L'AMICO DEGLI AQUILONI
Si chiamava Tone, malato di "polvere" e con tanto tempo a disposizione.
Stava ore a guardarci giocare, magro e stanco, sempre con un fazzoletto in una mano che poi si portava alla bocca quando la tosse lo assaliva.
Una tosse brutta e cattiva che lo lasciava senza forze e con striature rosse sul suo candido telo.
Ma per noi Tone era un mago, con quelle sue mani scheletriche riusciva a costruire gli aquiloni più belli del mondo!
Noi lo adoravamo, non c'era giorno che non si andasse da lui per pregarlo di costruire il drago più brutto dell'universo.
Sempre sorridente ci insegnava la sua arte, bastoncini ricavati da rami e ora così sottili e leggeri da sembrare invisibili, carta crespa di tanti colori diversi, colla refe e ancora altra carta.
Sotto le sue mani prendevano forma i sogni, uccelli dai colori meravigliosi, anche le cornacchie diventavano regine coloratissime!
Ad ogni aquilone che nasceva era legata una storia.
Tone ci raccontava dell'aquila che non sapeva più volare, e intanto dalle sue mani usciva un'aquila con un'ala più corta, noi delusi pensavamo che non avrebbe mai volato, ma fiduciosi ascoltavamo il finale della storia guardando verso le cime quasi a cercare con gli occhi una vera aquila.
Ma naturalmente l'aquila volava, si andava tutti dietro la chiesa, la c'era sempre vento, ognuno con il proprio aquilone e legati a quei fili c'era anche il nostro cuore.
Un balletto fatto di grida e fischi, corse sfrenate e risate pazze nascoste dall'erba, e lui, Tone, seduto su un sasso a darci consigli.
Poi solo il silenzio, quando tutti gli aquiloni erano su in alto, si sentiva solo il vento, anche i respiri erano trattenuti, ci si spostava piano, attenti a non ingarbugliarci con i fili, e era semplicemente magia!
Magia nel vedere un mondo sognato e incantato diventare una realtà.
Normalmente era la discesa che spezzava il sogno, l'atterraggio era sempre difficile e il più delle volte gli aquiloni si danneggiavano, ma Tone sorrideva, ci avrebbe pensato lui.
Ma una bellissima mattina d'inverno, un aquilone speciale si alzò in volo, volò così in alto che non tornò più, Tone, il "nostro" Tone se ne era andato.
Ricordo che al suo funerale stringevo un aquilone rotto, volevo chiedergli di restare, avevamo ancora bisogno di lui, volevamo ancora sognare e volare.
Sempre quando vedo aquiloni penso a Tone, e dentro di me gli dico grazie.
Grazie per tutti i sogni che ho fatto volando su quelle ali di carta, grazie perchè mi ha insegnato che anche un'aquila con un'ala più corta può volare, grazie per quell'infanzia che ho dentro chiusa in me.