capelli a parlargli.
Su quel corpicino che sprofondava per sempre nel nulla spiccavano dei capelli biondi... capelli che parlavano di vita, di sogni e che mai si sono avverati.
Da allora Riccardo ha cercato un qualcosa che lo avvicinasse allo zio, ha cercato di conoscerlo, di capirlo..
Ha chiesto a tante persone anziane ma ormai il tempo passato era troppo, però ha trovato una porta dove il piccolo Riccardino ha inciso il suo nome.
Riccardo e non Riccardino e così questi due nomi si sono fusi in una persona sola ma che porta dentro di se i sogni di entrambi.
So con certezza che Riccardo ha fatto in modo che i sogni di tutte e due diventassero realta, la sua muliebrità ne ha fatto un uomo dai mille interessi e si, sicuramente ha fatto tante di quelle cose che starebbero in due vite e la sua, la nostra è ancora lunga....

...

 

TANUS DI SANTA FIORA,

Questo è uno dei due stalloni dove porto le mie Grigie alla monta, lui è il papà di molti Sciamanini, io lo adoro e basta.

Ha tre anni e attualmente pesa 9 kg, tutti i suoi bambini hanno la sua bellezza e le varie foto che mi mandano da adulti si vede benissimo i tratti dei Santa Fiora .

 

 MENELAO DE LA SCIAMANA

 

E rieccoci a Natale come ogni anno…

Natale amato e odiato ciclicamente da tutti.

Natale dove essere “buoni” è obbligo, almeno per i 2 giorni più festeggiati dell’anno.

Gli auguri sono una catena che alla fine hanno un sapore di falsità e basta.

Si è buoni sempre, non dico che dobbiamo essere dei santi ma insomma…

Esseri buoni è nel dna o uno ci nasce ma difficile  diventarlo.

Da sempre guardo chi ha una fede e va per la sua strada con la fiducia di essere nel giusto, ecco, è questo che mi manca.

Ho tentato, giuro che ho tentato, mi sono avvicinata a religioni diverse, ognuna di loro mi ha regalato quale cosa ma me ne sono sempre andata via con mille dubbi e mille domande.

Ecco, sono le mille domande  e le mie perpetue incertezze che mi spingono sempre a non fermarmi, a credere che oltre la vetta ci sia dell’altro e continuo a inseguire i sogni che avevo a vent’anni.

Faccio sorridere lo so, ma non riesco a credere che il tutto sia un Natale …

Come ogni anno faccio fatica a esprimere auguri che non sento, mi sento ipocrita e non mi va.

Le cose che più detesto sono le falsità e il non rispetto per cui ….

Non farò auguri per solo un giorno ma per sempre!

Auguro a chi sta vivendo un periodo lieto che il tempo rallenti a dismisura, che ogni ora diventi giorno e che ogni abbraccio sia fatto solo di bene, che lo sguardo sia pieno dell’amore di cui siete circondati e che il sole sia sole sempre e basta.

Auguro a chi sta vivendo nel dolore che ogni giorno diventi attimo e che tutto si trasformi in positività.

Auguro che ogni persona prigioniera di malattia sia liberato dalla guarigione…

Auguro che nei reparti sterili dove vivono bambini e nel quale nessun Babbo Natale potrà entrarci possa entrare la sicurezza di un ritorno a casa.

Auguro a tutti di potersi sedere a una tavola e di non provare tristezza per le sedie vuote che ogni anno la vita ci lascia ma di sentirle accanto nei cuori.

Auguro a tutti di non trovarsi da soli in questa grande commedia creata apposta per farci sentire degli scarti se non siamo di qualcuno….

Auguro a tutti i pronto soccorso di ogni ospedale del mondo di esserci  per tutti quelli che non ce la faranno a sopportare la solitudine e che cercheranno di andarsene nel silenzio assordante di questi auguri…

Per cui….

