Benvenuti a voi che passate per questa mia casa, l'allevamento de
I Certosini della Sciamana!

Lo so che questo sito è anomalo, lo so, abbinare al mio piccolissimo allevamento di gatti certosino i miei pensieri mi rende fragile...

Scrivere, buttare fuori le mie emozioni siano belle che brutte è uno scaricarsi che mi fa andare avanti anche se a volte è difficile come credo lo sia per tutti la vita. Scrivere, raccontare di me, dei miei Sciamanini mi rende serena, attraverso loro ho fatto amicizie che durano da anni, perchè si, sono ben 26 anni che convivo con questa splendida razza di Gatti Certosino e ogni cucciolata è rimasta nel mio cuore.

Chiedo venia a chi passerà a trovarmi, sicuramente troverà un sacco di errori ma anche tanta ma tanta bellezza nelle foto dei miei Sciamanini.
Le foto che sono su queste pagine di Certosino adulti sono tutte state mandate da chi li ha cresciuti e con i quali io resto sempre in contatto.

Per cui ricordatevi sempre che chi vuole un mio Sciamanino avrà anche me accanto. Grazie per avermi letto e ...... Gatti Certosino/ Sciamanini per sempre!!

 

Ecco Kandy e Kreamy de la Sciamana, due bellissime Sciamanine ma molto diverse tra loro.

Kandy ha una pelliccia più scura e le orecchie più in asse, anche se ci vorrà molto tempo per finire la loro crescita, per valutarle bene ci vorranno almeno altro 4/5 mesi, ma già promettono bene.

Anche come carattere sono diverse, Kandy più discola, lei si butta in tutte le lotte con i suoi fratelli maschi, Kreamy è più riflessiva, diciamo pure più timida, lei osserva molto ma ama le coccole come tutti gli altri.

Che dire?

Nulla, Sciamanini e basta.

Sempre un enorme GRAZIE A  CHI MI SCEGLIE!!!

 

BYRON DE LA SCIAMANA
 
 
Era brava la Silvia a mettere tutti i suoi desideri assieme.
Guardava il cielo nelle notti d'inverno, la neve rifletteva la luna e tutto diventava magico.
Guardava e a ogni stella dava un nome, un desiderio, a volte aveva paura che non bastassero tutte le stelle dell'universo tanti erano i suoi desideri...
Ma la Silvia sapeva aspettare, le avevano detto che era la notte di San. Lorenzo quella speciale, quella dove tutti i suoi desideri si sarebbero avverati.
La Silvia continuava, notte dopo notte, ad accumulare sogni e desideri e non vedeva nessuna incongruenza nel suo accantonare in un sol giorno il suo mondo.
Era come immersa in una tinozza d'acqua calda, non permetteva a nessuno di svegliarla....
La Silvia non voleva vivere, ne aveva paura, non sapeva come affrontare la realtà che non riusciva a capire, più facile guardare le stelle e aspettare.
E intanto c'era sempre quell'amico di papà che le sedeva vicino, troppo vicino, il suo alito sapeva di vino e le sue mani erano ragni ruvidi sulle sue gambe.
La Silvia aveva paura dell'amico di papà, ma aveva paura anche del papà, come poteva dirgli che il suo amico era un ragno?
La Silvia si vestiva strana, due o tre maglioni fino a scomparirci dentro e così i pantaloni, ma il ragno sapeva sempre trovare la sua pelle sotto al tavolo...
Come poteva la Silvia dire a suo papà che non voleva più che il suo amico le insegnasse matematica se a ogni compito in classe era un quattro?
Il ragno poi quando erano da soli arrivava alla sua bocca ma il peggio erano le sue mani che prendevano le sue, era una lotta impari ad allontanarle dai suoi pantaloni aperti.
La Silvia peggiorò in tutte le materie, il ragno veniva ogni giorno e diventava sempre più grande e invadente.
L'unica cosa che salvava la Silvia erano le stelle, messi tutti assieme i suoi desideri diventavano solo uno, solo uno ma forte, tanto forte da fargli girare la testa.
La Silvia nella sua coperta d'acqua annegava, contava i mesi, i giorni aspettando Agosto, aspettando la notte di San. Lorenzo.
Alla fine arrivò Agosto e la sua spettativa diventava grande giorno dopo giorno, il ragno sembrava rendersi conto del suo cambiamento e lo imputava al suo correre su e giù per il suo corpo.
La Silvia era nuda nella sua coperta calda e le sembrava che mille ragni la stessero invadendo, non capiva cosa le stava succedendo, sapeva solo che era la notte di San Lorenzo e.... diluviava.
Nessuna stella cadente per Silvia, nessun desiderio avverato per Silvia, solo il ragno che si faceva strada in lei.....
 
 
...

Mattine malinconiche, il tuo ricordo entra prepotente e ti cerco, tu ci sei in ogni angolo anche se non ti vedo ti sento.
Sento il tuoi occhi che mi seguono fiduciosi e pieni d'amore.
Ti sento in ogni mio respiro, ti sento in ogni mio gesto, tu sei e mai sarai, tu sei una parte di me.

 

Quando muore una persona cara non muore solo lei, con lei se ne vanno tante cose.
Se ne vanno per sempre i ricordi di giornate, settimane, anni tenuti assieme da risate, pianti e abbracci.
Se ne vanno quei punti di riferimento che credevi eterni e invece tutto sparisce in un vortice di lacrime e dolore.
Anno dopo anno, la tua famiglia si assottiglia, una lunga scia di addii che ti lasciano dentro un senso d'incompiuto, di non vero di un "poi li vedo tutti, sono solo via"...
Sono via, ma poi tornano, accettare il via per sempre è impensabile, restano dentro di noi perchè non siamo mai pronti a lasciare andare tutti quei ricordi di giorni, anni di vita assieme.
Ora anche Tu fai parte della Luce, mancherai tanto sai, te lo dicevo sempre che eri la mia zia preferita, la mia zia Rossa.
Oggi il cielo è grigio e inizia a fare freddo, la lunga estate è finita e se ne va portandosi via un altro pezzetto del mio cuore...
...
 
 
 
Oggi mi è arrivato un regalo, anzi, un regalone dalla mia amica dalle "mani d'oro", come la chiamo io.
Sicuramene conoscerete una persona che qualsiasi cosa faccia le riesce tutto alla perfezione, ecco la mia amica dalle "mani d'oro" è così!
Lei, Sara, fa talmente tutto bene che vedere le sue foto, dai quadri all'acquarello, al ricamo, (quanti collarini all'ucinetto mi ha fatto?) al cibo e si, a tutto il resto fa venire gioia e voglia di abbracciarla.
Sara l'ho conosciuta più di 8 anni fa, cercava una Grigina, mi ricordo che l'ho fatta aspettare e poi quando ho avuto una cucciolata è sorto un piccolo problemino.
La piccola che ho scelto per lei era diciamo..... sempre per aria, letteralmente.
 
 
Ho spiegato tutto a Sara la quale ha progettato subito un percorso aereo sulle pareti a casa sua e ha aspettato Ameliè con amore.
Beh, come si capiva da subito Ameliè è un Alfa, vuole comandare lei e i primi tempi sono stati difficili per Sara e suo marito.
Ameliè ama aprire i cassetti, le ante e buttare fuori tutto, ama sdraiarsi sulla biancheria appena stirata e stropicciarla.
Ameliè ama andare al bar con Sara per l'aperitivo e anche lei ha il suo piccolo capuccino con tanta schiuma.
Ho ricordi di telefonate tragicomiche come quando Sara mi ha raccontato di aver trovato Ameliè appesa al lampadario posizionato sopra il tavolo in sala, è stato difficile tirarla via, hanno dovuto prendere la scala e staccare le unghie una a una.
Oppure quando Sara disperata non l'ha trovava più da ore e Ameliè era a dormire nell'armadio indifferente al suo pianto.
Sara mi dice sempre, " ma che gatta mi hai dato? ma non la vorrei diversa per nessuna cosa al mondo".
Sara è una persona straordinaria, ha la saggezza antica degli Avi e i suoi consigli per me sono oro.
Sorrido sempre quando vedo le foto di Marisa, il suo "oco" , anche lui ha 8 anni e vive tranquillamente in giardino, sorrido perchè vedo con quanto amore Sara gestisce il tutto.
Sorrido quando mi telefona e mi racconta di come Ameliè vive e della sua scontrosità se arriva qualcuno, della sua gelosia possessiva, del suo urlare a qualsiasi cambiamento.
Ma torniamo al regalo di oggi, una scatolona enorme, l'ho aperta con tutte le Grigie in defibrillazione attorno a me.
L'ho aperta e ne è uscito un "dondolo" super ma super ma super BELLISSIMO!!!!!!!!!!
Questo è il secondo dondolo che Sara mi regala, il primo quando ha preso Ameliè.
 
 
 
In sette anni e mezzo il primo ne ha viste di battaglie, di rincorse e di lavaggi!
Dire che sono commossa è poco, sia Dario che Fabio hanno detto che sono fortunata ad avere persone che mi pensano e che mi vogliono bene.
Si, tramite i miei Sciamanini c'è un filo che ci unisce e che ci fa volere bene, certo, a volte un filo si sfilaccia e si strappa, fa male ma succede, raramente per fortuna ma si va avanti e si cerca di migliorare.
Grazie Sara, grazie mille, sei la mia SARA DELLA MANI D'ORO.
 
