Palmiro de la Sciamana
Come ogni nuovo anno ho cambiato calendario, come ogni anno è quello di Frate Indovino.
Da quando mi ricordo è sempre stato questo calendario ad accompagnarmi nei mesi dell'anno, ormai è una tradizione.
Iniziare l'anno così mi fa bene, è un amico che conosco e so che lo sarà anche quest'anno con i suoi consigli e aneddoti.
Mi ricordo quando mi alzavo alle 5 la mattina perchè facevo la prima in ospedale, era un rito bere il caffè (in piedi) leggendo un consiglio, una barzelletta o altro.
Non c'è mese che non spulci anche lo scritto più piccolo, anche le date del sorgere e del tramontare del sole.
D'inverno la quasi bramosia del vedere che la luce aumenta, in estate l'accorciarsi dei giorni fa tristezza.
Calendario segnato da simboli strani scritti da me e che solo io so cosa vogliono dire, fatti in fretta ben sapendo che il decifrarli non saranno mai un problema, peccato che alla mia età la memoria inizia a vacillare.
Come ogni primo dell'anno ho scorso mese per mese e quando l'ho chiuso l'ho ringraziato questo 2017, è stato tutto sommato un anno da lasciare andare senza rancore.
Come ogni inizio anno dopo averlo piegato l'ho messo assieme agli altri anni passati.
Si, lo confesso, non riesco a buttarli via, sarebbe come buttare via il mio passato, li ho tutti, con i loro scarabocchi fatti di segni, di croci e di date.
Sono in un armadio e confesso che mi fa piacere averli, mi aiutano nei ricordi,
sanno riportare alla mia memoria estati o inverni, feste di compleanni dei miei figli, gite e anche le lune di miele delle mie Grigione.
Grazie 2017, ora avrai il tempo di riposarti assieme agli altri, tempo su tempo, vita su vita ma anche tu sarai ricordato ogni tanto perchè legato a cose che avranno fatto male oppure bene, ti lascio lì, sopra gli altri anni ancora tutti legati con il laccetto con cui siete stai appesi al muro della cucina.
Grazie a tutti voi.