Auguri per tutto quello che voi volete e in cui credete,

un abbraccio di bene a tutti

 

REA DE LA SCIAMANA

 

ELORA E REA DE LA SCIAMANA.

sono mamma e figlia e si vogliono bene, ogni loro gesto lo dimostra,

resta un legame anche quando crescono e lo si nota sempre, anche per le mamma gatte i loro cuccioli non crescono mai...

 

...

 

 

 

 

 
CIRCE DE LA SCIAMANA
 

Oggi per tanti bambini delle nostre valli bresciane è un giorno speciale,

stanotte arriva S.Lucia!

La notte magica, la notte più corta dell'anno, quella che ogni bimbo attende tutto l'anno.

Sto divagando, ovviamente, ora per i nostri figli c'è S.Lucia, Babbo Natale, Gesù Bambino e pure la Befana.

Ma vi prego lasciatemi scrivere la magia di quella notte, tanto sognata e aspettata!

Nel paesino di montagna tutto era pronto, la neve c'era, molto alta come sempre, la letterina scritta, corta come sempre, inutile chiedere tante cose, la santa non poteva portare tanta roba con la neve.

La giornata del 12 Dicembre era un brivido, non passava mai,

finalmente come arrivava il buio, (16 e trenta) si mettevano i piatti con la letterina sulla tavola, un pò di sale in un cartoccio per l'asinello e  si andava a letto.

Ma il sonno non arrivava, in lontananza il suono di un campanaccio faceva salire il cuore in gola....

eccola....

stava arrivando.

La paura era fortissima, non si poteva vedere la Santa, portava male,

Lei era senza occhi, se per sbaglio tu la guardavi rimanevi cieco, all'istante!

Ci si cacciava sotto le coperte con brividi e non solo per il freddo, allungando le orecchie a ogni rumore che riusciva a penetrare nel nostro rifugio fino a che il sonno ci coglieva.

Ci si svegliava sempre in piena notte, ed era tutto un correre fin sull'uscio della cucina, poi ci si fermava, la paura era tanta, e se non c'era niente?

Succedeva, spesso succedeva di non trovare che castagne secche e noci, la scusa era sempre la solita, troppa neve.

Troppa neve?

Ma se noi bambini spalavamo tutte le strade, non era possibile!

Tutta colpa di quell'asino pauroso, certo era colpa dell'asino se S. Lucia non portava che castagne secche!

Ma prima di "vedere" si sentiva il profumo, fuori dalla porta come cani da tartufi si cercava di captare gli odori.

Il profumo dei mandarini, da sempre legato a S. Lucia, gli aranci, mangiati esclusivamente per quella ricorrenza, le caramelle così poche da non correre pericolo di carie e poi le noci immancabili, le castagne amiche dell'inverno, le nespole e certe mele selvatiche che il mangiarle era veramente un'impresa.

Ma poi c'era la corsa a casa della zia Ghita.

Una corsa  irreale, con lampadine appese a muri resi nuovi dal biancore della neve, con il freddo che penetrava nelle ossa ma con una gioia nel cuore.

La certezza di trovare nel piatto magari un 20 lire, per poter comprare dei giornalini  già allora desideri prioritari.

Poi andare a scuola e fare finta di avere ricevuto il mondo ma di non averlo portato a farlo vedere perchè troppo grosso.

Bugie a cui nessuno credeva, e tu che guardavi quelle bambole, quei giochi come un'ingiustizia, chiedendoti dove eri stata "cattiva".

Chiudendo quel dolore in scomparti stagni dove solo alla sera permettevi di uscire, quando eri da sola sotto la tenda scura e sicura della trapunta,

allora potevi lasciare che le lacrime come tanti desideri uscissero dal tuo piccolo cuore ferito.

 

TOKYO DE LA SCIAMANA

 

Il rumore del raspare contro la porta la svegliò, il primo pensiero fu di insofferenza, che diamine, era domenica, si poteva dormire un po’ di più.

Poi, mentre il raspare diventava frenetico un sorriso le spianò il volto, amava  le sue gatte e basta.

Come ogni notte sia lei che suo marito si alzavano a turni per far entrare o uscire le Grigie.