 
 
 
 
 

 

Mamma, dove vanno a dormire gli uccellini?
Anna guardò sua figlia che fissava il cielo e colse le lacrime che brillavano negli ultimi raggi di sole.
Come al solito si senti in colpa, lei era sempre sul tavolo degli imputati, ci si metteva da sola, sempre!!!
Anche ora che il sole scompariva velocemente sembrava fosse per lei se scappava via dal giorno.
Anna si sentiva stanca, ma tanto tanto, una stanchezza mentale che la portava a piangere come una scema e lei odiava piangere.
Piangeva appena sveglia sotto la doccia bollente, piangeva mentre beveva il caffè con le mani chiuse sul bicchiere come a scaldarsi le dita fredde di chi sa che cosa, era tutta un pianto e questo la faceva infuriare.
Iniziava la giornata sempre allo stesso modo, non riusciva a cambiare e tutta la sua rabbia alla fine si trasformava in niente!
Pensava a quante ore ancora prima di potersi rifugiare nel suo letto e smetterla di mentire e mentirsi, quante ore ancora con il sorriso stampato sul viso come un orribile e dolorante sfregio.
Sua figlia per fortuna aveva smesso da tempo con i giochi rumorosi, ora sapeva bastare a se stessa ma Anna sapeva che non era cosa buona....
Già, dove andranno a dormire gli uccellini?
Anna sapeva che la sua bambina voleva una sola risposta ma lei non riusciva neppure a darsela a se stessa quella risposta.
Se fosse stata una brava madre gli avrebbe dato la risposta che il suo cuore voleva, dopo tutto erano passati mesi e il dolore avrebbe dovuto essere meno lacerante ma non era così.
Anna non credeva che ci fosse posto in cielo per gli uccellini, non credeva nemmeno che in paradiso ci fosse posto per suo marito, il padre di sua figlia, come poteva dirgli che gli uccellini andavano a dormire con papà?

dexteruna

Attaccato al filo dell'aquilone c'era un orsetto che diventava sempre più piccolo fino a emulare la mia speranza in fuga... Guardavo l'aquilone e il suo compagno di viaggio immaginando la libertà di quel cielo così azzurro e vivo da dare il senso dell'immensità del tutto. Una volta, tanti anni fa, sapevo far volare gli aquiloni, forse era solo la bravura dell'infanzia, non so, forse del sognare, dell'immaginare la vita che poi è tutta così diversa nel vissuto. Povero orsetto tutto solo in quel cielo così grande, chissà chi ti ha mandato a fare compagnia all'aquilone. Mi piace pensare che hai voluto scappare da quella mano che ti teneva prigioniero. Oppure è stata la mano a darti la tua libertà? Una mano che sicuramente non aveva paura di restare da sola, bambino o adulto non importa, so solo che poteva permettersi il lusso di lasciarti andare via. Una persona che sapeva che non sono gli aquiloni a dettare legge ma è il vento! Il vento sa farti salire fino a dove lui vuole ma sa anche buttarti giù in un attimo, povero orsetto, chissà dove dormirai stasera.

Oggi è un giorno speciale, si festeggiano chi non è più con noi ma se li abbiamo nel cuore non è un giorno triste.

La vita si intreccia con la morte e è naturale, nascite e partenze formano sentieri con solchi profondi.

Oggi festeggiamo il primo anno di vita di 5 Sciamanini.

Buon compleanno piccoli miei, voi siete nati nel giorno delle candele accese, candele colorate e profumate che portavano ricordi e voci lontane, uno spiraglio sull'oltre dove andremo tutti ...

FIAMMA,  UNICA FEMMINUCCIA, AUGURI PRINCIPESSA  !!!!

FELIX, STUPENDO BAMBINONE.

JIGEN, COME SI VEDE VIVE IN SIMBIOSI CON LA SUA FAMIGLIA UMANA,

 

FRISCO, LUI CONVIVE CON DUE CAGNOLINI E A VOLTE ... ABBAIA PURE LUI.

FIOCCO, TENERONE E INNAMORATO DELLA SUA MAMMA UMANA.

TANTISSIMI AUGURI A TUTTI E TANTISSIMI GRATINI.

 

FLAMINIA, DANTE, FUSTO, FILIP, FURIO e FILù DE LA SCIAMANA

Che strano novembre quest'anno...
L'autunno si sta prolungando e ci regala giornate tiepide,, anche le foglie faticano a cadere, sembra che il tempo sia rallentato.
In Lombardia siamo in zona rossa e c'è un silenzio colmo di... paura?
Credo di si, tutti stiamo aspettando, che cosa alla fine non si sa.
Che tutto finisca?
Che finisca bene si spera!
Ieri in tutta Italia i morti superavano 600 unità, ma a vedere bene i conti non tornano.
Si, ci sono tantissimi positivi, tantissimi guariti, tantissimi asintomatici ma le terapie intensive sebbene in criticità operano, riescono a supportare l'ondata, allora da dove arrivano questi morti?
Sicuramente non tutti dalle terapie intensive, un posto in terapia intensiva vuole dire degenza almeno per 7/8 giorni e lo scambio tra un paziente all'altro non è poi così veloce.
Allora da dove vengono tutti questi morti?
Magari è che le persone anziane e con patologie serie non vengono nemmeno prese in considerazione visto che ora l'età dei malati si è abbassata?
Magari vengono curate " bene" solo chi ha meno di 70anni?
Possibile, anzi probabile.....
Ovviamente nessuno ha colpa, si cerca di dare speranza di vita a chi più ha possibilità però se è tuo marito, tuo padre, tuo fratello le cose cambiano vero?
Alla faccia di chi nega l'evidenza, ora nessuno va sui terrazzi a cantare, basta Fratelli d'Italia, nessuno più mette il tricolore alle finestre, ci siamo svegliati purtroppo.
Ora siamo veramente tutti nella stessa barca e ci fa paura tutto, però vi prego, se si cerca di stare calmi e di remare tutti verso lo stesso scopo magari riusciamo a sfangarla.....

 

 

...

 

 
 FIORE DE LA SCIAMANA
E venne il tempo che la terra era abitata da ben 8 miliardi di persone!
Gli esperti continuavano a dire che non c'erano più risorse per tutti, troppe persone, il futuro era tragico ma nessuno ci credeva.
Il ritmo delle nascite continuavano e le morti erano sempre dilazionate in anni "più in là"
Troppi vecchi inutili alla società, non più produttivi, anzi un peso, ma non si potevano buttare dalla rupe, vero?
Fu così che in sordina, piano piano dall'immensa Cina arrivò un virus.
All'inizio sembrò una cosa da nulla, solo una "cineseria" una cosa lontanissima che ovviamente non interessava a nessuno, solo alla Cina.
Mai cosa fu più sbagliata e presa alla leggera, piano piano entrò nelle vite di tutti e scardinò ogni cosa.
Iniziarono a morire gli anziani, tanto dolore ma in fondo erano già vecchi...
Poi ci fu una pausa e inevitabilmente si pensò che il piccolo virus se ne fosse andato e iniziarono sul perchè e il percome fosse arrrivato.
Tante supposizione ma nessuna certezza e di colpo tutta la terra si trovo ammalata...
Ora il piccolo e bastardo virus aveva un nome proprio, Covid 19!
Tutti gli stati ne erano pieni, ci fu la corsa a chi trovava un vaccino e iniziò la paura, il terrore....
Ogni governo istruì il proprio popolo all'isolamento, ai non abbracci, al pensare solo a se stessi e piano piano si perse il senso della vita stessa.
Ci fu chi negava ogni cosa, che era solo un metodo per sottomettere l'umanità ma purtroppo non era così, era semplicemente la verità!
Nei due/tre anni che seguirono nessuno fece caso a una cosa ovvia, non nascevano più bambini, in compenso morirono tantissimi anziani, una marea, non c'erano più i nonni ma insomma, la cosa nonostante il dolore della loro perdita era naturale.
Certamente nessuno visto il periodo cercava figli e tanti gioivano della loro assenza, ma piano piano un dubbio si insinuò...
All'improvviso fu chiaro, il piccolo virus rendeva sterili sia uomini che donne!
Che beffa,
Ora si capiva da dove veniva il virus, studiato in laboratorio e lasciato " scappare" per fare spazio sulla terra.
Spazio a dei prescelti, a quelli che dal virus guarivano in pochi giorni, a quelli che come una nuova razza ariana avrebbero preso il posto dei piccoli omuncoli difettosi.
Ok, alla fine rimasero solo.....
Gatti CERTOSINI!
Ok vi ho strappato una risata?
Però.... però... non si sa mai.

Ulissino/Sciamanino

E poi c'è quel grido che si ripete a intervalli uguali....
Tu cammini e l'aspetti quel grido quasi fosse lo scandire del tempo che conta.
La corsia è in penombra, la notte non ha più buio dove tu ti possa nascondere per riposare un pò.
L'urlo si fa sempre più vicino e anche gli intervalli sono ravvicinati, solo l'intensità della voce aumenta tanto da darti i brividi.
Entri nella stanza e la prima cosa che ti fa fermare è l'odore.
Odore di vecchio, di sporco, poi c'è l'urlo che tu devi fermare ma non sai come...
Ti avvicini al letto e cerchi di toccare quel corpo contorto ma non sai che parte toccare per non fare altro male.
Provi a parlare dolcemente sperando che la tua voce penetri in quel mare di dolore, cerchi lo sguardo disperato della donna e ti accorgi del suo terrore e tu non sai cosa fare.
Vorresti scappare, lo sguardo va all'orologio e sai che il tempo non è clemente, il tuo turno finisce solo tra due ore.
Conosci il suo nome, ormai è una paziente abituale, diciamo pure terminale anche se suona male ma è così.
Alla Morte piace giocare come fa il gatto con il topo, non sempre da l'obblio necessario per non rendersene conto del suo arrivo.
Chissà perchè ci sono persone che devono morire male, persone che la vedono in faccia la Morte e ne sono terrorizzati.
Non è la Morte bella, quella nel proprio letto con i tuoi cari attorno, dove l'ultima cosa che vedi e senti è solo l'amore che hanno per te.
Non sai cosa fare, aumentare la morfina non si può, in consegna non c'è nulla, l'accarezzi e basta, piano piano l'urlo diventa solo un lamento, ecco, così va meglio.
Ti siedi vicino a quel letto tendendo l'orecchio a eventuali suoni di campanelli mentre la tua mano continua a dare conforto e forza.

