Svegliandosi si stupi del sogno ancora presente, come se la "Granda" fosse lì con lei per iniziare il nuovo giorno.
Un sogno strano, fatto di risate e lacrime, un sogno fastidioso, troppo reale, dopo tutti quegli anni, quella fatica da dovere dimenticare.
Già, si è bimbi una volta sola, per fortuna, pensava Paola, per fortuna sono oltre.
Forse bambina non lo sono mai stata, rimurginava dentro di se, cercando il pretesto per fare tornare la Granda nell'oblio del nulla ben sapendo che era impossibile!
Ormai i ricordi entravano come il sole dalla finestra aperta, a ondate, lei si mise seduta sul pavimento e lasciò che i ricordi la riportassero indietro, in un mondo mai dimenticato.
Una bimba che teneva tra le braccia un'altra bimba, più piccola, la sua sorellina, si sentiva responsabile e materna nei suoi confronti.
Un fardello che a lei non pesava ma che le precludeva ogni gioco, ogni amicizia, come poteva avere delle amiche se doveva fare la piccola donnina di casa?
Sua madre era stata chiara e ancor più suo padre, doveva aiutare la famiglia, non contava se gli anni erano pochi, lei era la maggiore e tanto bastava!
Così ogni pomeriggio con la sorellina in braccio usciva e andava per la via inventandosi storie avventurose.
Le piaceva andare a trovare le signore anziane, quelle che vivevano da sole, quelle che le parlavano di tutto, come se lei fosse adulta.
Donne dimenticate, donne che quando la vedevano erano contente, a volte erano le loro voci a chiamarla, il loro sorriso di gioia era la luce che rischiarava la stanza buia e intrisa di un odore antico.
A Paola volevano tutte bene ma c'era una signora in particolare, la Granda la chiamavano, forse perchè grande lo era davvero!
Il suo vero nome Paola non lo sapeva, la chiamava Granda e basta, ma con rispetto, l'ascoltava mentre parlava della sua misera vita, sempre a lavorare e basta.
Un matrimonio combinato in paese, due solitudini legate assieme in nome dell'utile, lei serva e lui servito, niente figli, solo quell'odore di vecchia minestra, allungata ogni sera con acqua di fonte.
Una vita fatta solo di rinunce, anche d'inverno erano gli zoccoli che battevano quel misero pavimento di pietra dura e fredda, sempre imbacuccata in scialli neri e gonne lunghe, anche i sogni fuggivano da lei.
Ma la Granda sognava, la Granda sapeva raccontare il sole e l'oro nascosto brillava nei suoi occhi!
Quante storie, quanti viaggi si erano fatte sulle ali della fantasia, Paola con le braccia vuote e la Granda con sua sorella in braccio che la ninnava mentre la stanza si riempiva di presenze amiche.
Storie fatte di tutto e niente, odori di erbe e di vecchiaia mescolate a fiamme che dal camino cambiavano i colori delle pareti.
Anche la gatta ascoltava, sdraiata sulla panca e seguiva le ombre sui muri, una gatta che si chiamava Gatta, Paola sorrise ricondandola, povera Gatta senza nome.
La Granda amava quella gatta, ci parlava e di nascosto le dava dei bocconcini rubati a se stessa, guai se il marito se ne fosse accorto, temeva sempre di perderla e per questo cercava di farla uscire il meno possibile.
Paola si ricordava tutto, quella sera nevicava, era già buio e i fiocchi di neve le entravano negli occhi e nelle scarpe, era sola e si mise a correre, i suoi passi non facevano rumore, solo orme bianche, silenzio e freddo.
Corse e forse fu il rumore del suo cuore affannato ad impedirle di sentire il grido di dolore.
Solo quando fu lì, addosso a quell'orrore, capì e si ritrovò senza poter fare nulla a fissare Gatta.
Gatta non riusciva a stare ferma dal dolore anche se ogni gesto era una tortura per lei, Gatta era lacerata, i petardi sono terribili!
Paola era piccola ma trovò le parole per maledire ogni essere che poteva aver fatto quelo scempio poi chiamò la Granda....
La Granda che diventò piccola prendendo Gatta nelle sue mani.
La Granda che pianse come una bimba incurante dei graffi che Gatta le imprimeva nella carne.
La Granda che volle essere lei a dare la pace a Gatta.
Paola non sa come lo fece, scappò e basta.
Anche ora, seduta a terra con il sole in faccia Paola piange pensando a quel dolore grande, pensa a Granda e a Gatta e piange.
Pensa al sogno, ora sa come ha fatto la Granda a liberare Gatta dal dolore, ora lo sa......