Da quando a Elora era proibito il lettone perché regalava macchie umide e puzzolenti era tutto un entrare e uscire.

Si alzò e seguita come una regina dalle Grigie tutte in fila andò in cucina, guardò la mocha del caffè con desiderio ma prima c’erano loro.

Loro, le sue bambine che volevano attenzione e che volevano il loro rituale anche se era domenica.

Elora come al solito guardava da una distanza di sicurezza, accoccolata sulle lunghe gambe la guardava guardinga.

Si guardavano e si studiavano, ormai tra di loro era un gioco, chi avrebbe perso?

Ogni mattina a Elora dava i fiori di Bach per la sua emotività che spesso diventava aggressione verso le altre e la cosa stava funzionando.

Ora la convivenza era più facile, certo, Elora non era quella che si lasciava prendere con facilità, c’erano dei rituali da rispettare e c’erano le carezze fatte solo a lei lontano dalle altre per farla sentire unica.

Unica Elora lo è, basta guardarla e si capisce tutto e le si perdona tutto.

Finalmente si preparò il caffè e mentre aspettava si rese conto che non era più buio, dalle finestre la luce  della domenica entrava a illuminare le stanze.

Ora le Grigie erano sparse per il soggiorno e guardavano fuori, troppo freddo per uscire ora, aspettavano fiduciose il sole.

 

 

 

 

 

Camminava a passo veloce, le cuffiette alle orecchie la tenevano in collegamento con il mondo con musica e altro.

Ormai il cielo si era tinto di rosso e il buio si stava ritirando velocemente, anche la radio cambiò programma e la bruttura del mondo sotto forma di telegiornale le arrivò spietato.

Camminava e in un attimo realizzò che era bastata una notte di gelo a far cambiare tutto, ieri le foglie dei gelsi erano ancora verdi e forti, ora sembravano accartocciate e si staccavano una a una dai grandi alberi.

E mentre tutto diventava reale una voce senza anima l’informava che era la giornata mondiale dell’AIDS .

Sara lo sapeva bene cos’era l’AIDS, quanti amici si era portata via, allora negli anni 80 era veramente la peste del secolo, quanti untori messi al rogo dell’isolamento.

Sara camminava e in ogni foglia vedeva un viso ma chissà perché un visino più di tutti continuava a farsi vedere tra quelle grandi foglie ancora verdi.

Si chiamava Maria.

Sara la conosceva fin da bambina, lei era amica di suo fratello e Maria era sempre tra i piedi, forse era gelosa della loro amicizia, una bimbetta magra magra, uno scricciolo dove solo gli occhi erano grandi e neri.

Poi si cresce, passa l’adolescenza e ci si incammina verso le cose che più vogliamo.

Passano gli anni, Sara ogni tanto vede Maria, la saluta ancora con l’abbraccio che si da a una sorellina  e c’è sempre una risata da fare sui ricordi.

Maria si è sposata, è felice e tutto va per il meglio, ma…..

Già. C’è sempre un ma in ogni storia che si rispetti, che storia sarebbe se non ci fosse un ma?

Sara lavora sul territorio e vede spesso Maria perché ogni tanto fa delle analisi, il rapporto di amicizia diventa più forte e anche le confidenze diventano normali.

Sara ha un rimpianto grande, quello di aver chiesto a Maria del perché non ha bambini, ecco, quella domanda non se la perdona, neppure ora a distanza di anni e anni.

Ma forse Maria la voleva questa domanda, dopo tutto sa bene che Sara non dirà mai nulla a nessuno e forse Maria ha bisogno di parlare con qualcuno, anche lei non può parlare con nessuno.

Con voce ferma da chi ha preso una decisione da tanto tempo dice che suo marito è sieropositivo e che non vogliono assolutamente rischiare nulla e che nessuno in famiglia sa, nessuno deve sapere e basta.

Sara capisce e ricorda ancora ora l’abbraccio forte forte che si sono date, nessuna parola, non c’era motivo, allora si sapeva che era una condanna a morte.