 

DELILHA DE LA SCIAMANA

Va bene, noi mamme siamo sempre al secondo posto dopo tutti,normale.
Noi mamme siamo quelle che finiscono i tubetti di dentifricio lasciati quasi a metà dai nostri figli.
Noi mamme siamo quelle che ci serviamo l'ultimo piatto e a volte anche la porzione più piccola.
Noi mamme siamo quelle che veniamo sempre dopo gli amici, gli insegnanti ecc.. ecc.
Noi mamme siamo abituate a restare in silenzio e a gioire dei successi dei figli senza pensare che un pò è solo merito nostro e basta.
Noi mamme siamo abituate anche alla cagnolona che ci vede solo come cuoca e infermiera e che ignora totalmente i nostri ordini.
Noi mamme, (io in particolare) possiamo urlare e blandire tanto la cagnolona (Kora) non ci degnerà di aver sentito tranne quando diremo la parola magica... pappa....
Noi mamme siamo indispensabili ma in famiglia fanno finta di non saperlo, e va bene....
Va bene tutto però c'è un limite.....
Essere ignorata anche da Alexa no! Questo non riesco proprio a mandarla giù......
Alexa io ti distruggo e basta!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

ETTORE DE LA SCIAMANA

Iniziare il primo turno in ospedale voleva dire alzarsi alla 5 la mattina, entrare nella cucinetta del reparto a bere in fretta un caffè mentre le colleghe ti passavano la consegna.
Quella mattina c'era un caso strano, un nuovo ricovero avvenuto nella notte, una donna piena di lividi che non apriva bocca.
Giro letti, e poi le colazioni e alla fine eccola la ragazza.
Chiusa in bagno da ore per non vedere nessuno ma alla fine tirata fuori quasi con forza.
Il viso sfatto e il corpo piegato da dolori che non diceva.
Racchiusa su se stessa senza rispondere a nulla, solo una paura che esprimeva con gli occhi girati sempre e solo verso la porta della camera.
Nessun medico aveva dubbi, la ragazza era stata picchiata e di brutto, costole rotte e ematomi che in ora in ora diventavano più visibili e colorati.
Anche la visita dei carabinieri non aveva avuto nessuna risposta, solo quello sguardo terrorizzato a guardare la porta...
Sicuramente lei si aspettava la visita del suo carnefice e eccolo, lui tronfio del suo essere padrone e della sicurezza che lei mai e poi mai lo avrebbe denunciato, il bastardo!
Un omone che in confronto lei spariva, non ci voleva molto a farle male a quella briciola di donna.
Entrava nella stanza con baldanza e diceva a voce alta che doveva stare attenta nel fare le scale, tutta colpa sua che le faceva sempre correndo.
Povera piccola donna prigioniera di un essere spregevole, povera ragazza che è convinta di non valere nulla e di meritare tutto quello che succede.
Alle 14 in ospedale si cambia turno, le solite cose, caffè in cucinetta, consegne e poi via di corsa, controllare la navicella dei vassoi del pranzo da portare giù in cucina e strano.... c'è un vassoio pieno.
La ragazza ha firmato, ha lasciato l'ospedale dicono, fino alla prossima volta....

...

Edhit de la Sciamana

C'è calma oggi, le giornate già sul binario dell'inverno, il riscaldamento acceso e la pioggia che da 3 giorni batte contro i vetri.
Vetri che piangono, lunghe scie di dolore che invadono i davanzali e che piano piano filtrano dentro casa, inutilmente tampono con stracci già umidi del passato, nessun argine è abbastanza alto oggi.
La stanza è in penombra, le fiamme delle candele creano sprazzi di luce sui muri bassi, cerco di decifrarne i disegni e così mi perdo.
Mi perdo su strade già percorse, conosco ogni fermata, la dove mi sono riposata più a lungo per il peso troppo grande che portavo.
Conosco ogni croce incisa su pietra  per chi ho dovuto lasciare ai margini ma che cammina sempre dentro me,  capisco che il tempo è niente l'abbiamo creato noi per avere un alibi.
L'alibi del dimenticarci delle cose scomode e del fuggire a dolori devastanti.
Guardo le foto racchiuse nelle cornici argentate,  le vedo vive, i volti cari alla luce delle candele appaiono dolci, mi ritrovo ancora figlia, sorella, cognata, nuora, nipote e amica.
Colgo questo attimo tutto mio, mi avvolgo su me stessa in un girotondo fatto di ricordi e nostalgia.
Anni e giorni passati a vivere intrecciandoli con dolori e gioie, sembrava ieri e è già domani!
L'incredulità del non riconoscermi nello specchio e nel sentirmi sempre una ventenne dentro, credere di avere ancora mille frecce da scoccare verso orizzonti nuovi e ritrovarmi a fissare chi se ne andato proprio ventenne mi riporta a terra.
Dove sono finiti tutti quei sogni?
Mi è bastato vivere così?
Mi basta quello che sono?
Si, con sincerità posso dire di non avere rimpianti, ho vissuto e vivo il mio tempo, scelte fatte sempre con il cuore e pochi ripensamenti.
Solo a volte quella tristezza che ci fa pensare e agire da umani, sempre una domanda a cercare risposte per poter mettersi sempre in discussione, un vivere sereno misto a problemi che non rende noiosa la mia vita ma unica.

SCIAMANINO

 

Sui rami le ultime foglie non volevano morire.
Foglie ribelli, ancora con tante cose da raccontare... tante storie da dire a chi voleva ascoltarle.
Foglie che come pensieri o sogni già strappate in più punti riuscivano a guarirsi e a volare ancora alla brezza del vento o all'urlo della tempesta.
Come ragnatele argentate nel sole sapevano darti la meraviglia dei diamanti incastonati in labirinti sospesi tra cielo e ramo.
Così le foglie non cadono dritte dal ramo ma ballano, volteggiano di una vita ancora bella e si vestono di colori gioiosi e sanno dare ancora gioia.
Leggere e allegre le foglie si accumulano e come comari spettegolano lungo gli argini di vite altrui.
Ci pensa la pioggia a togliere la loro allegria.
La pioggia invidiosa di tanta bellezza e di tanta vita....
La pioggia che fa marcire i colori, li fa piatti.. uguali.
Foglie marce, morte e basta, non sanno più volare, non sanno più dare sogni o ricordi, stanno lì, nere e pericolose, nemiche del camminare quando il prima era tutta una gioia...

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Mirò de la Sciamana 

 

Milena allungò la mano verso il vaso colmo di cellette semicolme di miele che le aveva regalato Mirko, il colore dorato e il profumo risvegliò dei ricordi...
Da bimba Milena aiutava il "Barca " a smielare, operazione sempre costellata dalle punture delle api che ovviamente non gradivano quella intrusione nella loro casa.
Aiutare il Signore delle Api come lei chiamava l'uomo le piaceva, un pò meno le punture ma se stava ferma e faceva movimenti lenti erano meno.
Lei le conosceva le api, seguiva i loro voli sui muri quando cercavano l'umidità dolce del trasudare dei fiori alpini cresciuti nelle fessure e quindi più rari.
Le conosceva quando sciamavano con la nuova regina, le corse che faceva per non perderle di vista sapendo che se dava la locazione giusta come premio avrebbe avuto un barattolo del prezioso nettare.
Per Milena farsi un panino con burro e miele era una libidine e il premio nell'aiutare l'Umo delle Api era un barattolo di miele e tanti " sgagniù " .
Gli " sgagniù " appunto... solo che allora erano messi uno sull'altro in un canovaccio e erano pieni di tutto, dalle ali di api ecc. ecc...
Il miele veniva raccolto tutto a mano, non c'erano smielatori e il masticare era un dolcissimo socchiudere di occhi, il sapore della cera era caldo e quando si raggrumava in bocca quasi quasi ti spiaceva di buttarla.
Milena allunga la mano e prende dal vaso un pezzo di "sgagniù", mastica adagio, il sapore è diverso, pulito, ma i ricordi sono gli stessi....

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Ecco qui i miei piccoli Sciamanini.

Inutile dire che li trovo belli... ogni scarrafone è bello a mamma sua...

 

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Mirò de la Sciamana

 

La pioggia cadeva veloce, quasi avesse fretta di affogare tutto, di far sparire tutto lo sporco accumulato durante l'estate.
I ventri erano solcati da rivoli d'acqua e fuori lo spettacolo era malinconico.
Era il tempo giusto per come si sentiva pensò Sandra, malinconia a mille.
Solo ieri il suo tempo era fatto di sole e di colori, ecco, era bastato un attimo e tutto attorno a lei era diventato ostile, persino il cielo piangeva....
Sandra cercò di concentrarsi su quei giorni fatti solo di cose belle e allegre, di risate e di giochi fatti con la leggerezza dello stare bene dei suoi vent'anni.
Ripensò a quelle notti magiche, fatte di lucciole, di luna piena.
Pensò a quel chiarore argenteo e impalpabile e si rese conto di quante cose belle avesse dentro e si accorse che bastava solo aspettare.
Dopo tutto i suoi vent'anni non sarebbero spariti in fretta, alla sua età il tempo è lento e Sandra sapeva che avrebbe avuto altre estati e che la luna sarebbe stata sempre la stessa.
Bisognava solo aspettare un pò, pensò mentre seguiva con un dito una lacrima che scendeva veloce sul vetro, bastava aspettare il sereno, poi anche l'inverno sa regalare giorni felici....

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DOMINIC DE LA SCIAMANA

 

Maura si sentiva adulta con i suoi 18 anni appena festeggiati e non permetteva a nessuno di dimenticarlo, sopratutto a sua madre !
Lei era una ragazza autonoma già da prima, una che era sempre alla testa di qualsiasi manifestazione studentesca.
Nel suo liceo la conoscevano tutti, nel collettivo studentesco dettava legge, ma tante cose erano sconosciute alla sua famiglia, non avrebbero capito..
Qualche giorno prima si era fatta male alla schiena in palestra e sua madre gli aveva prenotato la visita specialistica da un medico.
Sua madre ovviamente voleva accompagnarla ma Maura forte del suo essere maggiorenne non senti ragione e andò da sola.
Il medico l'accolse con un sorriso, sembrava suo zio, ispirava fiducia...
La fece spogliare e quando fu rimasta solo con gli indumenti intimi la fece coricare sul lettino, iniziò a visitarla e a farle domande su domande.
Poi la fece sedere su uno sgabello alto e lui si posizinò dietro di lei, le domande continuavano, diventavano più intime... fastidiose e fuori luogo.
Che importava a lui del suo fare l'amore con il suo ragazzo?
Se lo facevano in piedi, se provava più piacere in certe posizioni?
All'improvviso senti contro la schiena l'eccitazione del medico e le sue mani avevano perso ogni tocco professionale, erano solo mani bramose di toccarla e basta!
Maura rimase talmente sconvolta da essere impietrita, non riusciva a reagire, nessun pensiero, nessun gesto in lei.
Alla fine riuscì a scuotersi e con un balzo in avanti si liberò, non si voltò nemmeno a vedere cos'era quel rumore dietro di lei, prese i suoi jean e la maglietta e si precipito nell'angusto spogliatoio.
Le mani tremavano talmente tanto che faticò a vestirsi, sentiva solo la voce del medico che gli diceva che era stata lei a provocarlo e che se avrebbe parlato della cosa l'avrebbe fatta passare per la piccola puttana che era...
Maura voleva solo andare via, si vergogna da morire della cosa, forse era stata davvero lei a provocarlo?
Erano passati anni ma quell'episodio era rimasto dentro di lei come un tarlo, non riusciva a perdonarsi, a perdonare l'orco con il camice bianco.
Anche oggi Maura dedica un pensiero a quella ragazzina che era e sa che non ha nulla da perdonarsi ma sa anche che non potrà MAI perdonare nessun orco che vive su questa terra....

