
Il 28 Aprile di tanti, tanti anni fa, cadeva di domenica. Una domenica importante per il piccolo paese di montagna, una piccola comunità in cui le stagioni di Madre Terra scandivano il vivere e il morire. Si festeggiava l’arrivo della primavera con grandi fuochi e balli per le strade. Ai bambini era dato il compito di correre per tutto l’abitato, chi trascinando grosse catene che di solito erano appese sui focolari domestici, altri coi campanacci (tolti per l’occasione alle mucche che ancora svernavano nelle stalle), martellavano col loro eco tutta la valle in risposta di altri suoni provenienti dai paesi vicini. Una festa comune, dove tutti al calar del buio partecipavano con allegria, portando grosse fascine per alimentare i falò e intonare attorno ad essi cori di canzoni di cui ormai si è persa la storia. Non so se gli abitanti di allora fossero coscienti di festeggiare Beltane, chiamata anche la notte di Valpurga, ma certamente sapevano che quella era la notte delle streghe!!! Ma torniamo a “quella” domenica, il paese si stava preparando per la sera, tutto procedeva serenamente, nella piazza principale, dove sarebbe avvenuta la festa il fermento cresceva di ora in ora. Su questa piazza si affacciava una casa, dentro una ragazza impaurita e incinta di 7 mesi. Non capisce molto di che cosa le sta succedendo, sa solo che è troppo presto per la nascita del bambino; si chiama in fretta l’ostetrica della zona, (anche se si sa che ci vorranno ore prima che arrivi) a rassicurarla ci sono “le Anziane,” ma la paura e il dolore di non farcela è forte. Il suo compagno non sa che fare, guarda con occhi colmi di tristezza il tutto, si sente in colpa, non può portarla in nessun posto per alleviare la sua sofferenza. Si sente uno straniero, non è del paese e non ha un lavoro, vivono di quel poco che lui riesce con piccoli lavori a reperire, ma sa che per il bambino è troppo presto per nascere, anche le Anziane di nascosto lo guardano scuotendo la testa. La realtà si confonde con la fantasia, il travaglio dura a lungo, i rumori della piazza fanno da sfondo a urla di dolore, poi ecco il miracolo della nascita, una bimba. Una bimba in miniatura, è talmente piccola che tutti pensano che non sopravvivrà, sarebbe un miracolo!! Non possono portarla in ospedale, il papà non ha la “mutua”, sarà quel che sarà, non la vestono nemmeno, (non ci sono vestiti che le vanno bene) le fanno un vestito con la bambagia, anzi l’avvolgono nella bambagia e la mettono nella culla. Alla mamma viene detto che non può assolutamente toccare la bambina mignon, ci penserà l’ostetrica una volta al giorno, quando passerà alla sera; tutti sono sicuri che la piccola morirà presto.
La madre è abituata alla morte, in paese è di casa, nei bimbi poi….. Solo che la bimba piange con voce forte, vuole da mangiare, che fare? La madre ha latte, il seno duole e il prezioso liquido esce da solo. Non sapendo che fare ma ascoltando il suo cuore va alla culla della figlia e con cautela lascia cadere goccia a goccia il latte nella piccola bocca, sembra incredibile ma la bimba mangia! Passano i giorni e incredibilmente la bimba vive, la madre non la prende in braccio ma ha tanto di quel latte che alimentarla non è un problema, anche se naturalmente non è facile . Alla fine l’ostetrica da il suo verdetto, la piccola vivrà. Ho raccontato questa vicenda perche è la storia della mia nascita, mi piace pensare di essere stata aiutata a vivere da una fata o una strega, sento ancora i loro poteri vegliare su di me, a mia volta “sento” , spiegarvi non posso, ma “so” e tanto basta a me.
A mia volta ho dato vita a una bimba nata anche lei un mese “prima”, penso che la sua data di nascita dica tutto, Mara è nata la mattina alle ore 6 del 1/11/1991, una streghetta che adoro con tutto il mio cuore!!!!! Ultima cosa, io pesavo 1.800grammi con un asciugamano a mo’ di vestito!