Altri anni, altre analisi, Sara non ha più chiesto nulla, vedeva in quei grandi occhi neri la felicità e la paura .

Poi tutto cambia, come in una partita a scacchi è destino che si fa beffe sia di paura che di certezze.

Basta un incidente e l’amore di Maria muore e lei forse muore con lui.

Maria non muore fisicamente ma è come se lo fosse, Sara ricorda l’ultimo abbraccio e il sussurro come ha rinnovare il loro patto del silenzio…… per fortuna non c’è stato bisogno di autopsia.

Il patto del silenzio continua ma Maria non c’è più, il patto continua solo per Sara.

Maria è morta per tumore, Sara non sa se era sieropositiva, questo non l’ha mai chiesto e ne è contenta.

Ora il sole è nato e anche il parco sembra diverso, la brina si è sciolta e le foglie non fanno più rumore sotto le scarpe, Sara alza gli occhi e le sembra di vedere un visino sorridente…

Ciao Maria, ora so che sei felice ma dovevo ricordarti in questa mia piccola e crudele storia, spero che tu mi perdonerai ma non riesco a dimenticarti ….

 

 

 

Non voglio ripetermi ma devo farlo...
Non amo il Natale, come non amo le varie feste consumistiche.

 

 

 

Si respira senza pensare, si vive così.... giorno dopo giorno.
Anni cuciti l'uno con l'altro dal filo del fare, a volte sono sfilacciati, stanchi e dolorosi ma continuiamo.
A volte ci fermiamo a riflettere e anche il pensare che possiamo decidere noi il finale ci da i brividi, ma perchè no? Siamo noi che viviamo.
Noi sempre noi, protagonisti del nulla o del tutto, la scelta è nostra.
Ci illudiamo di essere liberi e capaci di scelte, illusi o sciocchi, questo siamo.
Camminiamo su tapis roulant, chiusi in stanze create apposta per darci la parvenza di libertà, non chiediamo mai il perchè.
Le domande esigono risposte, meglio non sapere e continuare in sicurezza una vita già tracciata.
Non si esce a camminare sulla strada, troppa la paura del diverso e dell'ignoto.
Vivere e mettersi in discussione ogni attimo fa male, meglio stare su un tapis roulant e andare senza vedere ne sentire, basta avere quello che desideriamo.
Ci hanno ingabbiato in sogni che volevamo ma alla fine diventano incubi e basta, solo che non ne abbiamo la consapevolezza, continuiamo a camminare, a correre ma non sappiamo dove stiamo andando.
Non sappiamo più cercare un prato con fiori spontanei, anche i papaveri hanno imprigionato sui cigli di strade sporche di rifiuti.
Già, i papaveri, quelle splendide macchie rosse tra spighe bionde di grano, non ci sono più,  non servono, sono inutili.
Inutili anche i sentimenti, il ritrovarsi bimbi a giocare in strade e piazze, hanno creato mostri per farci stare soli, attaccati a succhiare dogmi da un monitor.
Anche l'amore ha scadenza, sul tapis roulant non si cammina in due, lo si fa per un pò poi arrivano le gomitate dell'egoismo e dell'indifferenza e ecco che uno resta indietro e si perde.
Amore chiama Amore ma se non c'è il riscoprirsi ogni giorno, se non c'è il guardarsi negli occhi e la voglia di parlarsi tutto finisce e basta.
Restiamo soli sul tapis roulant, camminiamo alla velocità del nostro fare, a volte ci creiamo un avatar e con quello entriamo nel mondo virtuale, il peggio è che tante volte non ne usciamo più.
Abbiamo paura a relazionarci con persone vere, anche "gli amici" li troviamo attraverso il monitor, più sicuro e niente dolore o amore.
Andiamo avanti sul nostro tapis roulant incuranti che la vera vita è fuori, è il ritrovarsi e il guardarsi negli occhi, l'abbraccio vero di un amico, la carezza del "ti voglio bene" non il tvb della rete.
L'assaporare del passare delle stagioni, il freddo, il caldo, il vento che ti porta via i pensieri come le foglie strappate dai rami, il sentirsi vivi e partecipi di quello che veramente si fa.
Burattini sul tapis roulant ecco quello che siamo, incapaci di stare senza guide, greggi incanalati nei supermercati a consumare e consumare.
 Frenetici e pomposi omuncoli sempre a sgomitare per essere primi sul tapis roulant del nulla.
Non amo stare sul tapis roulant, a volte scendo e lascio andare avanti chi vuole, sono sempre quella in fondo, cerco di prendere meno gomitate possibili e mi faccio piccina piccina, purtroppo so che non posso scendere per sempre.
Sul tapis roulant ci siamo tutti, però basterebbe averne la consapevolezza e questo diminuirebbe il suo potere,
anche sognare servirebbe a creare uno spiraglio di luce, un inizio a volte basta....