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DON DIEGO DE LA SCIAMANA

 

Piera guardò fuori dalla finestra, le previsioni davano neve ma lei ne era dubbiosa...
No, non era un cielo da neve, lei nata in montagna conosceva anche il silenzio che dava l'attesa della neve.
Ricordava inverni eterni, tanto lunghi da credere che la primavera si fosse dimentica di passare.
Si viveva addossati alla stufa a legna, la si usava per tutto, per cucinare, per scaldarsi, per lavarsi e per fare asciugare la biancheria.
Una stufa amica che a volte diventava assassina di scarpe.
Piera sorrise al ricordo di quelle scarpe ridotte a barchetta....
Andava alle medie e era una ragazzina sola, quanto aveva litigato con suo padre per avere un paio di scarpette al posto dei soliti scarponi che duravano un anno e anche se erano piccoli ci dovevi entrare con forza!
Scarponi grossi, presi con un numero in più che mettevi con dei calzettoni ruvidi, fatti a mano e che erano fonte di scherzi atroci....
Piera alla fine ebbe le sue scarpette, (dopo tutto, se le pagava lei con i soldini che prendeva vendendo funghi ) di gomma con un modestissimo tacco e per lei fu il paradiso.
Andava a scuola orgogliosissima e non si sentiva seconda a nessuno, fa nulla se rimaneva sempre sola, ormai ci era abituata ma quelle scarpette le davano una carica immensa.
Metteva le scarpette solo per andare a scuola per farle durare di più, ma l'inverno si sa, è cattivo con i poveri, pioggia, neve e ghiaccio, ogni giorno Piera doveva fare asciugare nel forno della stufa le scarpette.
La stufa era brava e faceva il suo dovere, ma un giorno Piera si dimenticò delle sue scarpette e fu solo quando nella stanza si diffuse l'odore acre della gomma bruciata che si fiondò per cercare di salvare il salvabile.
Ma ormai non c'era nulla di salvabile, le scarpette, le sue adorate scarpette erano due informi barche puzzolenti.
Solo lacrime silenziose accompagnarono le scarpette verso il loro triste destino e gli odiati scarponi ritornarono sghignazzanti più che mai....

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DOLLY  e  DULCINEA   de la SCIAMANA

Odiava farsi fotografare, Imma sorrise pensando alle sue pochissime foto da bimba, tutte imbronciate e con lacrime che le facevano occhi ancora più piccoli.
"La cinesina" la chiamavano i bambini, ora sarebbe stato semplicemente bullismo ma allora era cosa normale.
Si veniva ghettizzati anche solo per non avere il cappotto o l'astuccio, o solo per il fatto di essere poveri..
I bambini sanno essere crudeli, come spugne assorbano tutto, anche i pensieri, le parole non dette degli adulti e tutto il resto.
Le foto erano sparpagliate sul tavolo e le mani di Imma esitavano su ogni foto, quanti ricordi.....
Foto di ben 50 anni fa, in bianco e nero, sbiadite e quasi tristi...
Ecco le foto della sua prima Comunione, lei da sola, ovviamente, erano cinque bambine e lei chiudeva la fila come una damigella che teneva lo strascico alle quattro principesse.
Ricordava bene le quattro, i loro bellissimi vestiti comperati apposta per la cerimonia, il suo no, il suo era stato regalato e in origine era semplicemente un vestito da sposa che la sarta aveva tagliato e riadattato su di lei.
Un vestito che si vedeva da subito non adatto, nemmeno bianco era ma color panna.
Guardando la foto sorrise, ora, con tenerezza a quella bambina senza sorriso che la fissava da quella vecchia foto...
Una foto fatta così, senza voglia, una foto fermata mentre il vento sollevava il vestito e lasciando vedere le scarpe nere.
Già le scarpe.....
Anche le scarpe avevano una storia, nuove erano nuove, forse il primo paio di scarpe che Imma ricordava, regalate per l'occasione dalla sua insegnante della seconda elementare.
Imma era una bambina timidissima e balbuziente, forse proprio perchè "bullizzata" forte, la sua insegnante la capiva e cercava sempre di aiutarla.
Imma ricordava tanti pomeriggi a casa della sua insegnante, l'aiutava a mettere in ordine i compiti e poi poteva sfogliare tutti i libri, lei amava anche l'odore dei libri.
Certo, le scarpe dovevano essere bianche ma poi chi avrebbe portato un paio di scarpe bianche per andare a scuola?
Tanto sotto al vestito non si sarebbe visto il colore, così Imma camminò con il suo vestito bianco/panna da sposa e le scarpe nere che a ogni passo spuntavano fuori e cercò di ignorare le risate mentre passava la "cinesina".
Tante le foto di persone che ormai non c'erano più se non nel suo cuore, anche quelle dei suoi genitori le strapparono sorrisi e tante lacrime...
Imma odiava farsi fotografare ma amava tanto guardarle le foto anche se ogni volta c'era un dolore grande misto allo stupore del tempo andato e della consapevolezza del non ritorno....

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Eccola qui  la peste!!!!!!!!!!!!!!

Dulcinea (Dolce in famiglia) è una piccola con l'argento addosso, curiosa fino a essere invadente e fastidiosa come una mosca!

Però le si perdona tutto perchè basta guardarla che lei avvia un motorino di fusa e con i suoi occhioni ambrati ti trasmette u tal senso di serenità che proprio non puoi fare a meno di strapazzarla di baci.

Anche farle foto è un'impresa non da poco, speriamo che crescendo si calmi un pochino.....

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Charlot de la Sciamana, un anno è mezzo, kg7,7 e come si vede ancora intero.

Grigio che vive in simbiosi coni suoi umani e giustamente lui sa che maschio è....

A letto con papà Andrea orgoglioso di mostrare alla mamma Claudia i suoi gioielli, della serie.... in questa casa ci sono due maschi femmina !!!!!!!!!!!!!!!!

 

Delilah de la Sciamana, sette mesi oggi.

Questa Grigia ha un fascino che mi lascia senza fiato, è di stazza grande, i sui genitori sono tutte e due dei gattoni meravigliosi e con un carattere dolcissimo.

Già ora a sette mesi ha un corpo molto sviluppato, la testa piano piano crescerà e diventerà armonia pura su un corpo longilineo e con gambe lunghe.

Non mi stancherò mai di ripetere che i Certosini impiegano due anni e più per finire la loro crescita quindi non bisogna avere fretta.

 

 

DOLLY / VERDIANA DE LA SCIAMANA

Oggi è un giorno speciale, oggi è il compleanno di mia figlia Mara.
Ben 27 anni fa di primo mattino c'è stato il nostro primo incontro fisico anche se noi due ci conoscevamo da sempre.
Chissà perchè Mara mi ha scelto come  madre, a volte siamo su barricate opposte ma ci amiamo tantissimo, due donne con un carattere forte che si rispettano.
La mia streghetta io la chiamo...
Sicuramente quella notte fatata le Sciamane devono aver ballato e discusso parecchio e la mattina stanchissime me l'hanno l'lasciata in custodia....
Una piccolissima bimba nata quasi un mese prima ma perfetta, ancora coperta dalla "camicia" a sua protezione.
Sono passati 27 anni e come ogni anno la festeggiamo alla grande.
Anche oggi c'è stata festa, le sue ziee (fate buone) gli hanno cucinato le cose che più ama, ravioli di zucca che buoni ma così buoni li fa solo la sua zia Roberta, la torta è sempre quella al cioccolato che solo la sua zia Luigina sa fare.
Io da mamma ho fatto il resto...
Poi alla voce regali c'è stata tantissima emozione.
In casa abbiamo una cucciolata di ben sei femminucce, 4 assegnate da subito, una è nostra e una l'abbiamo tenuta come riserva per vedere quale delle due era più a norma con lo standar Chartreux, insomma alla fine ci siamo tutti innamorati delle due piccole, Verdiana e Rosina come le abbiamo chiamate dai collarini messi per distinguerle.
Alla fine la scelta è andata su Rosina e Mara ci è rimasta malissimo, lei tifava per Verdiana.
Mi ha quasi supplicato di tenere la sua preferita ma le ho spiegato che non era il caso...
Delusa ma non rassegnata Mara ha continuato ha fare pressione e nonostante il mio disappunto.
Dai e dai alla fine mi ha fatto sentire un verme, chi ero io per separarla da questa cucciola? Loro due si vogliono bene, si vede, come Mara entra in nursery oppure si butta sul letto subito Verdiana va a giocare con lei.
Stamattina ho scritto un bel bigliettino di auguri e dietro ho messo come certificato che Verdiana è sua.
Ho messo la busta sotto al piatto e quando Mara l'ha sollevato ha sorriso, forse aspettandosi 50 euro, poi ha aperto la busta e ho visto i suoi occhi....
Ho visto i suoi occhi che scorrevano increduli quello che avevo scritto e si riempivano di lacrime...
Lacrime che vedendo la sua emozione scorrevano anche dai miei occhi... una reazione sincera e che ha lasciato stupiti i nostri ospiti che non capivano tanta emozione....
Dario no, Dario lo capiva e anche lui era commosso...
Fabio ha letto a voce alta il biglietto e tutti hanno capito...
Buon Compleanno Mara, buona vita con la tua Verdiana e mille di questi giorni e di queste emozioni...