...

 

CHOCO DE LA SCIAMANA

 

 

 

 Non è vero che il tempo guarisce, che il dolore  sbiadisce, non è vero. Sarà che è un periodo particolarmente brutto, sarà che mi sento molto fragile e stanca. Stamattina mi sono svegliata con l'urgenza di trovarti una candela, una bella candela piena di fiori che sciogliendosi lascerà profumata la casa. Un profumo che mi farà male, anche il chiarore della piccola fiamma  brucerà dentro, lì dove c'è quel vuoto, quel dolore mai assopito e quel rimorso di non averti mai capito. Mai ho cercato di capire il tuo vivere, da figlia pretendevo che fossi tu quella a spiegarmi del perchè mi sentivo una figlia di cuculo. Toppo diversa dal resto della famiglia, pretendevo di più, non mi bastava di avere solo cibo, io volevo molto di più. Volevo amore e abbracci, baci e carezze, ma tu non avevi mai tempo o voglia, o forse non conoscevi queste frivolezze, con 5 figli tirare il pranzo con la cena era un'impresa non da poco. Così sono cresciuta in fretta e in silenzio, l'unico pane che riusciva a colmare quella fame d'amore erano i libri, leggevo di tutto per poi confessare al prete le mie brutte letture ma mai pentendomi. Li cercavo ovunque i libri, e sono ancora così, se entro in qualsiasi casa il mio sguardo vaga e inesorabilmente se ci sono libri si ferma quasi fossero amici da salutare. Ricordo Guerra e Pace letto a 8 anni, ma ricordo anche dove l'ho trovato e il mio senso di colpa per averlo "rubato", si trovava buttato dentro a una cesta piena di ceppi in una baita usata da tutti e doveva servire per accendere il fuoco. Così mi creavo una mia via di fuga ma perdevo la voglia di integrarmi nel vostro vivere, mi bastava fuggire in mondi diversi dove io potevo ritrovarmi. Non so se ho sbagliato, sicuramente si, ma tu non hai mai fatto niente per richiamarmi indietro, mi hai lasciato andare via. Me ne sono andata presto da casa e mi sono sempre sentita la figlia sbagliata, ma ora capisco, da mamma capisco tante cose. Sono passati 11 anni e ricordo il tuo unico "ti voglio bene" in quel letto d'ospedale detto in maniera strana e quasi incomprensibile, ma io l'ho capito mamma, troppo le volte che avrei voluto sentirlo. Sono undici anni che cerco di dimenticare quello che non c'è mai stato, ma quanta nostalgia anche solo di una polenta e di un "mangia, dai". In fondo era amore anche quello, solo che io non lo sapevo, ora lo so mamma, ora lo so e la cosa mi fa piangere e mi fa sentire meno del solito la figlia sbagliata che ero. La candela brilla e la fiamma è moltiplicata dalle mie lacrime, mi manchi mamma, mi manchi in questi giorni bui se puoi cerca di abbracciarmi ora e di tenermi stretta stretta, non lasciarmi piangere da sola....

...

 

CAMELIA  DE  LA  SCIAMANA 


 E come ogni anno immancabile arriva il natale.
Come ogni anno le vetrine diventano un invito al consumo e la cassetta della posta è intasata da richieste di denaro.
Tutti diventiamo più buoni, tutti in questo periodo diventiamo consapevoli di chi soffre.
Quanta ipocrisia mascherata alla buona.
Come se alle nostre coscienze bastasse un mese per redimersi, e poi no, che dico?
Non voglio entrare in questo giro, mi spiace ma scendo.
Da sempre il natale mi lascia indifferente, non credo al suo buonismo.
Ricordo ancora il pacco dono che prendevo a natale tra gli applausi della gente ricca che elargiva la pietà attraverso il sindaco, che naturalmente declamava tanta generosità.
Ricordo la mia vergogna e il mio non volere stare su una specie di palco a testa bassa ad ascoltare quanto ero fortunata ad avere una bambola di cui proprio non me ne fregava niente.
Quello che volevo era un lavoro per mio padre, era poterlo vedere ogni sera contento e non vederlo piangere quando il negoziante stufo del continuo scrivere sul libretto azzurro i nostri debiti tracciava la linea del basta!
Era non vedere mia madre darmi un etto di salame per scambiarlo con un etto di cioccolatta scadente, oppure rubare un uovo d'estate per poterlo scambiare con un ghiacciolo.
Quello che volevo era semplicemente un berretto che le mie compagne di scuola, e mai mie amiche, avevano tutte, ma proprio tutte!
Quello che volevo era non trovarmi in cantina a piangere sola con me stessa, vergognandomi perfino del mio piangere, quasi fosse una maledetta colpa quella di essere nata.
No, il natale non mi piace, mai avuto natali con gli alberi e tutte le aspettative che esso comporta, ricordo solo una S. Lucia dove tutte le speranze sono crollate.
S. Lucia nel bresciano porta i doni, porta i dolci e la frutta, mai mangiato arance o una banana se non in quel giorno.
Bimba ingenua io, forse 5/6 anni?
Il dubbio già insinuato che la Santa fosse la mamma era devastante per i miei sogni, vero che mai nessuna richiesta era mai stata esaudita ma la certezza di altri bimbi più bravi di me mi aveva sostenuto nella delusione.
Ricordo la mia letterina fatta di poche parole e tanti disegni, il fieno per l'asinello preso di nascosto dalla stalla della zia, le castagne secche per la Santa e il tutto nascosto in una camera dove nessuno entrava mai.
Se S. Lucia esisteva avrebbe letto sicuramente la mia letterina, e poi mi avrebbe lasciato i doni......
Ricordo la delusione e il freddo di quella stanza come se fosse oggi, la verità rimbombava dentro di me, la lettera fatta in mille pezzi e i singhiozzi ricacciati dentro a un sacco sempre più grande.
E poi c'era il natale, fatto di niente se non di speranza che papà tornasse a casa se era via a lavorare, ma se era a casa era peggio, nemmeno le caramelle, come cenone ricordo quelle patate lesse e il cotechino che faceva tanto ultimo dell'anno ma che per noi erano la normalità.
Anche la trippa era un piatto che si mangiava all'infinito, ho sempre odiato la trippa, troppo volte l'ho lavata alla fontana con la spazzola da bucato e so cos'è.
Scusatemi se non farò a nessuno gli auguri di natale.
Scusate se non manderò soldi a tutti quei bambini che soffrono solo a natale, guardando tutte quelle richieste d'aiuto mi viene spontaneo pensare che i soldi ci sono per spedire così tante lettere.
Io mi ricordo avevo fame ogni giorno dell'anno, fame di cibo di libri e di carezze, non mi accontentavo del natale, anzi il natale mi faceva paura, troppa gente che si crede buona.
Non vale essere buoni a natale, è come saldare un conto con se stessi ma senza gli interessi.
Proviamo a esserlo durante tutto l'anno e il natale chiudiamo solo nel nostro cuore, solo per poterci leggere dentro e senza applausi e luci forti e capire che siamo semplicemente uomini che sanno dare oltre il natale.