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Nel dormire dei bimbi c'è tutta la dolcezza del mondo.

Loro non hanno paura  del domani. 

Siamo noi che siamo fragili e mortali, attorno a noi ci sono persone che stanno lottando per vedere un'altra estate, un altro Natale...

Persone che stanno vivendo incubi e che nessuno potrà dare la certezza di un risveglio senza mostri.

Difficile immaginare un dolore così grande in mezzo a queste luci cariche di promesse, dove tutti dobbiamo essere felici e basta.

Il dolore va nascosto, le malattie come tutte le cose brutte vanno  relegate in stanze chiuse ai più e coperte con drappi di circostanza.

Mamme che nel loro stare male il pensiero fisso sono i  figli, la paura di lasciarli diventa la loro colpa come se la volessero loro questa partenza.

Ma le mamme non lascerebbero mai e poi mai volontariamente i loro bambini, le mamme lottano fino all'inverosimile per non lascire orfani chi amano più della loro vita stessa e questo le fa diventare Guerriere.

Sono tante le Guerriere che ho conosciuto, che ho accompagnato, tante ci sono ancora, tante no, hanno perso la battaglia.

Anche ora ci sono Guerriere che stanno lottando per non perdere quello che hanno, donne che hanno una paura grande e lo so che non è la paura del loro morire ma la paura di lasciare da soli i propri figli.

Oggi si ricorda anche le morti per mano di uomini  tante donne, Guerriere anche loro che non sono riuscite a dire basta a un amore malato.

Un pensiero a tutte loro e tanta forza a chi sta combattendo....

 

 

 

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Expo Riva Del Garda 19/11/17
CHEOPE de la Sciamana 7 mesi, (P.: Angel de il Lionello / M.: Elora de la Sciamana)
EX 1 NOMINATION BIV e BEST ASSOLUTO cat 7/10 mesi.

Domenica è stata una bellissima esperienza, sono andata a trovare Giovanni e Cheope in expo a Riva del Garda.
Ho visto altre expo ma mai con un mio gatto in gara e io non ho mai partecipato con nessuno dei miei Grigioni.
Non ho mai fatto esposizioni non perchè non ho gatti meritevoli ma perchè sono così... diciamo un pò, o molto orsa come mi chiamano i miei figli.
Andare in expo è stressante per i gatti e umani, io penso, non ho mai incentivato nessuno che ha preso un mio bimbo a partecipare a queste manifestazioni.
Giovanni ci ha provato la prima volta perchè la sede della manifestazione era a due passi da casa sua e visto che Cheope ha vinto e si è anche divertito sta continuando questa avventura.
I miei Sciamanini per me sono tutti bellissimi anche se vedo le differenze, c'è chi promette bene e poi si ferma su uno standar buono ma che per le expo non va bene.
C'è chi cresce bene e ha tutte le qualità per partecipare ma ha un carattere schivo e secondo me per lui ogni manifestazione è uno stress notevole e quindi sta bene a casa e basta.
In ogni cucciolata c'è sempre quello/a che si fa notare, che in foto ti fa dire " uhau, che meraviglia", io ne sono consapevole ma so che l'importante è dare una vita serena e felice ai nostri Grigioni e l'accettare di goderselo da soli è semplicemente un atto d'amore.
Cheope mi ha stupito, non per la sua bellezza ma per il suo carattere, quando era da me non era così coccolone, questo suo essere così sereno e accomodante è dovuto al suo fratellino umano Giuseppe con cui vive in simbiosi e di questo ne sono felice.
Ovviamente sono felice del risultato dell'expo e devo ringraziare sempre Giovanni e tutte le persone che hanno portato a questo risultato.
Cheope è il risultato di una squadra di persone ora amiche e son sicura che continueremo su questa strada in nome dei nostri Grigioni.

 

Non sempre principesse, ci sono anche regine e la mia Claudia è una regina bellissima.

Prima di Charlot c'era il suo cavaliere magico, Lancillotto de la Sciamana che l'ha accompagnata per un tratto della sua vita.

Ora il testimone è passato a Ser. Charlot e sono sicura che in lui c'è molto del nostro amato Cillo.....

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Chopin de la Sciamana.

Non tutti siamo Maestri, ci vuole talento e cuore, credo che questo Sciamanino li abbia entranbi !

Cheope de la Sciamana, 7 mesi domani.

Questo gatto sta crescendo in bellezza e simpatia, ha un carattere unico e si rapporta con la sua famiglia umana come membro alla pari.

 

Nausicaa de l'Ocean d'Amour, anche il suo nome dice quanto lei sia dolce.

Nausicaa è splendida e anche il suo carattere è gioioso, ama stare in compagnia e ha saputo in meno di un mese conquistare tutti, umani e Grigie, c'è solo Rea che ha ancora qualche riserva ma conto sul fatto che la piccola non ha paura a mettersi in discussione.

 

Ecco Charlot de la Sciamana , anche lui a farsi i bagni di sole.

Mi sa che questi Sciamanini nati dalla cometa amano il colore dorato e il caldo di questo astro vitale.

Cagliostro de la Sciamana.

Aspettando che arrivino le due principesse lui fa la guardia ai loro giochi....

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Ecco Caspian intento a fare bagni si sole.

Caspian è il fedele compagno di Lory, così uniti da non lasciarsi mai neppure quando la sua mamma umana va al lavoro, infatti lui va in ufficio e la cosa gli piace molto.

Bravo meraviglioso Principe sii sempre così, bello e solare come i raggi che ti stanno baciando come in questa foto.

 

Chester de la Sciamana, finalmente una foto bella.

Franca ti ho telefonato per dirti brava, io e te come fotografe non siamo esperte per nulla ma per fortuna ci pensano i nostri Sciamanini a rendersi giustizia da soli.....

 

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Ecco Spike de la Sciamana con la sua sorellina.

Fare i compiti si deve ma una pausa per rilassarsi va sempre bene.....

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Il nostro Conte Cagliostro de la Sciamana .

Sta crescendo molto bene e è diventato compagno di giochi di due bellissime principesse.

Felice io.

 
 
 
 
 
.... come vecchie storie rimangono dentro di noi.
Ingombranti e senza perchè restano impigliate in domande incollate su muri di un passato remoto però pesano sul cuore e ci fanno barcollare come se fosse il presente.
A volte si vorrebbe mollare il tutto, dimenticare quasi di esistere ma per fortuna sono solo attimi e poi ci si riprende e fa nulla se c'è quel dolore sordo che ci mangia l'anima, si va avanti e basta.
Basta un sorriso, una carezza per renderci conto che siamo ricchi, immensamente fortunati, ci aggrappiamo alla realtà, la nostra, la mia e va tutto bene..
per oggi...
per domani..
per sempre!
 

Eccola qui, bella come il sole e con un nome che sa di tante cose.

Ormai l'inserimento è stato fatto e tutte l'hanno adottata, lei corre felice in ogni angolo e le sue fusa fanno bene al cuore.

Buona vita Nausicaa

 

JOLIE DE LA SCIAMANA

La notizia le arrivò dopo giorni, ma le esplose dentro e fece male.
Era morto e sepolto, già la pioggia filtrava nella bara e il buio lo stringeva nell'abbraccio eterno.
Ancora e ancora non riusciva a perdonare, tutto il silenzio e il dolore che circondava quella sua piccola e immensa storia le tolsero il tempo ributtandola all'origine di quel dolore.
Una manciata d'anni, sei? Oppure di meno?
Non ricordava, sa solo che era primavera e con la mamma era andata per cicorie, che bello!
Era raro uscire da sola con la mamma, era bello, la mamma le insegnava posti segreti e le raccontava storie vissute da bimba.
Anche quel giorno era riuscita a far suonare il tarassaco cantando la canzoncina magica.
Sona sona bel fiurì, sona sona bel fiurì, fal per me bel fiurì, sona sona sul per me....
Era quasi sera, l'azzurro si infittiva di rondini chiassose e le cime erano oro puro, la salita era un mare  verde punteggiato di fiori un vento dolce le accompagnava verso il paese.
La bimba era stanca, la bocca sporca e appiccicosa del colore e del succo di fragole, sdraiata in quel mare d'erba, gli occhi appesi alle nuvole e il cuoricino aperto alla vita, era stanca e felice.
Felice di esistere, felice di vivere, ogni cosa era perfetta, anche il falchetto che volteggiava su di lei, certamente in cerca di una lepre o di un pollo, tutto era giusto.
Anche il ragazzo suo vicino di casa, una manciata d'anni più di lei era lì, seduto a guardare a valle.
Quante volte la bimba e il ragazzo avevano giocato assieme?
La mamma non si preoccupò, in paese tutti i bimbi erano fratelli, si avviò verso casa svelta già pensando alla cena, lasciò la bimba ai suoi sogni.
Sogni che diventano incubi!
La bimba non poteva sapere di curiosità malate, sa solo che di colpo il cielo sopra lei è diventato nero di paura, "l'amico" è diventato una bestia.
Con forza la preme contro l'erba alta, quasi soffoca in quel groviglio di steli e calore, cerca di difendersi, il perchè non lo sa ma lo intuisce.
Una lotta silenziosa, inutile gridare, lo sa, mille mani che cercano di alzare la gonnellina, le sue manine che cercano di tenerla ferma, le mutandine quasi strappate e alla fine solo quella voce "sta ferma, voglio solo vedere come sei fatta".
Ricorda le lacrime che si fermano nelle orecchie, pozzi di vergogna.
Vergogna verso se stessa, lotta ancora e alla fine lui la lascia, vergogna verso lui, lo guarda negli occhi e sa già che mai e poi mai lo perdonerà, mai!
Sa che ha subito una violenza grande ma sa che non ne parlerà, il perchè è perso nel suo essere donna, sa solo che non si fermerà mai più da sola con un "amico".
Le rondini gridano e loro dicono tutto al mondo, ma il mondo continua indifferente.
Anche la mamma non si accorge di nulla, la cena è pronta ma la bimba non ha fame, cerca dentro di lei un pensiero per assolversi e per perdonarsi.
Tante sere d'estate sono passate, la bimba è diventata donna ma si è sempre portata quel segreto addosso, un male che sgorgava ogni volta che vedeva il "ragazzo".
Piccola e crudele donna anche lei, quando l'ha visto malato e in balia di un male lungo e incurabile ha gioito, ecco la giusta punizione ha pensato.
Una punizione per quello che lui le ha fatto, anche ora che sa che è morto quello che sente sono ancora i gridi delle rondini, anche ora il perdono non c'è....
Non c'era bosco, ma prati, non c'era buio ma sole non c'era un lupo ma un "amico", non era fiaba ma realtà..... forse.
Ma il perdono sicuramente no!