ALLEVAMENTO AMATORIALE CON AFFISSO

GATTI CERTOSINO DE LA SCIAMANA

BRESCIA

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 GATTINI DISPONIBILI

Tutte le mie grigie e gli stalloni sono stati testati tramite prelievo ematico per il rene policistico (PKD Genetic Test) al laboratorio Vetogene di Milano, ecograficamente per HCM, ovviamente testati anche per FIV, FELV. Sono anche membro del Club del Certosino

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Perchè la mia veterinaria è meglio! La mia " dottora" è fantastica, sa parlare agli animali e ha un un lagotto, Ciccio, che accoglie tutti con delle coccole sfrenate e non è geloso di nessuno. Fare un giro in clinica è come andare a trovare dei carissimi amici, consigliato a mille a tutti quelli che abitano a Brescia e che hanno i miei Sciamanini/e. Grazie Ilaria e company, siete super!!!!!!


In ricordo della mia sempre Tiffany


♥️♥️♥️♥️♥️

❤

Non ditemi che è solo un gatto...
Tu Tiffany mia sei molto di più, sei mia figlia, sei la sorellina di Mara, fai parte di noi e basta.
Non ditemi che è solo un gatto perchè se tutto il dolore che ho dentro ora diventasse freccia sareste morti all'istante!
Tu Tiffany mi sei dentro da sempre, da quando sei nata in un giorno importante, un 8 marzo del 2002.
Sono state le mie mani che ti hanno accolto in questo mondo, è stato il mio odore che hai sentito prima di quello della tua mamma, io ero sempre accanto a te e ci sarò per sempre!
Ti ha scelto Mara, chissà come mai ha scelto te nel mucchio dei sei piccoli urlanti grigini, ma sei stata tu da subito.
Eri l'unica con il fiocchetto ingombrante, eri quella amata e coccolata di più...
Sei stata per Mara la sua prima amica, per lei sei diventata bambola e nonna di capuccetto rosso, sei diventata principessa e strega.
Tu, straordinaria in tutto, umana fino a dormire allungata come me e Dario tra i nostri due cuscini e anche brontola se mi alzavo la notte e ti svegliavo.
Tu che a tutti hai regalato una testatina come a dare loro il permesso di accarezzarti.
Tu che eri il biglietto da visita di casa nostra, invadente fino a salire sul tavolo se avevamo ospiti ben sapendo che non ti avrei mai sgridato perchè non volevo offenderti davanti a persone non di famiglia.
Tu che tutti ti portano dentro, tutti sanno chi sei e come sei, sei la gatta più dolce, più vera e più nostra del mondo e basta.
Chi ha un mio Grigione ha anche te nei suoi ricordi, per te c'è sempre un pensiero, un sorriso, un filo che diventa amicizia correlato delle tue immagini, dalle tue fusa esagerate e dalla tua insistenza che a volte diventava invadenza.
Non ditemi che è solo un gatto, lei è Tiffany, mia figlia.
Abbiamo vissuto quasi 16 anni assieme e come figlia ti ho sempre messo al primo posto assieme a Mara, io sono sempre venuta dopo, io sono solo la vostra mamma, voi siete le mie principesse.
Anche nelle tue pochissime gravidanze come una figlia mi hai dato l'onore di esserci sempre, sorrido se ci penso, Tiffany, tu iniziavi a urlare ancora prima che iniziasse il travaglio.
Come una regina mi scodellavi i piccoli guardandomi con occhi pieni di dolore facendomi sentire in colpa, poi me li davi e basta, l'unico tuo compito era allattarli ma la mia presenza ti era necessaria.
Anche le notti le passavi nel lettone con i tuoi bambini, non c'era verso che tu stessi nella cesta, tu dovevi dormire con noi, tra di noi e ci portavi un piccolo per volta visto che noi lo rimettevamo nella cesta vicino al letto, tu allora ne prendevi un'altro e andavamo avanti fino a che sfiniti io e Dario ti accettavamo in toto, bimbi compresi.
Ricordo quelle notti passate sul bordo del letto, il dormire con un occhio aperto per la paura di schiacciare un bimbino, certo, l'unica a dormire alla grossa eri tu fiduciosa in noi... Dio che nostalgia di quelle notti....
Anche ora che non riesco nemmeno a vedere quello che scrivo da queste stupide lacrime ho già nostalgia di te, ora che riposi avvolta nella copertina rosa che ti piaceva tanto chiamo già Tiffany tutte le altre Grigie, che farò senza di te?
Sei stata bravissima come al solito, ci hai permesso di salutarti uno a uno, Mara è tornata a casa per te, ti ha chiamato con il vostro linguaggio e tu le sei andata incontro, stanca ma felice, ti sei lasciata pettinare e coccolare, vi siete salutate , vi siete date un arrivederci, lo so con certezza.
Anche Fabio ti ha salutato, con discrezione e da solo ma quando è uscito i suoi occhi erano gonfi di lacrime.
Il papà che non riesce a metabolizzare il dolore e che lascia questo compito a me,ti ha accarezzata e sicuramente ringraziato per tutto quello che ci hai dato.
Io che in questi 4 giorni li ho vissuti con te, attorno a te.
Alla fine eri anche stufa di avermi tra i piedi, si sa, ognuno muore da solo ma io questo non te l'ho permesso, te ne sei andata con me, io c'ero e ti ho accarezzato, ti accarezzerò per sempre!
Tu non devi andare in nessun posto, sei già a casa e lo sarai per sempre!
Tu sei nei nostri cuori, hai solo cambiato forma, ora sei l'energia dei ricordi belli, sarai per sempre un sorriso e sarai per sempre la nostra Tiffany.
Non ditemi che era solo un gatto, lei è mia figlia e basta!

Ti prego Signore

 TI PREGO SIGNORE

KORA   15/12/2008----02/10/2022

Signore lo so che stai aspettando Kora, ma che te fai di una pit bull in paradiso?
Signore, anche sul Ponte dell'Arcobaleno non te la consiglio sai?
Signore, so che tu sai, ma quando sei sicuro che tutto va bene molli un pochino...
Signore, tu sai ma lasciami spiegarti del perchè forse è meglio che rimanga con noi.
Kora è una pit bull che ha sempre vissuto con i gatti e ha volte si crede un gatto (quando vuole coccole esagerate) ma lei odia i gatti (quelli fuori di casa nostra) .
Kora ama giocare con altri cani ma vuole essere sempre lei a decidere il come e il quanto, per questo non me la vedo sul Ponte dell'Arcobaleno, sai che scompiglio?
Kora è una gelosona, difficile per lei condividerci, non me la vedo proprio in Paradiso a sorridere a tutti.
Kora è solo nostra, si, lo so che l'abbiamo viziata, che l'abbiamo umanizzata troppo ma amarla non è costato niente sai?
A nostra difesa e sua ti posso dire che ha sofferto tanto, quanto male ha dovuto subire, non serve raccontarti, vero? Sai già tutto, ecco, noi abbiamo solo trasformato il suo dolore in Amore e credo sia stato il minimo.
Signore, capisci il perchè deve stare con noi?
Ho vissuto giorni, ore minuti e anni con lei, fa parte di me, tu sai quanta fatica mi costa anche buttare un paio di scarpe perchè ci sono tutti i passi che ho fatto, i pensieri che ho avuto, i dolori e le gioie, insomma la mia vita.
Come posso dirti Signore, ora è tua?
Oggi è tornata a casa in un'urna, abbiamo pianto ancora e ancora, so Signore che sei stato paziente, ci hai lasciato il tempo di metabolizzare ma questo tempo non ci basta sai?
Signore, non ci basterà il tempo della nostra vita per lasciarla andare definitivamente lo sappiamo, però possiamo fare un patto se vuoi.
Signore, lasciala con noi, verremo noi a portarla quando il nostro tempo finirà, ognuno di noi avrà un pò di Kora tra le mani e tutta nel cuore, che ne dici Signore?
Lasciala con noi fino a che avremo respiro grazie Signore....