Nella prima foto eccovi Elora de la Sciamana,

figlia di Bodi Dharma e di Otello Duca delle Due Torri di Sergio Fumagalli

 

Qui sopra Rea de la Sciamana, figlia di Elora e di Yoko del Tango Blu,

che dire?

Sono veramente belle!!!!!

 
 
Chissà perchè è così facile amare i cuccioli.
Bambini o animali, guardarli e sorridere è naturale, allungare una carezza o dare un bacio  è  un obbligo.
Il bisogno di protezione che si scatena nell'adulto è senza dubbio per salvaguardarne la specie dall'estinzione.
E quando questa viene meno?
Quando questo bisogno cade cosa diventiamo?
Nel secolo scorso non c'era penuria di figli, anzi, erano in troppi
Troppe bocche  da sfamare, magari 5 figli dalla prima moglie morta di parto e altri 6/8 dalla sposa più giovane.
Ricordo le "storie" che mi raccontavano da bimba, ora so che non erano racconti ma verità.
Fiabe dove si parlava di inverni feroci e senza cibo, dove in un letto si dormiva in 6, tre a ogni capo del letto, così da non sapere mai quale era il lato giusto.
Stufe sempre accese con sopra pentole annerite e colme di minestre allungate ogni giorno di più.
Vestiti mai lavati e passati ai più piccoli come regali di natale, la primavera che come una porta scardinata lasciava entrare la luce a colpire il vuoto fatto dalla morte.
Si, c'erano tanti bimbi, ma la morte metteva a posto le cose.
Bastava una tosse un pò più cattiva del solito, un mal di pancia e un nuovo angioletto se ne volava via.
Non si investivano sentimenti sui neonati, troppo il rischio di soffrire.
In ogni famiglia rimaneva vago il numero dei morticini, bastava piangerne uno per tutti.
Nei miei primi ricordi dell'asilo c'è l'accompagnare al cimitero i defunti, come tanti birilli vestiti a festa, mantellina e cappello bianchi per i bambini, mantella e copricapo nero  per gli adulti.
Ma per i bambini non c'erano nemmeno le tombe, venivano messi con gli adulti e il più delle volte nemmeno un nome a ricordarli.
Si partiva per la propria vita presto, non c'erano legami fatti di sentimento, le catene dell'amore potevano aspettare, quello di riempire la pancia era prioritario.
Guardo con stupore i ragazzi adolescenti che arrivano in Italia e guardo i nostri figli, come avranno fatto a lasciare la loro famiglia?
E le madri, come possono dormire non sapendo dove sono?
Noi che vediamo bambini o al massimo ragazzi i trentenni, come faranno quei diciottenni senza nessuna esperienza?
Oppure loro sono solo quell'Italia di allora?
Sono più duri, selezionati dalla povertà e più egoisti?
Senza nessuna catena d'amore a tenerli legati alle loro famiglie e molto più affamati di cibo?
Sapranno trovare l'amore dentro loro o si perderanno nel sottobosco del male?
Sentiranno la nostalgia di una carezza e sapranno fermarsi davanti a un sorriso?
Li guardo, sono in tanti, piccoli gruppi furtivi che si spostano velocemente lungo la via, un parlare alto quasi urlato, come a dire che ci sono, che esistono.
Chissà dove andranno a dormire stanotte.........


 
 
 
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Zoe de la Sciamana,

 alla scoperta dell'autunno...

Ogni insetto che vola, ogni foglia che muore per Zoe è gioco e è una gioia vederla impegnata a scoprire cose nuove.

 

CLAUDIA  E  SISSI


Ci sono amicizie che nascono così, senza un perchè e neppure senza conoscersi in questo periodo dove il virtuale diventa così reale da viverlo.
Giovedì mattina ho finalmente abbracciato una persona che non conoscevo ma che da ben 10 anni era nel mio cuore.
Ben 10 anni, tanti se si conta giorno dopo giorno, ci siamo conosciute sulla piasttaforma di Splinder, un mondo magico, tante persone nascoste dietro un avatar e dove buttavamo in rete racconti, dolori e gioia.
Tante persone dove lo scrivere era il diario segreto, un liberarsi, un condivivere un qualcosa che si aveva dentro.
Devo dire che era bellissimo, si conoscevano persone straordinarie attraverso racconti stupendi, poi c'erano i messaggi privati dal quale ci si conosceva meglio ma sempre con quel pudore e rispetto che si ha con i veri amici.
Mi viene in mente Stazione Termini, ogni mattina correvo a leggere il suo racconto, sempre diverso e sempre bello, ti ci trovavi nei suoi caffè bevuti in una stazione caotica, ogni dettaglio era perfetto.
Oppure Col favore delle nebbie, Zita, era Zita che scriveva paesaggi reali e incantati, lei Prof di Italiano sapeva dare tantissimo in emozioni, quanto ho amato il suo blog!
The Camp, il nonno come lo chiamo io, e che ho anche su Facebook, una persona stupenda e allegra, sempre pronto alla battuta e all'ironia, un amico che tutti dovremmo avere.
Esserino e Balena, un blog che raccontava di gatti e del tirare la cinghia ma sempre con una dignità che faceva commuovere.
Insomma, un mondo virtuale che nel mio cuore è reale.
E poi c'era un blog, Senti che Arietta, bello, una pagina che parlava di una Sicilia invasa di sole e di passato, la Valle dei Templi come se fosse cosa naturale viverci dentro e basta.
Così ho conosciuto Arianna, leggevo i suoi scritti colmi di calore del suo sole anche d'inverno, lei leggeva i miei intrisi delle nebbie che mi circondavano, due mondi ma due mondi che si capivano.
Anni fa hanno chiuso la piattaforma di Splinder, un caos, ci siamo sentiti orfani, ci hanno dispersi come in una guerra, altre esigenze, altre mode... facebook  e altri lidi...
Abbiamo cercato di ritrovarci ma con gli avatar non è facile, c'era chi per troppo pudore non diceva neppure il vero nome, e poi con il tempo i ricordi sbiadiscono.
Ma sono rimasta in contatto con diverse persone e ne sono felice, Arianna è una di queste.
Arianna che è venuta nelle mie nebbie per esigenze personali, Arianna che non voleva disturbarmi, ma scherziamo?
Appena ho realizzato che era a 35 km da me mi sono organizzata e basta.
L'abbraccio che c'è stato, anzi, di più di uno, è stato un ritrovarsi e basta.
Io la conoscevo questa donna, era nel mio cuore con tutto il suo sole, fa parte del mio vivere, dei miei ricordi e sarà sempre così.
Grazie bella ragazza, i nostri abbracci hanno illuminato una mattinata autunnale e portato il caldo nei nostri cuori, grazie per aver condiviso il tuo sole con me.

DEXTER  DE LA  SCIAMANA

 

Elena entrò nella stanza e subito si stupì del buio e ancor più del silenzio.
Il caldo di luglio non contava li dentro e nemmeno il sole poteva raggiungere il letto sul quale stava rannicchiata la ragazza.
Le tapparelle erano serrate come gli occhi sprofondati nel gonfiore della faccia devastata di quella che sembrava a prima vista una bambina.
Elena si avvicinò piano cercando dentro di se le parole giuste per presentarsi.
Già la stanza la metteva a disagio, era la stanza dove venivano messi i pazienti critici, quelli che avevano poche speranze e a cui si dava la possibilità ai parenti di stare il più possibile vicino a loro.
La ragazza non era in pericolo di vita, Elena questo lo sapeva, le consegne non ne accennavano, allora perchè quella stanza?
Perchè tutto quel sussurrare tra le corsie?
Pettegolezzi e sorrisini, mezze frasi lasciate a metà l'avevano accolta in guardiola quel pomeriggio di domenica quando aveva iniziato il suo turno e ora doveva dare la terapia alla numero 7.
Piano, con dolcezza la chiamò, ma forse la sua voce non raggiunse quel fagotto di bimba, oppure decise Elena, la ragazza non voleva sentire.
Con decisione e dolcezza la scosse e un urlo la bloccò subito.
La ragazza sembrava una bambola rotta su cui qualcuno si era divertito a inferire su quel corpo coperto di bende macchiate di sangue.
La faccia era gonfia e bluastra, gli occhi erano chiusi e anche i capelli sembravano morti, le braccia erano per metà bendate e il camice ospedaliero non nascondeva la schiena solcata da una cicatrice chiusa da punti.
Le gambe erano coperte dal telo sterile e si intuiva che anche loro erano segnate da contusioni e ferite.
Solo il seno e la pancia erano coperti dal camice ma il gonfiore che si vedeva fece capire a Elena che a quel corpo non era stato risparmiato nulla.
Parlò con calma e fermezza, la ragazza sembrò capire e cercò con la mano un contatto, Elena l'accarezzò piano e l'aiutò a ingoiare l'antibiotico, poi spossata cercò di cambiare posizione nel letto aggrappandosi a Elena, piano piano con lentezza e urli soffocati riuscì a trovare una posizione diversa  e forse più comoda.
Elena in guardiola lesse tutto quello che riguardava la numero 7 ma non trovò nulla di strano e allora perchè era in quella stanza?
Un ospedale è come un piccolo paese pettegolo, dove tutti sanno di tutti e di tutto, la sua collega che faceva il continuato non vedeva l'ora di dire le ultime novità.
Quella mattina era successo di tutto, carabinieri, polizia e tutto per la numero 7.
A quanto pare era stato il padre a picchiare la ragazza, la quale per sfuggire alle sue violenze si era gettata contro una vetrata e così per forza avevano dovuto chiamare l'autoambulanza.
Però, c'era un però, il padre della ragazza era una persona nota, una persona che contava e che non doveva essere accumunato a certi orrori.
La ragazza voleva denunciarlo, per ora avevano preso tempo, per questo l'avevano messa in quella stanza, l'avevano isolata e poi si sarebbe visto....
Elena ora sa e la pena è tanta, quando entra dalla 7 cerca di essere il più professionale possibile ma è dura, se la vorrebbe abbracciare e stringere addosso e dirle cose belle per toglierle quei pesi che senza dubbio ha nel cuore ma sa che non può e allora fa tutto velocemente e basta.
Passano i giorni e la 7 è sempre isolata, solo la mamma entra a trovarla.
Una mattina Elena sta entrando nella stanza e quasi sbatte contro la mamma della ragazza che sta uscendo piangendo, stupita entra e trova che anche la ragazza sta piangendo.
Elena non sa cosa fare, vorrebbe uscire ma la ragazza inizia a parlare, è sfinita dice da tutte le pressioni che le stanno facendo, anche la sua mamma le dice di non fare denuncia, lei è sconvolta perchè  il padre le picchia da sempre, non ha ricordi di baci ma solo di botte, a lei e alla sua mamma.
Una vita fatta solo di menzogne, solo una cornice perfetta, una famiglia perfetta e poi dietro a quella tela fatta solo per gli altri solo botte e insulti, ma nulla deve macchiare quel quadro fatto in anni e anni di ipocrisia e di spregio verso lei e sua madre.
Anche i carabinieri che vengono ogni giorno non l'aiutano, loro parlano di piccole ripicche di una ragazza viziata e che dovrebbe baciare i piedi dove cammina suo padre, un uomo che aiuta tutti e che fa una professione importantissima.
Passano i giorni e la stanza proibita resta sempre chiusa, la 7 piano piano sta guarendo ma dentro ogni sua decisione vacilla, forse veramente è colpa sua se suo padre si scatena così, forse sono lei e sua mamma le cattive, se tutti ne sono convinti sarà così....
A Elena fa paura la rabbia che prova, vorrebbe dirle di non mollare, che è suo padre lo schifoso, anche se è un giudice è lui da condannare e basta, ma sa che non può aprire bocca e così sta solo a guardare.
Una mattina la stanza è vuota, la numero 7 se ne è andata, è tornata a casa dal suo carnefice e chissà quante altre volte dovrà buttarsi contro una vetrata per urlare al mondo che suo padre l'ha uccide ogni volta....

...

 

TIFFANY

 

Strano questo inizio autunno, siamo quasi a metà novembre ma non fa freddo.
I caloriferi restano spenti e i giorni si alternano con pioggia e vento.
Stamattina al parco era uno spettacolo, mille foglie strappate con forza dal vento volteggiavano attorno a me, colori bellissimi, dall'oro caldo al rosso vivo, nel prato ci sono ancora le margheritine, ultimi fiori a lasciarci per poi essere i primi a salutarci in primavera.
Ci stiamo preparando al letargo, un periodo fatto di famiglia e di coccole.
Coccole e gratini per le mie pelose grigie, ma ultimamente sono nati dei problemi.
Brina dopo il taglio cesareo e l'anestesia è diventata intollerante verso una sua amica, la timidissima Sissi.
Veramente a volte non sopporta neppure sua madre ma poi trova sempre il motivo per far pace, gli piaciono troppo le coccole di Rebecca e meno male.
Ma con Sissi si comporta veramente male, vuoi che la patatona è una pacifista estrema e non ama nessuna guerra, vuoi che tenta sempre di nascondersi, Brina la tiranneggia e la mena alla grande.
Ultimamente sono arrivata al punto di mettere Sissi in nursery e di chiudere la porta, oppure di portarmi solo lei nel lettone per coccole super ignorando i vari grattamenti e urli di sdegno alla porta.
Con Dharma alterna il gioco alla zampata brutta, insomma vedo un disagio che senza dubbio è dovuto al trauma che ha subito e cerco di aiutarla ma devo anche diffendere le sue compagne.
So che passerà, ci vorrà tempo e serenità attorno a lei, dovrà risentire la sicurezza che aveva prima di finire sul quel tavolo di acciaio dove gli hanno strappato i suoi piccoli e dove lei si è risvegliata piena di dolore.
Per ora le cose vanno così, a Natale dovrebbero nascere i bimbi di Sissi e questo so che aiuterà tutti, infatti i piccolini fanno da porto franco, tutte diventano più dolci e vanno a curiosare nella nursery, seguono la crescita e a volte aiutano.
Sissi sicuramente diventerà più combattiva e chissà che Brina capisca che non è la supergatta imbattibile che si crede ora e accetterà di riammetterla nella sua schiera di amicizie.
Ma c'è tempo, abbiamo tutto un lungo inverno davanti a noi, angoli fatti di morbidi giorni spalmati di serenità e di positività.
E intanto c'è Tiffany che miagolando porta in giro i vari giochini, mancano anche a lei i piccini anche se quando ci sono è l'unica a ignorarli, forse perchè lei non può più averne  e la sua gelosia la porta a questo.
Lei, la vecchiona, lei la più ammirata di tutte.
Di lei si innamorano tutti perchè è una che ti viene a cercare e non  fa nulla se non ti conosce, lei non ti molla fino a che non l'accarezzi e stai sicuro che quando vai via vai via con la sua immagine nel cuore.

 

 

 

CLEO DE LA SCIAMANA

 

La notizia le arrivò dopo giorni, ma le esplose dentro e fece male.
Era morto e sepolto, già la pioggia filtrava nella bara e il buio lo stringeva nell'abbraccio eterno.
Ancora e ancora non riusciva a perdonare, tutto il silenzio e il dolore che circondava quella sua piccola e immensa storia le tolsero il tempo ributtandola all'origine di quel dolore.
Una manciata d'anni, sei? Oppure di meno?
Non ricordava, sa solo che era primavera e con la mamma era andata per cicorie, che bello!
Era raro uscire da sola con la mamma, era bello, la mamma le insegnava posti segreti e le raccontava storie vissute da bimba.
Anche quel giorno era riuscita a far suonare il tarassaco cantando la canzoncina magica.
Sona sona bel fiurì, sona sona bel fiurì, fal per me bel fiurì, sona sona sul per me....
Era quasi sera, l'azzurro si infittiva di rondini chiassose e le cime erano oro puro, la salita era un mare  verde punteggiato di fiori un vento dolce le accompagnava verso il paese.
La bimba era stanca, la bocca sporca e appiccicosa del colore e del succo di fragole, sdraiata in quel mare d'erba, gli occhi appesi alle nuvole e il cuoricino aperto alla vita, era stanca e felice.
Felice di esistere, felice di vivere, ogni cosa era perfetta, anche il falchetto che volteggiava su di lei, certamente in cerca di una lepre o di un pollo, tutto era giusto.
Anche il ragazzo suo vicino di casa, una manciata d'anni più di lei era lì, seduto a guardare a valle.
Quante volte la bimba e il ragazzo avevano giocato assieme?
La mamma non si preoccupò, in paese tutti i bimbi erano fratelli, si avviò verso casa svelta già pensando alla cena, lasciò la bimba ai suoi sogni.
Sogni che diventano incubi!
La bimba non poteva sapere di curiosità malate, sa solo che di colpo il cielo sopra lei è diventato nero di paura, "l'amico" è diventato una bestia.
Con forza la preme contro l'erba alta, quasi soffoca in quel groviglio di steli e calore, cerca di difendersi, il perchè non lo sa ma lo intuisce.
Una lotta silenziosa, inutile gridare, lo sa, mille mani che cercano di alzare la gonnellina, le sue manine che cercano di tenerla ferma, le mutandine quasi strappate e alla fine solo quella voce "sta ferma, voglio solo vedere come sei fatta".
Ricorda le lacrime che si fermano nelle orecchie, pozzi di vergogna.
Vergogna verso se stessa, lotta ancora e alla fine lui la lascia, vergogna verso lui, lo guarda negli occhi e sa già che mai e poi mai lo perdonerà, mai!
Sa che ha subito una violenza grande ma sa che non ne parlerà, il perchè è perso nel suo essere donna, sa solo che non si fermerà mai più da sola con un "amico".
Le rondini gridano e loro dicono tutto al mondo, ma il mondo continua indifferente.
Anche la mamma non si accorge di nulla, la cena è pronta ma la bimba non ha fame, cerca dentro di lei un pensiero per assolversi e per perdonarsi.
Tante sere d'estate sono passate, la bimba è diventata donna ma si è sempre portata quel segreto addosso, un male che sgorgava ogni volta che vedeva il "ragazzo".
Piccola e crudele donna anche lei, quando l'ha visto malato e in balia di un male lungo e incurabile ha gioito, ecco la giusta punizione ha pensato.
Una punizione per quello che lui le ha fatto, anche ora che sa che è morto quello che sente sono ancora i gridi delle rondini, anche ora il perdono non c'è....
Non c'era bosco, ma prati, non c'era buio ma sole non c'era un lupo ma un "amico", non era fiaba ma realtà..... forse.
Ma il perdono sicuramente no!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

CHAMUEL DE LA SCIAMANA

 

 

 

 

Mi spiace, mi spiace e non so cosa fare per fartelo capire, se tu fossi qui il piangere assieme sarebbe una liberazione.
Da quando mi hai fatto partecipe della notizia già sapevo l'epilogo, troppi i segnali negativi.
Dolce amica mia, rara persona che riesce a descrivere il colore dei sogni, come avrei voluto gioire con te...
Sarai rimasta delusa del mio poco entusiasmo, del mio
"qualunque cosa succeda stai serena"
Che stronza di amica avrai pensato!
Ma vedi, ogni cosa va messa sempre al giusto posto...
Ogni cosa va valutata bene, come un muro "a secco"
ogni pietra saprà portare un peso... deve portare un peso e non esiste che "sbarchi"!
Noi siamo come quei muri, salde e vigili, a volte capita che proprio non ci riusciamo a nascondere la gioia di un regalo tardivo ma sappiamo i rischi e allora ci conteniamo.
Ci speriamo alla grande ma teniamo per poche persone fidate la notizia, stentiamo noi stesse a credere nel miracolo....
Ecco, io ora non ci riesco, ora piango per questo tuo dolore che so essere immenso e che dovrai tenerlo solo per te.
Tu che vivrai questo dolore PER SEMPRE, tu che a ogni voce di calendario sarai sempre lì a ricordare... a fare calcoli... Natale.... Pasqua....
Come vorrei essere lì per stringerti a me come sorella, mescolare le lacrime a abbracci forti forti, di quelli che lasciano i segni sul cuore...
Segni che poi si vanno a cercare per dare un senso ai giorni a venire...
Si, ci saranno giorni e giorni che solo il letto ti dirà che vivi, giorni che anche chi ti ama veramente avrà paura per te... poi il Natale è alle porte.... quanta tristezza porterà nella tua casa....
Ma so che tu saprai aggrapparti alla realtà, troppo l'amore che vive con te... sarà questo bisogno che ti sosterrà alla grande!
Non deludermi piccola mia.. io in te ci credo..
Ti voglio bene piccolina, forza che domani è un altro giorno...

 

...

CESARE DE LA SCIAMANA

 

 

 

 

Anche il cielo piange oggi, lente lacrime che scendono su vetri intrisi di volti distorti.
Il giorno dei morti... ogni anno è una conta che si allunga e che fa più pesante questo giorno.
La gioventù è un volo spensierato, ora rimane la consapevolezza di aver vissuto a tratti.
Quando si è giovani ci si sente invincibili, nulla sembra toccarci, passiamo in mezzo a bufere e nemmeno ce ne accorgiamo.
Come birilli cadiamo e subito ci rialziamo spinti da qull'energia che si chiama giovinezza, non ci fermiamo ad aspettare chi ci cade vicino.
Abbiamo solo fretta di arrivare, chissà poi dove... ma l'importante è arrivare!
Già, arrivare, costruirsi un futuro fatto di se, una tana fatta del proprio io e poi avvolgerci tutti i giorni addosso a noi stessi.
Diventare grandi e non capire ancora cos'è la vita. 
Oggi è il giorno che la vita capisce noi se lo permettiamo.
Diamo a questo giorno tutto quel dolore nascosto nel cuore, le lacrime trattenute e versate solo quando si è sicuri di essere soli, dimogli le urla del cuore, le risate fatte di carezze i brividi di paura e per un attimo spogliamoci di noi stessi.
Ecco, guardo quei vetri e vi ritrovo tutti, ci sono anch'io tra voi,  non c'è paura, solo tristezza, chissà se ho vissuto sapendo che alla fine ci si ritrova qui....

...

ALLEVAMENTO AMATORIALE CON AFFISSO

GATTI CERTOSINO DE LA SCIAMANA

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DI SEGUITO GLI UNICI CONTATTI VALIDI

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 GATTINI DISPONIBILI

Tutte le mie grigie e gli stalloni sono stati testati tramite prelievo ematico per il rene policistico (PKD Genetic Test) al laboratorio Vetogene di Milano, ecograficamente per HCM, ovviamente testati anche per FIV, FELV. Sono anche membro del Club del Certosino

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Perchè la mia veterinaria è meglio! La mia " dottora" è fantastica, sa parlare agli animali e ha un un lagotto, Ciccio, che accoglie tutti con delle coccole sfrenate e non è geloso di nessuno. Fare un giro in clinica è come andare a trovare dei carissimi amici, consigliato a mille a tutti quelli che abitano a Brescia e che hanno i miei Sciamanini/e. Grazie Ilaria e company, siete super!!!!!!


In ricordo della mia sempre Tiffany


♥️♥️♥️♥️♥️

❤

Non ditemi che è solo un gatto...
Tu Tiffany mia sei molto di più, sei mia figlia, sei la sorellina di Mara, fai parte di noi e basta.
Non ditemi che è solo un gatto perchè se tutto il dolore che ho dentro ora diventasse freccia sareste morti all'istante!
Tu Tiffany mi sei dentro da sempre, da quando sei nata in un giorno importante, un 8 marzo del 2002.
Sono state le mie mani che ti hanno accolto in questo mondo, è stato il mio odore che hai sentito prima di quello della tua mamma, io ero sempre accanto a te e ci sarò per sempre!
Ti ha scelto Mara, chissà come mai ha scelto te nel mucchio dei sei piccoli urlanti grigini, ma sei stata tu da subito.
Eri l'unica con il fiocchetto ingombrante, eri quella amata e coccolata di più...
Sei stata per Mara la sua prima amica, per lei sei diventata bambola e nonna di capuccetto rosso, sei diventata principessa e strega.
Tu, straordinaria in tutto, umana fino a dormire allungata come me e Dario tra i nostri due cuscini e anche brontola se mi alzavo la notte e ti svegliavo.
Tu che a tutti hai regalato una testatina come a dare loro il permesso di accarezzarti.
Tu che eri il biglietto da visita di casa nostra, invadente fino a salire sul tavolo se avevamo ospiti ben sapendo che non ti avrei mai sgridato perchè non volevo offenderti davanti a persone non di famiglia.
Tu che tutti ti portano dentro, tutti sanno chi sei e come sei, sei la gatta più dolce, più vera e più nostra del mondo e basta.
Chi ha un mio Grigione ha anche te nei suoi ricordi, per te c'è sempre un pensiero, un sorriso, un filo che diventa amicizia correlato delle tue immagini, dalle tue fusa esagerate e dalla tua insistenza che a volte diventava invadenza.
Non ditemi che è solo un gatto, lei è Tiffany, mia figlia.
Abbiamo vissuto quasi 16 anni assieme e come figlia ti ho sempre messo al primo posto assieme a Mara, io sono sempre venuta dopo, io sono solo la vostra mamma, voi siete le mie principesse.
Anche nelle tue pochissime gravidanze come una figlia mi hai dato l'onore di esserci sempre, sorrido se ci penso, Tiffany, tu iniziavi a urlare ancora prima che iniziasse il travaglio.
Come una regina mi scodellavi i piccoli guardandomi con occhi pieni di dolore facendomi sentire in colpa, poi me li davi e basta, l'unico tuo compito era allattarli ma la mia presenza ti era necessaria.
Anche le notti le passavi nel lettone con i tuoi bambini, non c'era verso che tu stessi nella cesta, tu dovevi dormire con noi, tra di noi e ci portavi un piccolo per volta visto che noi lo rimettevamo nella cesta vicino al letto, tu allora ne prendevi un'altro e andavamo avanti fino a che sfiniti io e Dario ti accettavamo in toto, bimbi compresi.
Ricordo quelle notti passate sul bordo del letto, il dormire con un occhio aperto per la paura di schiacciare un bimbino, certo, l'unica a dormire alla grossa eri tu fiduciosa in noi... Dio che nostalgia di quelle notti....
Anche ora che non riesco nemmeno a vedere quello che scrivo da queste stupide lacrime ho già nostalgia di te, ora che riposi avvolta nella copertina rosa che ti piaceva tanto chiamo già Tiffany tutte le altre Grigie, che farò senza di te?
Sei stata bravissima come al solito, ci hai permesso di salutarti uno a uno, Mara è tornata a casa per te, ti ha chiamato con il vostro linguaggio e tu le sei andata incontro, stanca ma felice, ti sei lasciata pettinare e coccolare, vi siete salutate , vi siete date un arrivederci, lo so con certezza.
Anche Fabio ti ha salutato, con discrezione e da solo ma quando è uscito i suoi occhi erano gonfi di lacrime.
Il papà che non riesce a metabolizzare il dolore e che lascia questo compito a me,ti ha accarezzata e sicuramente ringraziato per tutto quello che ci hai dato.
Io che in questi 4 giorni li ho vissuti con te, attorno a te.
Alla fine eri anche stufa di avermi tra i piedi, si sa, ognuno muore da solo ma io questo non te l'ho permesso, te ne sei andata con me, io c'ero e ti ho accarezzato, ti accarezzerò per sempre!
Tu non devi andare in nessun posto, sei già a casa e lo sarai per sempre!
Tu sei nei nostri cuori, hai solo cambiato forma, ora sei l'energia dei ricordi belli, sarai per sempre un sorriso e sarai per sempre la nostra Tiffany.
Non ditemi che era solo un gatto, lei è mia figlia e basta!

Ti prego Signore

 TI PREGO SIGNORE

KORA   15/12/2008----02/10/2022

Signore lo so che stai aspettando Kora, ma che te fai di una pit bull in paradiso?
Signore, anche sul Ponte dell'Arcobaleno non te la consiglio sai?
Signore, so che tu sai, ma quando sei sicuro che tutto va bene molli un pochino...
Signore, tu sai ma lasciami spiegarti del perchè forse è meglio che rimanga con noi.
Kora è una pit bull che ha sempre vissuto con i gatti e ha volte si crede un gatto (quando vuole coccole esagerate) ma lei odia i gatti (quelli fuori di casa nostra) .
Kora ama giocare con altri cani ma vuole essere sempre lei a decidere il come e il quanto, per questo non me la vedo sul Ponte dell'Arcobaleno, sai che scompiglio?
Kora è una gelosona, difficile per lei condividerci, non me la vedo proprio in Paradiso a sorridere a tutti.
Kora è solo nostra, si, lo so che l'abbiamo viziata, che l'abbiamo umanizzata troppo ma amarla non è costato niente sai?
A nostra difesa e sua ti posso dire che ha sofferto tanto, quanto male ha dovuto subire, non serve raccontarti, vero? Sai già tutto, ecco, noi abbiamo solo trasformato il suo dolore in Amore e credo sia stato il minimo.
Signore, capisci il perchè deve stare con noi?
Ho vissuto giorni, ore minuti e anni con lei, fa parte di me, tu sai quanta fatica mi costa anche buttare un paio di scarpe perchè ci sono tutti i passi che ho fatto, i pensieri che ho avuto, i dolori e le gioie, insomma la mia vita.
Come posso dirti Signore, ora è tua?
Oggi è tornata a casa in un'urna, abbiamo pianto ancora e ancora, so Signore che sei stato paziente, ci hai lasciato il tempo di metabolizzare ma questo tempo non ci basta sai?
Signore, non ci basterà il tempo della nostra vita per lasciarla andare definitivamente lo sappiamo, però possiamo fare un patto se vuoi.
Signore, lasciala con noi, verremo noi a portarla quando il nostro tempo finirà, ognuno di noi avrà un pò di Kora tra le mani e tutta nel cuore, che ne dici Signore?
Lasciala con noi fino a che avremo respiro grazie Signore....